Previdenza per la vecchiaia 2020. Riforma
La Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati (CSSS-S) ha approvato con 9 voti contro 0 e 4 astensioni la riforma della previdenza per la vecchiaia (14.088 s). L’AVS è pertanto garantita fino al 2030. La Commissione ha apportato alcune modifiche alle proposte avanzate dal Consiglio federale per una compensazione della riduzione dell’aliquota di conversione prevista dalla LPP. Essa ritiene che l’attuale livello delle rendite debba essere mantenuto.

Il 26 marzo 2015 la CSSS-S aveva deciso all’unanimità di entrare in materia sulla riforma «Previdenza per la vecchiaia 2020» (14.088 s). Dopo aver dedicato circa 45 ore all’esame del progetto, la Commissione ha approvato quest’ampia riforma, esprimendosi nella votazione sul complesso con 9 voti contro 0 e 4 astensioni. La riforma interessa 15 leggi e una disposizione costituzionale ed è soprattutto una risposta alle future sfide demografiche. In alcuni punti importanti la Commissione si scosta, con le sue proposte, da quanto avanzato dal Consiglio federale. È il caso soprattutto delle misure volte a compensare la riduzione dell’aliquota di conversione prevista dalla LPP. Tanto la variante del Consiglio federale quanto quella della CSSS-S garantiscono il finanziamento delle assicurazioni sociali fino al 2030 e il mantenimento dell’attuale livello delle rendite.

Età di pensionamento
Con 11 voti contro 2 la Commissione ha approvato l’innalzamento a 65 anni dell’età di riferimento per le donne e (con 9 voti contro 4) ha deciso di ridurre da sei a quattro anni il ritmo di adeguamento previsto dal Consiglio federale. Una flessibilizzazione permetterà la riscossione della rendita fra il 62° e il 70° anno di età.

Rendita per superstiti
Con 8 voti contro 5 la Commissione ha respinto la proposta del Consiglio federale di modificare la rendita vedovile e la rendita per orfani, misura che avrebbe comportato risparmi per 340 milioni di franchi.

Aliquota di conversione
L’aliquota di conversione determinante per il calcolo della rendita annua LPP dovrà essere ridotta in un periodo di quattro anni – come proposto dal Consiglio federale – in modo che passi dall’attuale 6,8 per cento al 6 per cento (8 voti contro 2).

Misure compensative della riduzione dell’aliquota di conversione
Per fare in modo che le rendite, malgrado la riduzione dell’aliquota di conversione, possano essere mantenute al livello attuale, il Consiglio federale ha previsto una serie di provvedimenti nell’ambito della previdenza professionale (soppressione della deduzione di coordinamento, adeguamento degli accrediti di vecchiaia, sovvenzioni dal fondo di garanzia per la generazione di transizione).

La CSSS-S vuole che l’attuale livello delle rendite venga mantenuto anche attraverso una compensazione nel secondo pilastro; essa propone tuttavia che una parte delle misure compensative sia attuata attraverso l’AVS (decisione di principio, 9 voti contro 0 e 3 astensioni). Al posto di sopprimere del tutto la deduzione di coordinamento, preferisce che ad essa si applichi una lieve riduzione. Per i giovani l’assoggettamento deve diventare obbligatorio già a partire dal 21° anno di età, mentre gli accrediti di vecchiaia, al contrario di quanto proposto dal Consiglio federale, devono essere aumentati e scaglionati in modo diverso. Le sovvenzioni dal fondo di garanzia vengono corrisposte per un periodo di 15 anni (il Consiglio federale ne prevede 25).

Per compensare l’innalzamento a 65 anni dell’età di pensionamento delle donne e la riduzione al 6 per cento dell’aliquota di conversione, la CSSS-S vuole conseguire attraverso l’AVS un miglioramento della situazione delle rendite di coloro che sono particolarmente toccati dalla riforma. Tutte le nuove rendite verranno pertanto aumentate di 70 franchi, mentre il tetto della cosiddetta rendita per coniugi passerà dal 150 al 155 per cento (9 voti contro 4).

Finanziamento
Per il finanziamento della demografia il Consiglio federale propone un aumento dell’IVA di 1,5 punti percentuali. La Commissione preferisce limitare tale aumento a un solo punto percentuale, da applicare in modo scaglionato: uno 0,3 per cento nel 2018, un altro 0,3 per cento circa una volta unificata l’età di riferimento di 65 anni, e un ulteriore 0,4 per cento a partire dal 1° gennaio 2025 (9 voti contro 3 e 1 astensione).

Le misure compensative attraverso l’AVS dovranno essere finanziate anche nell’ambito della stessa AVS, ossia con 0,3 punti percentuali sul salario (in parti uguali fra datore di lavoro e lavoratore).

Considerata l’importanza della sicurezza sociale per la Svizzera, è necessario che anche la Confederazione si impegni maggiormente sul piano finanziario: come proposto dal Consiglio federale, tanto il vecchio quanto il nuovo percento demografico IVA dovranno essere ascritti integralmente al Fondo AVS. La proposta del Consiglio federale di ridurre il contributo della Confederazione all’AVS, portandolo dal 19,55 al 18 per cento delle uscite annue dell’assicurazione, è stata però respinta all’unanimità dalla Commissione.

Altri punti
La proposta del Consiglio federale di attutire finanziariamente gli effetti derivanti dall’anticipazione della rendita AVS per le persone con redditi medio-bassi deve essere stralciata dal progetto (7 voti contro 5).

Lo stesso vale per la richiesta del Consiglio federale di armonizzare i tassi di contribuzione AVS dei lavoratori indipendenti e dei salariati e di abolire la tavola scalare dei contributi, che per i lavoratori indipendenti avrebbe comportato un ulteriore aggravio di 330 milioni di franchi.

I lavoratori anziani che perdono l’impiego devono avere la possibilità di rimanere affiliati all’attuale istituto di previdenza e di percepire dunque successivamente una rendita (unanimità).

Alle diverse proposte di maggioranza della Commissione sono state contrapposte complessivamente 13 proposte di minoranza.


Presieduta dalla consigliera agli Stati Liliane Maury Pasquier (PS, GE), la Commissione si è riunita a Berna il 12, il 13 e il 14 agosto 2015. Alla seduta era presente il consigliere federale Alain Berset.


Berna, 17 agosto 2015  Servizi del Parlamento

 

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