La CPI incaricata di analizzare l’operato delle autorità federali nell’ambito della fusione d’urgenza di Credit Suisse con UBS ha tenuto questa settimana la sua 15a seduta. Dall’adozione del suo piano d’inchiesta ha condotto numerose audizioni e richiesto un’ampia documentazione alle varie autorità interessate. Prevede di presentare il suo rapporto finale entro la fine del 2024.

Istituita l’8 giugno 2023, la CPI è incaricata di esaminare la legittimità, l’adeguatezza e l’efficacia della gestione delle autorità e degli organi competenti nell’ambito della fusione d’urgenza di Credit Suisse e di riferirne alle Camere federali. Dal cambio di legislatura, la CPI si riunisce in una nuova composizione: i due membri uscenti sono stati sostituiti dal consigliere agli Stati Matthias Michel (PLR, ZG) e dal consigliere nazionale Beat Flach (PVL, AG).

L’inchiesta condotta dalla CPI sottostà al segreto della commissione e all’obbligo del segreto ai sensi degli articoli 47 e 169 della legge sul Parlamento (LParl). Tenuto conto dell’interesse pubblico, la CPI informa periodicamente sullo stato dei suoi lavori, nella misura in cui ciò sia compatibile con il diritto vigente.

Stato dei lav​ori

Dopo aver adottato il piano d’inchiesta nel settembre del 2023, la CPI ha dato avvio al lavoro d’inchiesta vero e proprio. Fino ad ora ha tenuto 15 sedute. Negli ultimi mesi la CPI si è concentrata in particolare sull’analisi di un’ampia documentazione e sull’audizione di numerosi rappresentanti delle autorità interessate nell’inchiesta, in particolare esponenti del Consiglio federale, del Dipartimento federale delle finanze (DFF), dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) e della Banca nazionale svizzera (BNS), nonché di varie altre persone rilevanti. Inizialmente si prevedeva di concludere tutte le audizioni entro la sessione primaverile. A causa della loro notevole portata, le restanti audizioni, comprese quelle scritte, saranno svolte verosimilmente entro maggio 2024. La Commissione intende che il rapporto finale sarà pronto entro la fine del 2024.

Il piano d’inchiesta della CPI è articolato in quattro periodi principali. Il primo periodo riguarda la gestione prima della crisi, più concretamente quanto accaduto prima dell’estate del 2022, mentre il secondo periodo ha per oggetto l’inizio della crisi, manifestatasi a partire dell’estate del 2022. Il terzo periodo copre i giorni della crisi nella sua fase acuta, dal 15 al 19 marzo 2023, mentre il quarto periodo riguarda l’attuazione della fusione d’urgenza. Fino ad ora la Commissione si è occupata del modo in cui le autorità hanno gestito la crisi dal suo inizio nell’estate del 2022 (secondo periodo) e durante la sua fase acuta di metà marzo 2023 (terza fase). Nell’ambito dell’attuazione del suo piano d’inchiesta, nei prossimi mesi la CPI dedicherà la propria attenzione a quanto avvenuto a partire dal 2015, tra cui l’attuazione e l’ulteriore sviluppo della legislazione «too big to fail» (TBTF), sulla gestione dei rischi e sull’individuazione tempestiva delle situazioni di crisi.

La Commissione ha finora attribuito cinque mandati esterni e ha definito due ulteriori mandati che saranno affidati a servizi esterni. I mandati menzionati riguardano tematiche legate alla vigilanza nell’ambito dei mercati finanziari e della revisione, uno studio di diritto comparato internazionale in materia di vigilanza sui mercati finanziari e di sorveglianza dei revisori, un’analisi dell’evoluzione di Credit Suisse nonché la verifica della plausibilità dei vari scenari operativi esaminati dalle autorità dall’autunno del 2022. I risultati di questi mandati confluiranno nel rapporto allestito dalla CPI.

Rapporti pubblici che fanno riferimento all’ogg​​etto dell’inchiesta condotta dalla CPI

Nel corso dell’inchiesta sono stati e saranno pubblicati vari rapporti correlati al mandato affidato alla CPI: fra di essi figurano il rapporto della BNS del settembre 2023 sulla stabilità finanziaria, il rapporto pubblicato lo scorso dicembre dalla FINMA sugli insegnamenti tratti (lessons learned) dalla crisi, nonché il rapporto TBTF del DFF previsto per la primavera del 2024. La CPI prende atto di queste pubblicazioni, non le commenta al momento e ne integra i risultati nel suo rapporto finale, laddove opportuno.

Contrastare con determinazio​​ne le indiscrezioni

Il vivo interesse mediatico suscitato dal lavoro della Commissione si riflette nelle numerose richieste di informazioni riguardanti il contenuto della sua inchiesta. Nelle ultime due settimane i media hanno riferito a più riprese in merito a presunti contenuti di singole audizioni e alla decisione della CPI di presentare una denuncia penale. La Commissione condanna qualsiasi violazione dell’obbligo del segreto, il quale vale non soltanto per gli stessi membri della Commissione ma anche per tutte le persone che partecipano alle sedute e agli interrogatori. La CPI applica con determinazione le sue misure di protezione delle informazioni e ha presentato al Ministero pubblico della Confederazione una denuncia penale contro ignoti.