Ammissione al servizio civile
La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale rinuncia a limitare i periodi in cui può essere presentata una domanda di ammissione al servizio civile. La decisione è in linea con la posizione del Consiglio federale, per il quale va mantenuto il sistema attuale.

La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) ha respinto, con 15 voti contro 7 e 3 astensioni, una proposta in base alla quale la domanda di ammissione deve imperativamente essere presentata al più tardi 6 settimane prima dell’inizio della scuola reclute, oppure dopo la stessa a condizione che il richiedente non abbia ricevuto una proposta d’avanzamento. La maggioranza della Commissione ritiene che una limitazione dei periodi in cui può essere presentata una domanda di ammissione al servizio civile sia contraria alla Costituzione federale. La maggioranza teme che possa prodursi un effetto boomerang contro l’esercito e che aumenti considerevolmente il numero di persone esentate da qualsiasi obbligo per ragioni mediche (il problema della cosiddetta «via blu»). Una minoranza reputa necessario un inasprimento della legge in modo da contenere quella che ritiene essere una libera scelta. La Commissione ha pertanto concluso l’esame del disegno di revisione della legge sul servizio civile (14.059) e con 17 voti contro 5 ha deciso di proporne l’accettazione. Il progetto dovrebbe essere trattato dal Consiglio nazionale in occasione della sessione speciale.

Cooperazione di polizia e strumenti informatici per la polizia

La CPS-N propone all’unanimità di approvare gli investimenti previsti in materia di sorveglianza del traffico delle telecomunicazioni ai fini del perseguimento penale (14.065). La Commissione ritiene necessari tali investimenti, che si situano attorno ai 99 milioni di franchi per gli anni 2016-2021, al fine di permettere di sostituire i sistemi giunti al termine del loro ciclo di vita e di adeguare l’architettura del sistema all’evoluzione della tecnologia. Tali investimenti devono parimenti permettere di tenere conto dello sviluppo dell’offerta dei fornitori di servizi di telecomunicazione e di adeguare i sistemi di informazione di polizia della Confederazione gestiti dall’Ufficio federale di polizia. La CPS-N ritiene che si tratti di un progetto informatico chiave, riguardo al quale s’impone un controllo rafforzato sia sul piano tecnico sia a livello finanziario. Per la CPS-N è infine palese che il credito sarà ulteriormente adeguato verso il basso qualora al servizio di sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni non fossero attribuite le competenze aggiuntive previste nel quadro del disegno di revisione in corso della LSCPT (13.025). Con 17 voti contro 5 e 2 astensioni, la Commissione rinuncia tuttavia a inserire questa condizione nel decreto federale. Propone infine di adottare due accordi in materia di cooperazione di polizia: il primo con l’Italia (24 voti contro 0), l’altro con il Kosovo (21 voti contro 0 e 2 astensioni).

Reazione agli attentati di Parigi

Con 11 voti contro 10, la Commissione ha accolto una mozione (15.3004) che incarica il Consiglio federale di attivare al più presto una linea telefonica d’urgenza da mettere a disposizione dei cittadini, in particolare ai genitori dei giovani che sono sulla via della radicalizzazione, oppure di coordinare un analogo collegamento a livello nazionale. La CPS-N reagisce in tal modo ai recenti attentati di Parigi. D’altro canto, essa ritiene che le misure inserite nella nuova legge sul servizio informazioni (14.022, LSI) tengano già conto del rischio di azioni di questo tipo e auspica che la legge possa entrare in vigore al più presto. L’esame della legge da parte del Consiglio nazionale è previsto nel marzo 2015.

Esportazione di materiale bellico

La Commissione ha respinto, con 16 voti contro 8, una proposta di mozione con la quale si intendeva incaricare il Consiglio federale di bloccare ogni fornitura di materiale bellico all’Arabia Saudita. La maggioranza della Commissione ritiene che la Svizzera disponga di una delle legislazioni più restrittive in materia in Europa e che la prassi attuale, basata sulle decisioni prese dal Parlamento nel quadro della mozione della CPS-S (13.3662), debba essere mantenuta, nel senso che le forniture possono essere autorizzate caso per caso a condizione che il materiale fornito non abbia alcuna influenza negativa sulla situazione dei diritti dell’uomo nel Paese interessato.

Presieduta dal consigliere nazionale Thomas Hurter (UDC, SH), la Commissione si è riunita a Berna il 26 e 27 gennaio 2015. A parte della seduta era presente il consigliere federale Johann Schneider-Ammann, capo del DEFR.

 

Berna,  27 gennaio 2015 Servizi del Parlamento