La Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale approva l'unione domestica registrata di coppie omosessuali. Non intende tuttavia accordare a tali coppie la possibilità di adottare figli. Propone inoltre di accrescere la protezione delle vittime di violenze domestiche.

La Commissione ha approvato con 12 voti contro 1 e 3 astensioni il disegno di legge federale sull'unione domestica registrata di coppie omosessuali (02.090). Ha aderito in ampia misura alle proposte del Consiglio federale. Ha quindi deciso, con 12 voti contro 9, di vietare l'adozione alle persone vincolate da un'unione domestica registrata. Una minoranza desidera tuttavia consentire a tali persone di adottare il figlio del loro partner registrato se sono riunite determinate condizioni (adozione che contribuisce al bene del figlio, unione domestica di lunga durata e assenza dell'altro genitore del sangue). Un'altra minoranza propone, per motivi inerenti alla parità di trattamento, di stralciare il divieto di adottare e di lasciare alle persone vincolate da un'unione domestica registrata la possibilità di ricorrere all'adozione singola di cui all'articolo 264b CC.

La Commissione propone con 8 voti contro 7 di accordare alle coppie omosessuali femminili i vantaggi che il diritto vigente conferisce alle donne per quanto concerne la rendita per vedove. La maggioranza della Commissione ritiene sia giustificato mantenere i privilegi accordati alle donne, segnatamente perché la parità salariale non è ancora stata realizzata. Una minoranza condivide la proposta del Consiglio federale di applicare a tutte le coppie omosessuali il sistema previsto per i vedovi al fine di evitare disparità di trattamento.

Nell'ambito dell'iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Vermot-Mangold (00.419 Protezione contro la violenza nella famiglia e nella coppia), la Commissione ha adottato con 17 voti contro 2 e un'astensione l'avamprogetto di un nuovo articolo 28b del Codice civile volto a proteggere le vittime di violenze domestiche. Tale articolo consente a chi è leso nella propria personalità a seguito di un'aggressione fisica o della minaccia di una simile aggressione da parte di una persona con cui vive o viveva in comunione domestica di adire il giudice. Il giudice può segnatamente intimare all'autore della lesione di lasciare l'abitazione e le immediate vicinanze e vietargli di tornarvi e di penetrarvi. Questo offre alla vittima un'alternativa all'abbandono della propria abitazione. L'avamprogetto prevede inoltre che i Cantoni istituiscano centri di informazione e consulenza volti a prevenire la violenza domestica e a evitare i casi di recidiva.

La Commissione ha infine deciso con 12 voti contro 8 di non dar seguito a un'iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Leutenegger-Oberholzer (02.463 Revisione della LAV e della PP. Più diritti processuali per le vittime) volta a conferire alle vittime di reati violenti il diritto di ricorrere contro le sentenze che concernono non soltanto le loro pretese civili bensì anche pretese di diritto pubblico. L'autrice dell'iniziativa si fonda sulla giurisprudenza del Tribunale federale secondo la quale non possono esservi pretese civili se i reati sono stati commessi da autorità o funzionari nell'esercizio delle loro funzioni e se un Cantone ha previsto la responsabilità dello Stato verso i terzi per simili casi. La maggioranza della Commissione sottolinea che il problema si pone soltanto in 4 Cantoni che prevedono una responsabilità esclusiva dello Stato fondata sulla colpa. Rileva inoltre che la questione dei diritti processuali delle vittime dovrebbe essere completamente riesaminata nell'ambito della revisione della LAV e del disegno di Codice di procedura penale svizzero. Una minoranza condivide gli argomenti formulati dall'autrice dell'iniziativa, ritiene che vi sia la necessità di legiferare e propone pertanto di dar seguito all'iniziativa.

La Commissione si è riunita a Zurigo il 25 e il 26 agosto 2003 sotto la presidenza della consigliera nazionale Anita Thanei (S/ZH); la consigliera federale Ruth Metzler ha in parte assistito alle sedute.

Berna, 27.08.2003    Servizi del Parlamento