Il 24 settembre 2009 il Consiglio degli Stati ha adottato la mozione intitolata « Regolamentazione del commercio di prodotti della caccia alle foche » (09.3739), depositata dalla Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio degli Stati (CSEC-S). In tal modo intende preservare questa specie dall’estinzione e gestire lo sfruttamento a lungo termine delle popolazioni di foche. La mozione non persegue il divieto totale della caccia alla foca bensì la definizione di criteri restrittivi: l’importazione, il transito, il commercio e il trattamento in Svizzera di prodotti derivati dalla foca sarebbero ammessi soltanto a condizione che tali prodotti provengano da una caccia autorizzata e controllata dallo Stato e manifestamente praticata nel rispetto delle norme applicabili alla protezione degli animali. La mozione incarica inoltre il Consiglio federale di modificare le pertinenti basi legali tenendo conto degli accordi bilaterali conclusi con l’UE e di esaminare la possibilità di introdurre – preferibilmente a livello internazionale – una disciplina obbligatoria in materia di etichettatura (certificati). Dopo aver esaminato la mozione, la CSEC-N propone tuttavia all’unanimità di respingerla. Fondandosi sul regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 luglio 2009 sul commercio dei prodotti derivati dalla foca, chiede un divieto totale del commercio di tali prodotti. La CSEC-N ha peraltro deciso all’unanimità di presentare una mozione che riprende le disposizioni del regolamento europeo sopraccitato. Essa ritiene che la Svizzera debba seguire l’esempio dei Paesi dell’UE e vietare qualsiasi commercio dei prodotti derivati dalla foca, tranne quelli provenienti dalla caccia tradizionale praticata a fini di sussistenza dagli Inuit e da altre comunità indigene. L’importazione di prodotti derivati dalla foca sarà inoltre autorizzata se concerne esclusivamente merci destinate all’uso personale dei viaggiatori o di membri della loro famiglia.
Adottando l’articolo costituzionale sulla medicina complementare, il 17 maggio 2009 il Popolo e i Cantoni hanno espresso la volontà che tale medicina sia presa in considerazione nel sistema sanitario.
In tale ambito la Commissione ha proceduto all’esame preliminare dell’iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Edith Graf-Litscher «Integrazione della medicina complementare nella formazione di medici, dentisti e farmacisti» (09.463). L’iniziativa propone di introdurre nella legge federale sulle professioni mediche universitarie una disposizione che preveda che chi ha concluso gli studi di medicina umana, di odontoiatria o di chiropratica deve possedere conoscenze adeguate circa i metodi e gli approcci della medicina complementare.
La CSEC-N ha deciso con 13 voti contro 7 e 1 astensione di dar seguito all’iniziativa. Una minoranza vi si è opposta poiché ritiene che per attuare l’iniziativa la Confederazione dovrebbe intervenire in un settore nel quale i Cantoni sono sovrani. La Commissione ha discusso intensamente sulla questione della reale efficacia delle medicine complementari e delle eventuali spese supplementari generate dall’offerta di formazione in medicina complementare. Nessuna nuova misura di attuazione dell’iniziativa sarà presa prima di consultare la CSEC del Consiglio degli Stati.
Il presidente del Politecnico federale di Losanna (PFL) e il rettore dell’Università di Losanna (UNIL) hanno informato i membri della CSEC-N sul seguito della collaborazione tra l’UNIL e il PFL e sui progetti e le sfide che li attendono. I rappresentanti del Fondo nazionale svizzero (FNS) hanno inoltre fornito alla Commissione interessanti informazioni in merito allo stato della ricerca in Svizzera e, in particolare, sul ruolo del FNS, nonché sulla ripartizione dei sussidi. Temi quali il trasferimento delle conoscenze, la promozione delle nuove leve e le attribuzioni dei poli di ricerca nazionali hanno suscitato vivaci discussioni.
La Commissione si è infine recata in visita alla Scuola cantonale di Arte di Losanna (ECAL). Il direttore della Scuola ha illustrato i lavori, il funzionamento e la storia della stessa nonché le sfide cui essa deve far fronte.
La Commissione si è riunita a Renens il 5 e il 6 novembre ed è stata presieduta per l’ultima volta dalla consigliera nazionale Josiane Aubert (PS/VD). Giovedì sera è stata ricevuta, in nome del Consiglio di Stato vodese, da Anne-Catherine Lyon, capo del Dipartimento della formazione, della gioventù e della cultura.
Berna, 6 novembre 2009 Servizi del Parlamento