Economia verde
La Commissione dell’ambiente del Consiglio nazionale ha avviato la deliberazione di dettaglio sul controprogetto all’iniziativa popolare «Economia verde». Essa sottolinea l’importanza del principio di sussidiarietà nell’attuazione delle nuove disposizioni. È inoltre del parere che, nel perseguire un uso più efficiente delle risorse, si debba tenere conto del carico inquinante causato all’estero.

Nel quadro di un’indagine conoscitiva su «Economia verde» (14.019), la Commissione ha espresso un giudizio critico sullo studio commissionato da Economiesuisse riguardante l’utilizzo efficiente delle risorse nell’economia svizzera («Ressourceneffizienz in der Schweizer Wirtschaft»). Da un lato lo studio è stato elogiato da vari commissari per l’importante apporto che fornisce a una migliore comprensione del progetto; d’altro canto è stato fatto però notare come alcuni degli argomenti addotti contro la revisione di legge appaiono poco probanti, in quanto si fondano su ipotesi che vanno molto al di là delle disposizioni previste nel quadro della modifica di legge.

Nel corso del dibattito sul progetto, la Commissione si è espressa, con 15 voti contro 9, a favore dell’introduzione di un obbligo di informazione e di consulenza per le autorità nelle questioni riguardanti il consumo delle risorse (art. 10e). Nell’articolo concernente gli obiettivi, la Commissione ha deciso con 16 voti contro 8 di seguire la versione proposta dal Consiglio federale, secondo cui le autorità, nel perseguire un uso più efficiente delle risorse, dovranno tenere conto anche del carico inquinante causato all’estero (art. 10h). Gran parte del carico inquinante provocato da prodotti che vengono consumati in Svizzera si ripercuote infatti all’estero: si tratta di un problema che non può essere trascurato. Inoltre, il fatto di non considerare i danni ambientali provocati all’estero favorirebbe il fenomeno del dumping ecologico. Nell’ambito della legislazione in materia di rifiuti, la maggioranza della Commissione si allinea perlopiù alle posizioni del Consiglio degli Stati; è tuttavia favorevole a che la legge elenchi in modo esplicito tutta una serie di rifiuti che devono essere sottoposti a riciclaggio dei materiali, fra cui il fosforo (art. 30d). Per quanto riguarda il rilascio delle autorizzazioni per gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti, aggiunge inoltre che in futuro i Cantoni dovranno garantire che l’allestimento di tali impianti non generi una situazione di sovraccapacità e non metta in pericolo l’uomo e l’ambiente. In futuro la Confederazione sarà tenuta ad approvare i piani cantonali di gestione dei rifiuti. Diverse minoranze si sono espresse a favore dell’adozione di prescrizioni ancor più incisive, mentre altre vorrebbero snellire ulteriormente il progetto. In occasione della sua prossima seduta la Commissione concluderà la trattazione della revisione di legge.

Spazio riservato alle acque: tenere maggiormente in considerazione gli interessi dell’agricoltura

La Commissione ha accolto con 15 voti contro 8 e 1 astensione la mozione depositata il 19 gennaio 2015 dalla sua omologa del Consiglio degli Stati, intitolata «Prevedere un margine di manovra nell'ordinanza sulla protezione delle acque» (15.3001); con 14 voti contro 10 ha inoltre proposto di dare seguito alle nove iniziative cantonali riguardanti lo stesso argomento (12.309, 12.320, 12.321, 12.324, 12.325, 13.301, 13.307, 13.311 e 13.314). La maggioranza della Commissione constata che tutte queste iniziative manifestano chiaramente le difficoltà cui sono confrontati i Cantoni nella delimitazione degli spazi riservati alle acque: questi spazi non possono infatti essere sfruttati in modo intensivo, benché costituiscano spesso i migliori terreni agricoli. A suo avviso, è essenziale che l’ordinanza conferisca ai Cantoni la possibilità di tenere conto delle specificità locali e degli interessi dell’agricoltura. La minoranza reputa invece che non vi sia alcun motivo di ritornare – nemmeno attraverso una modifica dell’ordinanza – sul delicato compromesso che ha permesso il ritiro dell’iniziativa popolare «Acqua viva»: tanto la mozione quanto le iniziative cantonali devono, a suo avviso, essere respinte.

Realizzazione degli obiettivi climatici attraverso l’acquisto di certificati all’estero

Con 12 voti contro 10 e 3 astensioni, la Commissione chiede al Consiglio federale attraverso una mozione (15.3382) che la legge federale sul CO2 sia modificata in modo da permettere la compensazione delle emissioni attraverso l’acquisto di almeno il 50 per cento di certificati all’estero. Per la maggioranza della Commissione, soltanto questa misura permetterà di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Il fatto che il Consiglio federale intende, nel corso dei prossimi decenni, andare al di là del limite del 20 per cento previsto dal diritto attuale rende questa modifica ancora più indispensabile. Una minoranza respinge la mozione e si oppone a un cambiamento delle regole del gioco prima del termine dell’attuale periodo di riduzione, previsto nel 2020.

Chiara decisione di entrata in materia sulla revisione della legge federale sulle foreste

La Commissione ha deciso all’unanimità di entrare in materia sul progetto di revisione della legge federale delle foreste (14.046). Essa accoglie con favore le modifiche proposte nel relativo disegno dal Consiglio federale, volte a rafforzare le misure contro gli organismi nocivi e gli effetti dei cambiamenti climatici e a promuovere l’economia del legno.

Presieduta dal consigliere nazionale Hans Killer (V/AG), la Commissione si è riunita il 20 e il 21 aprile 2015 a Berna. A parte della seduta era presente la consigliera federale Doris Leuthard.

Berna, 21 aprile 2015 Servizi del Parlamento