La CAG-S ha constatato che il mandato del consigliere agli Stati Marco Chiesa è connesso alla posizione dirigenziale da lui rivestita all’interno del suo partito, in particolare nel contesto dell’organizzazione della campagna elettorale federale, campagna che peraltro ha portato alla sua rielezione nel Consiglio degli Stati. La Commissione ritiene pertanto che vi sia una relazione diretta fra l’attività e la posizione ufficiale del consigliere agli Stati e i fatti contestati e ha deciso senza controproposta di entrare in materia sulla richiesta.
In un secondo passo la CAG-S ha deciso, con 8 voti contro 2, di non sopprimere l’immunità del consigliere agli Stati. A parere della Commissione la libertà di espressione e di formazione dell’opinione rivestono un’importanza fondamentale nell’ambito di una campagna elettorale democratica e tutelano anche dichiarazioni che possono suscitare forte dissenso. In tale contesto la Commissione rimanda inoltre alla linea sinora seguita in casi analoghi dalle commissioni competenti in materia di soppressione dell’immunità (13.190; 12.191).
La ponderazione degli interessi ha quindi portato la CAG-S a concludere che nel presente caso gli interessi istituzionali (interesse pubblico al funzionamento del Parlamento) prevalgono sull’interesse al perseguimento penale.
Presieduta dal consigliere agli Daniel Jositsch (S, ZH), la Commissione si è riunita a Berna il 7 e 8 ottobre 2024