La Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale, in quanto commissione della Camera prioritaria, ha avviato la deliberazione della revisione del Codice di procedura penale (19.048) e svolto alcune audizioni. Ha sentito rappresentanti dei Cantoni, delle autorità preposte al perseguimento penale, dei tribunali, del Ministero pubblico, dell’aiuto alle vittime e della dottrina. La Commissione ha in seguito deciso, con 20 voti contro 0 e 4 astensioni, di entrare in materia sul progetto.

Il Codice di diritto processuale penale svizzero del 5 ottobre 2007 (CPP) è in vigore dal 1° gennaio 2011. Esso ha sostituito i 26 codici di procedura penale cantonali. Accogliendo la mozione 14.3383 della Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (Adeguamento del Codice di procedura penale), le Camere federali si sono dette favorevoli ad affrontare le eventuali revisioni del CPP nel quadro di una visione globale. Con la presente revisione (v. messaggio del Consiglio federale del 28 agosto 2019) si tiene ora conto di diverse richieste emerse dalla prassi, tra cui la restrizione del diritto di partecipare dell’imputato, l’applicazione rigorosa del principio della doppia istanza, l’interrogatorio cui è sottoposto l’imputato nella procedura del decreto d’accusa in caso di pene detentive da scontare e l’allestimento e la registrazione di profili del DNA per far luce su reati già commessi o futuri.

Nell’ambito del dibatto d’entrata in materia la Commissione ha riconosciuto la necessità della revisione. A suo avviso, è opportuno trasporre nella legge la giurisprudenza del Tribunale federale su questioni controverse e, nel quadro della presente revisione, sottoporre a un esame approfondito gli aspetti che nella prassi si sono rivelati problematici.

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) ha constatato, mediante sentenza del 3 dicembre 2019, una violazione della CEDU da parte della Svizzera poiché sussiste una lacuna legislativa per quanto riguarda la carcerazione di sicurezza nella procedura successiva. Con gli articoli 364a e 364b del progetto si intende colmare tale lacuna. Con 13 voti contro 12 la Commissione ha deciso di affidare tali disposizioni a un progetto separato affinché possano essere trattate e poste in vigore in maniera più veloce. In tal modo vuole impedire che rei pericolosi vengano rilasciati o lasciati in libertà perché manca la base legale. Una minoranza è contraria alla separazione del progetto. La Commissione avvierà la deliberazione di dettaglio in una delle prossime riunioni.

Le domande per l’ottenimento di un contributo di solidarietà potranno ancora essere presentate

La Commissione approva il progetto legislativo della Commissione omologa del Consiglio degli Stati secondo cui le vittime di misure coercitive a scopo assistenziale e collocamenti extrafamiliari prima del 1981 potranno ancora presentare una domanda di versamento di un contributo di solidarietà (19.471). Inizialmente il termine per presentare una domanda era stato fissato per la fine di marzo del 2018. Una minoranza non vuole sopprimere del tutto tale termine ma soltanto prorogarlo alla fine del 2022. La legge sarà trattata da entrambe le Camere nella sessione primaverile.

Altri oggetti:

  • La Commissione non intende allentare le condizioni alle quali le autorità possono informare il pubblico in merito a procedimenti penali pendenti. Con 18 voti contro 4 e 1 astensione propone di respingere una mozione del Consiglio degli Stati (19.3739) che chiede di modificare in questo senso l’articolo 74 del Codice di procedura penale. Una minoranza propone di accogliere la mozione
  • Con 14 voti contro 9 e 1 astensione la Commissione propone di non dare seguito all’iniziativa parlamentare Rickli 16.483, che prevede un inasprimento della pena comminata per la violenza carnale. Essa si allinea piuttosto alla Commissione omologa del Consiglio degli Stati, che intende esaminare eventuali modifiche del diritto penale in materia sessuale nel quadro di una visione globale (disegno 3 del progetto concernente l’armonizzazione delle pene 18.043; cfr. anche il comunicato stampa della CAG-S del 17 gennaio 2020). Una minoranza propone alla Camera di dare seguito all’iniziativa.
  • La Commissione ha preso atto del parere del Consiglio federale sul progetto «Matrimonio civile per tutti» (13.468) che essa gli aveva trasmesso il 30 agosto 2019. Il Consiglio federale propone di adottare il progetto della Commissione, che sarà trattato dal Consiglio nazionale nella sessione primaverile.
  • La Commissione ha pure preso atto del parere del Consiglio federale sul progetto che chiede di migliorare l’informazione e la protezione dei consumatori per quanto riguarda il rinnovo tacito dei contratti di servizi (13.426). L’oggetto sarà trattato immutato durante la sessione primaverile.
  • La Commissione intende sancire nella legge la cosiddetta cultura del giusto («just culture»), nota per esempio nell’ambito dell’aviazione. Con 22 voti contro 0 e 1 astensione ha dato seguito all’iniziativa parlamentare Rutz 19.478.
  • La Commissione intende rafforzare la protezione dei minorenni dai matrimoni forzati. All’unanimità ha dato seguito all’iniziativa parlamentare Rickli 18.467, che chiede di modificare il Codice civile in modo tale che i matrimoni in cui uno degli sposi è minorenne siano dichiarati nulli, senza eccezioni. Ha inoltre deciso, all’unanimità, di presentare una mozione di commissione (20.3011) che incarica il Consiglio federale di tenere conto di tale normativa già nei lavori in corso sulla revisione del Codice civile.
  • La Commissione ha deciso all’unanimità di allinearsi alla decisione del Consiglio degli Stati di non entrare in materia sul progetto di modifica della legge federale sul Tribunale federale (18.051). Come spiega lo stesso Tribunale federale nel suo parere, il progetto non raggiunge l’obiettivo prefissato, ossia di migliorare ulteriormente la tutela giurisdizionale sgravando il tribunale. La Commissione ritiene quindi che non sia opportuno portare avanti il progetto.

Presieduta dalla consigliera nazionale Laurence Fehlmann Rielle (PS/GE), la Commissione si è riunita a Berna il 20 e 21 febbraio 2020.