Legge federale concernente la ricerca sull'essere umano
Nella votazione sul complesso, la Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura del Consiglio nazionale ha approvato il progetto di legge sulla ricerca umana con 15 voti contro 2 e 6 astensioni. La Commissione ha deciso di rinunciare alla nozione d'intervento introdotta nell'ambito della prima lettura. Ha invece adottato una proposta che prevede di includere i dati personali non genetici e genetici e i dati sanitari personali nei «dati sanitari».

La Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) ha proceduto a una seconda lettura della legge sulla ricerca umana (LRUm; 09.079). Per quanto concerne gli articoli 1 («Scopo») e 2 («Campo d'applicazione»), ha proposto di mantenere la versione del Consiglio federale, ovvero di sopprimere dal progetto la disposizione – molto contestata nella Commissione – secondo cui la legge si applica solo alla ricerca legata a un intervento sulla persona interessata (nozione d'intervento). Ha invece adottato con 13 voti contro 13 e il voto decisivo del presidente, una proposta riguardante l'articolo 3 («Definizioni») che prevede di includere i dati personali non genetici e genetici e i dati sanitari personali nella nozione di «dati sanitari». Ne consegue un inasprimento delle disposizioni applicabili ai progetti di ricerca concernenti dati sanitari personali («le informazioni relative a una persona determinata che fanno riferimento alla sua salute o malattia»), dal momento che i dati interessati dovranno essere trattati come i dati genetici. È stato necessario il voto decisivo del presidente anche per l'approvazione della proposta di stralciare l'articolo 5 del progetto («Pertinenza»). I risultati di altre votazioni sono invece stati più netti: una proposta di vietare la ricerca su embrioni e feti provenienti da interruzioni di gravidanza è stata respinta con 20 voti contro 2 e 3 astensioni (la maggioranza ha rilevato l'importanza di questo settore della ricerca); una proposta secondo cui la commissione d'etica competente deve rilasciare le autorizzazioni per realizzare progetti di ricerca entro un termine di due mesi (art. 44 cpv. 2) è stata adottata con 22 voti contro 0 e 2 astensioni (la Commissione ha quindi riveduto la sua decisione precedente di fissare il termine a tre mesi); infine, è stata adottata all'unanimità una proposta che consente alle commissioni d'etica di prendere posizione anche su progetti realizzati all'estero (art. 50 cpv. 2) per garantire la protezione dei partecipanti alla ricerca. Nella votazione sul complesso, la Commissione ha approvato la legge sulla ricerca umana con 15 voti contro 2 e 6 astensioni. Questo oggetto dovrebbe essere sottoposto al Consiglio nazionale nella sessione primaverile 2011.

Dal momento che la questione delle sperimentazioni terapeutiche è stata affrontata a più riprese in occasione dell'esame della LRUm, la CSEC-N ha deciso all'unanimità di depositare una mozione su questo tema, come proposto da due suoi membri. La proposta fa seguito alla decisione della Commissione di escludere le sperimentazioni terapeutiche dal campo d'applicazione della LRUm. La mozione incarica il Consiglio federale di indicare le disposizioni attualmente applicabili alle sperimentazioni terapeutiche, di evidenziare le eventuali zone grigie a livello giuridico e di segnalare quali ordinanze, direttive o leggi dovrebbero essere completate di conseguenza.

La CSEC-N ha inoltre proceduto, in qualità di Commissione del secondo Consiglio, al dibattito di entrata in materia sulla legge federale sull’aiuto alle scuole universitarie e sul coordinamento nel settore universitario svizzero (LASU; 09.057). La LASU è una legge di coordinamento che attua il mandato conferito alla Confederazione al momento dell'introduzione nella Costituzione federale dell'articolo 63a sulle scuole universitarie. Intende istituire un settore svizzero delle scuole universitarie competitivo e coordinato dalla Confederazione e dai Cantoni. Nel corso del dibattito di entrata in materia, la maggioranza della Commissione si è mostrata complessivamente favorevole alla legge, ma ha sollevato diverse questioni e problemi ai quali l'esame del progetto dovrà rispondere. Con 18 voti contro 4 e un'astensione, la Commissione ha deciso di entrare in materia sul progetto. Si è in seguito occupata di una proposta di rinvio che incarica il Consiglio federale di rivedere il disegno di legge, proposta che ha respinto con 16 voti contro 6 e un'astensione.

La Commissione ha inoltre esaminato il bilancio di attuazione della riforma di Bologna nelle università e scuole universitarie professionali. I segretari generali delle conferenze dei rettori, Mathias Stauffacher (Conferenza dei rettori delle università svizzere [CRUS]) e Thomas Bachofner (Conferenza svizzera delle scuole universitarie professionali [KFH]), hanno presentato i rapporti allestiti dalla CRUS e dalla KFH sui dieci anni della riforma di Bologna. Ne risulta che la riforma di Bologna è stata attuata con successo nelle università e nelle scuole universitarie, ma che sono necessari ulteriori adeguamenti. È indispensabile migliorare la modularizzazione dei programmi di studio e continuare a sviluppare i metodi di apprendimento e d'insegnamento. Le università dovrebbero inoltre fare in modo che il bachelor sia concepito e strutturato come unità indipendente e non unicamente come un trampolino per il conseguimento del master.

Infine, la Commissione si è occupata di una proposta per instaurare un dialogo sull'iniziativa contro i minareti. L’obiettivo è di riunire rappresentanti delle diverse comunità religiose, dello Stato e della popolazione e specialisti di diritto pubblico per discutere sui diritti fondamentali, le possibilità d'integrazione e su questioni etiche in modo da garantire una convivenza pacifica delle religioni in Svizzera. A questo proposito la CSEC-N ha proceduto a un'audizione in un comitato ristretto.

Presieduta dal consigliere nazionale Lieni Füglistaller (UDC/AG), la Commissione si è riunita a Berna dal 12 al 14 gennaio 2011. A parte della seduta erano presenti i consiglieri federali Didier Burkhalter e Johann Schneider-Ammann.

Berna 14 gennaio 2011 Servizi del Parlamento