L’Assemblea era incentrata in particolare sull’azione parlamentare a favore dello sviluppo sociale e della giustizia sociale. In questo contesto il consigliere nazionale Christian Lohr (Il Centro, TG) ha sottolineato che per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, le politiche attuali devono essere credibili e concentrarsi sulle generazioni future. Si è espresso a favore di strutture sociali giuste ed eque, ponendo l’accento sull’accesso universale alle cure mediche, sull’educazione per tutti e sull’inclusione delle persone con disabilità. Ha inoltre insistito sull’importanza di una stretta cooperazione in seno all’UIP in ambito economico, ambientale e sociale, ricordando che la forza di una società scaturisce dall’attenzione che porta ai suoi membri più vulnerabili.
La Dichiarazione di Tachkent (F/E), adottata al termine delle discussioni, evidenzia l’urgenza di rinnovare l’impegno parlamentare a favore di uno sviluppo sociale più giusto e inclusivo. Di fronte all’aumento delle disparità e della povertà, nonché alla continua erosione della coesione sociale, i parlamentari chiedono investimenti massicci nell’educazione, nella sanità e nella tutela sociale e ambientale; la democratizzazione dell’economia per una migliore ripartizione della ricchezza e il consolidamento delle istituzioni per ripristinare la fiducia dei cittadini. Propongono un nuovo contratto sociale fondato sui diritti dell’uomo, la solidarietà e l’empowerment femminile, volto a dare nuovo slancio agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) in vista del secondo vertice mondiale per lo sviluppo sociale, che si terrà in Qatar nel novembre del 2025.
Durante l'assemblea, i membri hanno adottato due risoluzioni.
Risoluzione sulla soluzione dei due Stati per Palestina e Israele
La risoluzione, intitolata «Il ruolo dei Parlamenti nella promozione di una soluzione a due Stati in Palestina» (disponibile in franc. e ingl.), esorta i Parlamenti a impegnarsi attivamente a favore di una pace giusta e duratura, fondata sulla coesistenza dei due Stati. Sottolinea l’importanza di rispettare il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite. La risoluzione ribadisce l’urgenza di una soluzione a due Stati, sulla base dei confini del 1967, per mettere fine al conflitto israelo-palestinese. Richiama le principali risoluzioni delle Nazioni Unite e le prese di posizione anteriori all’UIP ed esprime viva preoccupazione di fronte al perpetuarsi delle violenze, alle violazioni del diritto internazionale e all’aggravarsi della crisi umanitaria, in particolare a Gaza. Il testo evidenzia il ruolo chiave che devono svolgere i Parlamenti impegnandosi a promuovere il rispetto del diritto internazionale, chiedere un cessate il fuoco immediato, promuovere l’accesso umanitario, tutelare i diritti dell’uomo e incoraggiare il reciproco riconoscimento tra Israele e Palestina. Esorta altresì i Parlamenti a sostenere la diplomazia parlamentare, l’educazione alla pace e il consolidamento delle capacità istituzionali per costruire basi solide che rendano possibile una coesistenza pacifica.
Risoluzione sulla mitigazione degli effetti a lungo termine dei conflitti sullo sviluppo sostenibile
Il testo, intitolato «Strategie parlamentari volte a mitigare gli effetti a lungo termine dei conflitti, compresi quelli armati, sullo sviluppo sostenibile» (disponibile in franc. e ingl.), evidenzia la necessità di un’azione parlamentare più vigorosa, successivamente ai conflitti armati, finalizzata a integrare strategie di resilienza, ricostruzione e coesione sociale per realizzare gli OSS. La risoluzione sottolinea che pace e sviluppo sostenibile sono indissociabili e che i conflitti armati compromettono gravemente il raggiungimento degli OSS. Ribadisce l’impatto profondo e duraturo dei conflitti sulle infrastrutture civili, sull’ambiente, sulle economie locali nonché sulle fasce della popolazione più vulnerabili, in particolare le donne, i bambini e i gruppi marginalizzati. Il testo insiste sul ruolo cruciale dei Parlamenti nel rafforzare lo Stato di diritto, promuovere i diritti dell’uomo, proteggere le infrastrutture civili, garantire l’accesso umanitario, sostenere i processi di pace e favorire l’adozione di politiche rispettose dell’ambiente in cooperazione con le organizzazioni internazionali e regionali.
Punto d’urgenza e modifica degli statuti
Sono state presentate quattro proposte di punti d’urgenza. Il Cile e il Perù hanno proposto di esortare alla riduzione dei dazi doganali e alla lotta contro il protezionismo, sottolineando che la liberalizzazione del commercio è essenziale per la crescita economica mondiale e la riduzione della povertà. Le Filippine e la Thailandia hanno presentato un progetto per mobilitare la diplomazia parlamentare a favore della pace e dell'azione umanitaria in Myanmar, a seguito del terremoto che ha colpito il Paese nonché in un contesto di crisi umanitaria aggravata. Le Seychelles, con il sostegno del Gruppo arabo e del Gruppo africano, hanno presentato una proposta incentrata sull'urgenza di rafforzare la diplomazia parlamentare in relazione alla violazione del cessate il fuoco in Palestina, all'inasprimento dei conflitti nella Repubblica democratica del Congo e in Sudan e agli effetti aggravanti dei cambiamenti climatici. In risposta, Israele ha presentato una proposta di punto d’urgenza dal titolo «porre fine alla politica dei due pesi e delle due misure: appello alla comunità internazionale affinché accolga i rifugiati di Gaza invece di sfruttarli per attaccare Israele», che ha poi ritirato prima della votazione.
Nel corso della votazione plenaria nessuna delle proposte ha raccolto la necessaria maggioranza dei due terzi.
Elezioni
Nel corso della 150ª Assemblea dell'UIP, Isabelle Chassot è entrata per la Svizzera a far parte del Gruppo di lavoro sulla scienza e la tecnologia in sostituzione di Thomas Hurter, mentre Christian Lohr è stato eletto membro del Comitato sulla salute istituito recentemente al posto del Gruppo consultivo sulla salute.
Attività svolte dall'Ambasciata svizzera e dall'ufficio regionale della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) a Tashkent
La delegazione svizzera ha avuto modo di incontrare l’ambasciatore svizzero in Uzbekistan Konstantin Obolensky, nonché i membri dell’ambasciata e dell’ufficio regionale della DSC a Tashkent. La cooperazione svizzera concentra la propria attività in Uzbekistan sulla gestione sostenibile delle risorse idriche, il miglioramento delle infrastrutture igienico-sanitarie, la riforma della formazione professionale, la governance e lo sviluppo economico inclusivo.
Da Tashkent, l'ambasciata supervisiona i progetti di cooperazione legati all'acqua nella regione in stretta collaborazione con l'ufficio regionale della DSC. L'ufficio attua, con il sostegno della SECO, il programma di cooperazione 2022-2025 per l'Asia centrale, che riguarda anche il Kirghizistan e il Tagikistan. Tra le iniziative di punta del programma figura anche Blue Peace, un progetto da 33,6 milioni di franchi che offre sostegno alla cooperazione regionale per una gestione condivisa delle risorse idriche.
La Delegazione svizzera guidata dal presidente Thomas Hurter (UDC, SH) comprendeva anche la consigliera nazionale Laurence Fehlmann Rielle (PS, GE), i consiglieri nazionali Christian Lohr (Il Centro, TG), Franz Grüter (UDC, LU), Laurent Wehrli (PLR, VD) nonché i consiglieri agli Stati Isabelle Chassot (Il Centro, FR) e Daniel Jositsch (PS, ZH).