(ats) Occorre rispettare meglio il principio di proporzionalità e dire basta alle angherie nell'esecuzione della procedura di notifica dell'imposta preventiva. Con 107 voti contro 78 e 2 astenuti, il Consiglio nazionale ha approvato oggi una mozione in tal senso di Daniela Schneeberger (PLR/BL). Gli Stati devono ancora pronunciarsi.

Attualmente se la procedura di notifica dell'imposta preventiva è presentata in ritardo, l'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) non ha la possibilità di conteggiare gli interessi di mora nella dichiarazione dell'imposta, ma può infliggere una multa.

Stando alla liberale-radicale basilese, le multe vengono però sempre più spesso comminate secondo criteri contrari alla proporzionalità. Succede ad esempio che, per un ritardo di una decina di giorni soltanto nella presentazione dei documenti, si debba pagare una multa che può raggiungere i 5000 franchi.

Secondo Schneeberger, tutto questo è eccessivo. La stessa AFC elabora i documenti ricevuti nel suo sistema informatico con un ritardo di otto mesi. Inoltre, i criteri per provare la tempestività della presentazione dei documenti sono talmente severi che non basta nemmeno spedirli a mezzo raccomandata. Nel suo testo, la parlamentare del PLR deplora quindi il comportamento "del tutto incongruo" dell'AFC.

Il Consiglio federale, per bocca del ministro delle finanze Ueli Maurer, era contrario alla mozione. Secondo il Governo, l'obiettivo dell'imposta preventiva è in particolare quello di garantire una corretta dichiarazione dei redditi dei capitali mobili. A tal fine la Confederazione riscuote di regola un'imposta preventiva del 35%. All'interno di un gruppo è possibile sostituire il pagamento dell'imposta con la procedura di notifica. L'obiettivo di garanzia è raggiunto soltanto mediante una multa disciplinare di 5000 franchi al massimo per intempestività della notifica.

Il consigliere federale Ueli Maurer ha tentato invano di convincere il plenum che non sussiste alcuna necessità di intervenire nel senso indicato dall'autrice della mozione. Ma la maggioranza del Consiglio nazionale non lo ha seguito e al voto ha approvato l'atto parlamentare.