A seguito del "movimentato" dibattito relativo ai crediti per la Fondazione Pro Helvetia del dicembre 2004, la CSEC ha deciso l'anno scorso di commissionare un rapporto di valutazione al Controllo parlamentare dell'amministrazione (CPA), in vista dell'esame della futura legge concernente la Fondazione Pro Helvetia.
Nell'ultima seduta prima della pausa estiva la CSEC ha potuto esaminare il rapporto. Va sottolineato anzitutto che essa ha apprezzato il lavoro svolto, che costituisce una base di lavoro importante in vista della discussione sulla nuova legge. Il rapporto riconosce che la la Fondazione si è contraddistinta per la sua indipendenza, per le sue competenze di alto livello, per la sua solida rete nonché per il suo importante ruolo di cerniera tra la scena culturale e quella politica. Lo studio contiene nondimeno parecchi aspetti critici e sottolinea varie lacune, fra le quali la scarsa coerenza fra il mandato legale - vasto e vago - e le misure volte a concretizzarlo, il pilotaggio politico dell'Ufficio federale della cultura, del DFI e del Parlamento, la vigilanza dell'istituzione da parte delle autorità, ma anche le strutture interne della Fondazione. Malgrado alcuni miglioramenti realizzati nel frattempo, la valutazione delle richieste continua ad essere lenta, poco efficiente e le spese generali sono ancora troppo elevate. Secondo lo studio della CSES il sistema dei servizi esterni necessita di un approfondito riesame. Le interazioni poco chiare tra i vari servizi del DFI e del DFAE attivi nel settore della cultura sono già stati oggetto di discussioni critiche in seno alla CSEC. Il rapporto conclude che se la collaborazione fra i vari servizi pare funzionare abbastanza bene, vi sono tuttavia a livello di Confederazione troppi attori con incarichi sovrapposti.
Il confronto di questa analisi dello status quo con i disegni di legge posti in consultazione ha indotto la CSEC a concludere che per molti aspetti questi ultimi non rispondono alle aspettative. Essa chiede pertanto al Consiglio federale di esaminare attentamente le proposte e le soluzioni prospettate dal rapporto. Nel messaggio annunciato dal Consiglio federale la Commissione si attende che esso elabori soluzioni più chiare e convincenti.
La Commissione è stata unanime nell'approvare la concessione di un contributo d'investimento 10 milioni di franchi - su un totale previsto di 50 milioni -al nostro "museo nazionale della mobilità", ossia il Museo svizzero dei trasporti a Lucerna. Quest'ultimo è diventato un'attrazione turistica di grande importanza economica ed è considerato un valido punto di incontro per tutte le generazioni. Questa attrattiva deve essere preservata anche mediante lo svolgimento dei necessari lavori, in particolare in considerazione del giubileo del cinquantenario previsto per il 2009. È stata invece criticata l'intenzione del Consiglio federale di procedere alla compensazione del credito che sarà versato a scaglioni negli anni 2008-2011 mediante economie nel settore dei monumenti storici.
Oltre ad argomenti di carattere culturale, la Commissione ha affrontato questioni inerenti la famiglia, ritornando sulle cinque iniziative depositate dal Consiglio nazionale sulla problematica della custodia extrascolare (05.429-32/40). Il 10 aprile scorso la CSEC-S ha sentito la consigliera nazionale Ruth Genner ma, per mancanza di tempo, ha dovuto aggiornare la sua decisione. Dopo l'approvazione della commissione omologa del Consiglio nazionale, che aveva dato seguito alle iniziative con 20 voti contro 5, la CSEC-S ha deciso all'unanimità di dare il via all'elaborazione delle misure volte a concretizzare dette iniziative. Essa ha tuttavia insistito affinché il progetto di atto normativo sia elaborato in concertazione con la Conferenza svizzera dei direttori cantonali dell'istruzione pubblica.
Infine la CSEC-S ha accolto la Mozione N (Fehr). Piano di misure per la conciliazione di famiglia e lavoro (03.3603) con 7 voti contro 0 e tre astensioni. La Commissione ha constatato che la conciliazione della vita familiare e di quella lavorativa non è un problema soltanto per le madri che lavorano, ma anche per molti padri e soprattutto per quelli che svolgono funzioni dirigenziali; vi è pertanto il bisogno di migliorare questa situazione. Esistono abbastanza rapporti su questo argomento, manca tuttavia una strategia di attuazione e un coordinamento tra Confederazione, Cantoni, Comuni e attori privati. Questa lacuna dovrebbe essere colmata con la mozione summenzionata.
La Commissione si è riunita a Berna il 26 giugno sotto la presidenza della consigliera agli Stati Anita Fetz (SP/BS).
Berna,
27.06.2006 Servizi del Parlamento