La Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (CAG-S) si è occupata della mozione 19.4632 «Sancire nel Codice civile l’educazione non violenta» ma prima di prendere una decisione vuole attendere il prossimo rapporto del Consiglio federale sul postulato 20.3185 «Protezione dei figli dalla violenza nell’educazione».

Secondo la Commissione è indiscutibile che la violenza fisica non ha posto nell’educazione dei bambini. Tuttavia, finora il Consiglio federale ha sempre sostenuto che l’attuale situazione giuridica è sufficiente per proteggere i bambini, che sono tutelati in particolare dal diritto penale. La mozione 19.4632 chiede che la protezione dalla violenza nell’educazione sia sancita esplicitamente anche nel Codice civile (CC). Il 19 dicembre 2020 il Consiglio nazionale ha accolto il postulato 20.3185 «Protezione dei figli dalla violenza nell’educazione», che incarica il Consiglio federale di illustrare in un rapporto le possibilità di sancire nel Codice civile la protezione dei figli dalla violenza nell’educazione. L’Amministrazione sta esaminando varie soluzioni possibili in questo ambito. La Commissione sottolinea che per quanto riguarda la presente mozione vi sono ancora molte questioni delicate da risolvere. Occorrerebbe ad esempio chiarire se l’educazione non violenta debba essere disciplinata nel Codice civile o in un’altra legge, quali pretese di diritto civile deriverebbero da una tale disposizione e quali relazioni essa avrebbe con i vigenti diritti e obblighi di notifica alle autorità statali di protezione dei minori (APMA). La Commissione vuole quindi attendere il rapporto sul postulato 20.3185 e le varie soluzioni presentate dal Consiglio federale prima di decidere come sia possibile soddisfare al meglio l’esigenza di proteggere i bambini dalla violenza nell’educazione. Il rapporto del Consiglio federale sarà probabilmente disponibile nell’estate 2022. La Commissione ha pertanto deciso di rimandare fino ad allora l’esame della mozione.

Nessuno standard a livello legislativo per le perizie nel diritto in materia di protezione dei minori e degli adulti

La Commissione propone alla propria Camera all’unanimità di respingere la mozione 19.3219 «Standard qualitativi per le perizie nel diritto in materia di protezione dei minori e degli adulti». La mozione chiede al Consiglio federale di elaborare una base legale che istituisca standard qualitativi per le perizie nel diritto in materia di protezione dei minori e degli adulti. La Commissione sottolinea che i singoli casi concreti e quindi anche i requisiti per le rispettive perizie possono essere molto diversi. Non considera dunque opportuno sancire standard uniformi a livello di legge.

Necessario intervenire in relazione ai conflitti riguardanti il diritto di visita

La mozione 19.3597 «Reati contro la famiglia. Sanzionare il rifiuto di rispettare il diritto alle relazioni personali» chiede al Consiglio federale di introdurre un reato per i casi di rifiuto colposo di affidare un minorenne al detentore del diritto alle relazioni personali. La Commissione sottolinea che il genitore titolare della custodia parentale è tenuto a sostenere attivamente la relazione tra il figlio e l’altra parte. Non è tuttavia convinta che i tribunali civili sfruttino appieno le possibilità di cui già oggi dispongono. A suo avviso, nella realtà procedurale svizzera, il diritto di visita non è applicato in maniera coerente nei casi in cui il genitore titolare dell’autorità parentale rifiuta di affidare un minorenne al detentore del diritto alle relazioni personali. La Commissione ritiene pertanto che ci sia una chiara necessità d’intervenire al riguardo. Tuttavia, prima di esprimersi su ulteriori sanzioni penali, la Commissione desidera prendere visione del rapporto relativo al postulato 19.3503 «Maggiori tutele nelle contese in merito ai figli. Misure per il bene di figli, madri e padri», che il Consiglio nazionale ha accolto. Questo postulato incarica il Consiglio federale di valutare la prassi applicata nei Cantoni in materia di mediazione e intervento in caso di liti all’interno di famiglie separate. Per questo motivo la Commissione propone alla propria Camera di sospendere la trattazione della mozione fino a quando non sarà disponibile tale rapporto (per più di un anno).

Lex Koller: la Commissione non vuole una revisione

Il 27 settembre 2021 il Consiglio nazionale ha accolto la mozione 21.3598 «Modifica della legge federale sull’acquisto di fondi da parte di persone all’estero» presentata dalla Commissione dell’economia e dei tributi. La mozione incarica il Consiglio federale di sottoporre al Parlamento, sotto forma di messaggio, il suo progetto omonimo, che aveva posto in consultazione il 10 marzo 2017. In questo progetto il Consiglio federale aveva prospettato fra l’altro l’estensione degli obblighi di autorizzazione per l’acquisto di fondi per stabilimenti d’impresa e di quote di società operanti nel settore degli immobili abitativi da parte di investitori stranieri. La Commissione propone alla propria Camera con 9 voti contro 3 di respingere la mozione, rinviando al chiaro rifiuto del progetto posto in consultazione dal Consiglio federale. Inoltre, la mozione è estremamente vaga per quanto riguarda i punti della Lex Koller da sottoporre a revisione. Una minoranza propone di accogliere la mozione.

Presieduta dal consigliere agli Stati Carlo Sommaruga (PS, GE), la Commissione si è riunita a Berna il 17 febbraio 2022.