La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) ha mantenuto la sua posizione rispetto al progetto di affidare alla fondazione Pro Helvetia la promozione delle nuove leve nell’ambito artistico. Essa auspica inoltre che a Pro Helvetia sia consentito definire autonomamente la sua strategia, la quale dovrà nondimeno essere approvata dal Consiglio federale.

Nelle sue sedute del 20 e 21 agosto 2009, la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) si è occupata principalmente della politica culturale del nostro Paese. Essa ha in particolare esaminato le ultime divergenze inerenti la legge sulla promozione della cultura (07.043 n): la CSEC-N ha segnatamente ribadito la sua posizione in favore di una migliore distinzione delle attribuzioni dell’Ufficio federale della cultura e di quelle della fondazione Pro Helvetia, in modo da evitare le sovrapposizioni e minimizzare i rischi di conflitto di competenza. Con 20 voti contro 4 e 1 astensione la CSEC-N ha deciso che la fondazione Pro Helvetia dovrebbe incaricarsi della promozione delle nuove leve nell’ambito artistico; essa ha inoltre ribadito, con 13 voti contro 9 e 1 astensione che Pro Helvetia dovrebbe poter definire autonomamente la sua strategia. Il progetto è stato rinviato al Consiglio nazionale per l’appianamento delle divergenze.

 

La Commissione ha in seguito esaminato la mozione (09.3469) «Sicurezza sociale per le professioni in cui sono usuali frequenti cambiamenti di datore di lavoro o rapporti d'impiego di durata limitata». Detta mozione, depositata dalla Commissione omologa del Consiglio degli Stati, incarica il Consiglio federale di migliorare la situazione delle professioni in cui sono usuali frequenti cambiamenti di datore di lavoro o rapporti d'impiego di durata limitata – in particolare le professioni culturali – per quanto concerne la previdenza professionale (AVS e cassa pensioni) e l’assicurazione contro la disoccupazione (cfr. il comu­nicato stampa della CSEC-S del 13.05.2009). La CSEC-N, che aveva già depositato una mozione in tal senso l’anno scorso nell’ambito della discussione sulla legge sulla pro­mo­zione della cultura (08.3448 n), ha trasformato la mozione della sua omologa in mandato d’esame vertente unicamente sul miglioramento della situazione nell’ambito dell’assicu­razione contro la disoccupazione. Per quanto concerne la previdenza profes­sionale, il Consiglio federale sta già attualmente elaborando delle soluzioni. La mozione è invece stata respinta dalla minoranza della Commissione.

 

Il 18 giugno 2009 la Conferenza svizzera dei direttori cantonali dell’istruzione pubblica (CDPE) ha concluso un trattato intercantonale sulle borse di studio volto ad armonizzare a livello nazionale, in base a esigenze minime, le 26 legislazioni cantonali in materia. Dopo aver preso atto di detto trattato la CSEC-N ha deciso che avrebbe ripreso ulteriormente l’esame dell’iniziativa parlamentare 07.450 n, depositata dalla consigliera nazionale Pascale Bruderer e ancora pendente, volta a creare basi legali che obblighino i Cantoni ad attenersi a standard minimi quando autorizzano le borse di studio.

La Commissione è stata inoltre informata in merito alla nuova ordinanza sulla maturità profes­sionale federale e sul processo di Copenhagen. Essa ha poi esaminato le nuove tariffe degli esami federali per le professioni mediche universitarie (RS 811.112.0), che hanno avuto un’enorme eco mediatica. L’ordinanza in questione – che ha sollevato vive critiche e incomprensioni anche in seno alla Commissione – prevede infatti un aumento massiccio delle tasse d’esame.

Dal 1° agosto 2009 la nuova ortografia tedesca è definitivamente applicabile nelle scuole svizzere; gli errori possono pertanto avere ripercussioni sulle note degli studenti. Queste nuove regole sono tuttavia criticate in talune cerchie specialistiche. Dopo aver sentito i rappresentanti della Conferenza svizzera ad hoc in materia di ortografia (Schweizer Orthographische Konferenz, SOK), della Conferenza svizzera dei direttori cantonali dell’istruzione pubblica (CDPE) e dell’Associazione mantello dei docenti svizzeri, la maggio­ranza della Commissione ha tuttavia deciso che non è necessario agire in tale ambito.

Infine, la Commissione si è informata in merito all’indennità sui supporti vergini di dati quali i telefoni cellulari detti «musicali», che le società di gestione dei diritti d’autore esigono al pari dell’indennità percepita sulla memoria dei lettori MP3. A prescindere dalla decisione che renderà la Commissione arbitrale federale, la CSEC-N si impegnerà a seguire attentamente gli sviluppi tecnologici in questo ambito e la relativa problematica dei diritti d’autore.

 

Berna, 21 agosto 2009 Servizi del Parlamento