La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N) si è pronunciata contro un’iniziativa parlamentare che chiede di modificare il disciplinamento dei casi di rigore per i sans papier. Per la Commissione modificare la legge non è la giusta via per affrontare la questione dei sans papier e lottare efficacemente contro il problema strettamente connesso del lavoro nero.

​Con 13 voti contro 10 la Commissione ha deciso di non dare seguito all’iniziativa parlamentare «La clandestinità non è un caso di rigore» (17.414 n). Si oppone in tal modo alla proposta del Gruppo UDC di definire i criteri per i casi di rigore nella legge invece che nell’ordinanza. Nella sua iniziativa il Gruppo UDC chiede inoltre di computare le autorizzazioni per i casi di rigore nel contingente di permessi per persone provenienti da Stati terzi. La maggioranza della Commissione dubita che una simile singola modifica della legge sia un mezzo adeguato per combattere l’immigrazione illegale.

Il diritto vigente autorizza i Cantoni a legalizzare in casi di rigore personali lo statuto di soggiorno dei sans papier, previa approvazione da parte delle autorità federali. A inizio 2017 l’annuncio del Cantone di Ginevra di voler concedere a oltre 2000 sans papier un permesso B ha suscitato reazioni contrapposte. È stato tra l’altro l’evento che ha spinto il Gruppo UDC a presentare l’iniziativa. La Commissione delle istituzioni politiche ritiene tuttavia che le misure legislative proposte siano inadeguate.

Controllare i cellulari dei richiedenti l’asilo per verificare la loro identità

I telefoni cellulari e altri supporti di dati dei richiedenti l’asilo possono essere controllati se per mancanza di documenti la loro identità non può essere verificata? Il consigliere nazionale Gregor Rutz (UDC, ZH) vorrebbe che siano create le basi legali per consentirlo (17.423 n Iv. Pa. Obbligo di collaborare dei richiedenti l’asilo e possibilità di controllare i loro cellulari). La Commissione ha accolto questa iniziativa parlamentare con 17 voti contro 7. Chi è effettivamente perseguitato politicamente non ha alcuna ragione di celare la sua identità allo Stato che gli dà asilo. L’analisi dei dati presenti nei cellulari può essere un metodo efficace per ricavare informazioni sull’identità di una persona. Secondo la minoranza questo metodo è tuttavia troppo oneroso e costituisce un’ingerenza sproporzionata nella sfera privata. Vi è inoltre già oggi la possibilità di interrompere una procedura d’asilo se il richiedente non collabora.

Espulsione di attivisti dello «Stato islamico»

Chi svolge in Svizzera attività a favore dello «Stato islamico» o altri gruppi musulmani fondamentalisti deve essere espulso. È quanto chiede un’iniziativa parlamentare del Gruppo UDC (17.445 n Iv. Pa Espulsione di attivisti dell’Islam politico [Salafiti, Stato Islamico ecc.]). La Commissione ha approvato questa iniziativa con 14 voti contro 8 e 1 astensione. Essa riconosce che sostanzialmente vi è necessità di intervenire sul piano legislativo. Accogliendo l’iniziativa, la Commissione esprime anche la speranza che quanto richiesto sia considerato nel disegno annunciato dal Consiglio federale concernente l’inasprimento degli strumenti penali per lottare contro il terrorismo. Visto che sono già pianificate misure, secondo la minoranza l’iniziativa è superflua. Inoltre, i gruppi «Al-Qaïda» e «Stato islamico» in Svizzera sono già oggi vietati; i loro membri saranno perseguiti penalmente.

Collaborazione degli stranieri nello spoglio degli scrutini federali e nelle naturalizzazioni

Alcuni Cantoni riconoscono alle persone di nazionalità straniera diritti politici sul piano comunale. Si pone la questione se queste persone possano partecipare come membri di un ufficio elettorale allo spoglio degli scrutini federali o come membri di un’autorità preposta alle naturalizzazioni alle decisioni di naturalizzazione. Il consigliere nazionale Michaël Buffat (UDC, VD) ritiene che questo non debba essere possibile e ha pertanto depositato due relative iniziative parlamentare. (17.425 n Iv. Pa. Spoglio degli scrutini federali / 17.431 n Iv. Pa. Naturalizzazione ad opera di cittadini stranieri). La Commissione ritiene che, secondo lo sperimentato costume federalista, debba essere lasciata facoltà ai Cantoni e ai Comuni di decidere come disciplinare gli uffici elettorali e le autorità preposte alle naturalizzazioni. Respinge pertanto le iniziative rispettivamente con 14 voti contro 9 e con 16 voti contro 9. Secondo la minoranza la responsabilità della scelta su chi incaricate dello spoglio degli scrutini federali e della concessione della cittadinanza dovrebbe spettare invece alla Confederazione.

Presieduta dal consigliere nazionale Kurt Fluri (PLR/SO), la Commissione si è riunita a Berna l’1 e il 2 febbraio 2018.