La CPI incaricata di indagare sull’operato delle autorità federali nell’ambito della fusione d’urgenza di Credit Suisse ha adottato il 7 settembre 2023 il suo piano d’inchiesta. Ha così concluso la seconda delle quattro fasi previste.

Istituita l’8 giugno 2023, la CPI è incaricata di esaminare la legittimità, l’adeguatezza e l’efficacia della gestione delle autorità e degli organi competenti nel contesto della crisi di CS e di riferirne alle Camere federali.

Dopo aver effettuato, a metà luglio, una prima panoramica sul tema e aver stabilito uno scadenzario di massima per l’inchiesta, nella sua seduta del 7 settembre la CPI ha adottato il suo piano d’inchiesta. Pertanto, dopo la prima fase (preparazione delle basi organizzative e materiali) e la seconda fase (elaborazione del piano d’inchiesta), può prendere ora avvio la terza fase, ovvero l’inchiesta vera e propria. Questa fase prevede in particolare l’esame dei documenti rilevanti e audizioni con rappresentanti delle autorità federali. Saranno sentiti in particolare rappresentanti del Consiglio federale, del DFF, della FINMA e della BNS. Allo stato attuale si prevede che questi lavori si protrarrano fino all’inizio della sessione primaverile del 2024. Sulla base di quanto emerso dalle audizioni e dall’analisi dei vari documenti, nel corso della quarta fase si procederà alla stesura del rapporto finale e delle relative raccomandazioni. Conformemente all’articolo 169 della legge sul Parlamento, la CPI non fornisce ulteriori dettagli, in particolare l’elenco delle persone convocate alle audizioni e dei documenti richiesti.

Concezione del piano d’inchiesta

Il piano d’inchiesta della CPI è articolato in quattro periodi principali. Il primo periodo riguarda la gestione prima della crisi, più concretamente quanto accaduto prima dell’estate del 2022. La CPI intende risalire a ritroso almeno fino al 2015, anno in cui il Consiglio federale ha presentato il suo primo rapporto di valutazione sulle banche di rilevanza sistemica nell’ambito dell’attuazione del disciplinamento too big to fail entrato in vigore nel 2012. Il secondo periodo, dall’autunno 2022 a metà marzo 2023, ha come oggetto l’inizio e l’inasprimento della crisi. Il terzo periodo è quello dei giorni della crisi nella sua fase acuta, da mercoledì 15 marzo 2023 a domenica 19 marzo 2023, quando il Consiglio federale annunciò che avrebbe sostenuto l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. L’ultimo periodo, infine, riguarda l’attuazione della fusione d’urgenza. Nell’ambito della sua indagine, la CPI esaminerà l’operato di tutte le autorità coinvolte.

Impiego di uno specialista delle procedure e attribuzione di ulteriori mandati esterni

In ragione degli ampi diritti procedurali e d’informazione di cui dispone, la CIP deve condurre la sua inchiesta nel rispetto di precisi diritti e doveri procedurali. Per chiarire le complesse questioni legate alla procedura, ha deciso di avvalersi di un esperto in materia che la affiancherà nell’inchiesta.

La CIP ha inoltre definito tre mandati che saranno attribuiti esternamente. Il primo sarà conferito a uno specialista chiamato a chiarire specifiche questioni legate all’attuazione della legislazione in materia di vigilanza sui mercati finanziari. La CIP attribuirà un secondo mandato per l’elborazione di uno studio di diritto comparato sulla legislazione svizzera in materia di mercati finanziari nel confronto internazionale. Il terzo mandato prevede l’analisi dell’evoluzione di Credit Suisse negli ultimi anni.

Anche se la valutazione della gestione di Credit Suisse non rientra nell’alta vigilanza parlamentare e non è compito della CIP, costituisce comunque un’importante informazione contestuale di cui la CIP necessita per valutare l’operato delle autorità.

Presieduta dalla consigliera agli Stati Isabelle Chassot (Centro, FR), la CPI si è riunita a Berna il 7 settembre 2023.