Durante le deliberazioni, la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati (CAPTE-S) ha appianato gran parte delle divergenze relative al disegno concernente la revisione totale della legge sul CO2 per il periodo compreso tra il 2022 e il 2030 (17.071). Nel settore degli edifici, propone di adottare la soluzione transitoria del Consiglio nazionale applicabile ai Cantoni che hanno già riveduto la loro legislazione sull’energia (art. 59d). Ha tuttavia aggiunto un piccolo complemento inteso a migliorare la raccolta dei dati relativi agli edifici: le autorità cantonali sono così tenute a inserire le informazioni concernenti l’applicazione dei valori limite di CO2 nel Registro federale degli edifici e delle abitazioni. Per quanto riguarda la computabilità degli agenti energetici rinnovabili, la CAPTE-S si allinea, con 7 voti contro 6, alla posizione del Consiglio nazionale che prevede che la quota computabile possa essere aumentata fino al 100 per cento se contemporaneamente viene migliorata l’efficienza dell’edificio. La Commissione sostiene inoltre la versione dell’articolo 7a proposta dal Consiglio nazionale, secondo la quale chiunque intenda costruire o modificare in maniera sostanziale impianti a elevate emissioni di gas serra è tenuto ad adottare adeguate misure di riduzione.
Elevato potenziale di riduzione nel trasporto stradale
Dopo che entrambe le Camere si sono chiaramente pronunciate affinché gli obiettivi per i nuovi veicoli vengano allineati a quelli dell’UE, rimangono solo pochi punti da chiarire per quanto riguarda le prescrizioni sulle emissioni. La Commissione accoglie con favore le decisioni del Consiglio nazionale, ad eccezione di quella concernente la regola fiscale per i veicoli elettrici di servizio. La CAPTE-S ritiene che le questioni di natura fiscale non debbano essere disciplinate nella legge sul CO2. Per quanto riguarda la compensazione delle emissioni di CO2 da carburanti fossili, la Commissione si allinea al Consiglio nazionale e propone alla propria Camera di stralciare la disposizione secondo la quale la quota di emissioni di CO2 che deve essere compensata con l’immissione in consumo di carburanti da fonti rinnovabili sia almeno del 5 per cento. A suo avviso, gli importatori di carburanti fossili devono avere la possibilità di scegliere come adempiere il loro obbligo di compensazione. Nella sessione estiva le Camere avevano già deciso che gli importatori possono riportare i costi di compensazione solo per un massimo di 10-12 centesimi per litro di carburante. La Commissione ha inoltre confermato la decisione, presa dal Parlamento nel dicembre del 2019 in merito all’iniziativa parlamentare Burkart (17.405), di prorogare alla fine del 2023 il limite temporale concernente le agevolazioni fiscali per i biocarburanti. Trascorso questo termine, l’impiego dei biocarburanti dovrà essere promosso attraverso la compensazione del CO2, strumento che è stato nel frattempo rafforzato.
Per accelerare la conversione ecologica del traffico concessionario, con un voto contrario e un’astensione, la Commissione ha deciso di sopprimere la restituzione dell’imposta sugli oli minerali per i veicoli utilizzati per il traffico locale a partire dal 2026 e per tutti i veicoli impiegati nel traffico concessionario a partire dal 2030. Come chiesto dal Consiglio nazionale, la Commissione propone con 8 voti contro 4 e un’astensione che le entrate supplementari che spetteranno alla Confederazione in seguito alla soppressione di questa restituzione siano utilizzate per promuovere sistemi di propulsione alternativi.
Utilizzare il prodotto delle sanzioni inflitte agli importatori di veicoli per misure di adattamento
Con 7 voti contro 6, la Commissione ha introdotto un’importante divergenza rispetto al Consiglio nazionale per quanto riguarda il Fondo per il clima: essa vuole infatti che il prodotto delle sanzioni inflitte agli importatori di veicoli siano interamente utilizzate per prevenire o ridurre i danni climatici. Dal canto suo, il Consiglio nazionale vorrebbe che soltanto la metà del prodotto di queste sanzioni, inflitte in seguito al mancato rispetto delle prescrizioni sui veicoli, venga destinata per misure di adattamento ai cambiamenti climatici, mentre l'altra metà dovrebbe confluire nel Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA). Una minoranza della Commissione sostiene la versione del Consiglio nazionale. Un’altra minoranza propone invece che il prodotto delle sanzioni confluisca integralmente nel FOSTRA.
Una tassa anche per i voli privati
La Commissione accoglie con favore il fatto che una parte della tassa sui biglietti aerei sarà utilizzata per ridurre l’impatto del traffico aereo sul clima. Tuttavia, la Commissione respinge una disposizione specifica sul carburante rinnovabile per l’aviazione introdotta dal Consiglio nazionale. A suo avviso questo punto può essere disciplinato nell’ordinanza, mentre la legge dev’essere formulata in modo neutrale dal punto di vista tecnologico.
Per ridurre le emissioni di CO2 legate al traffico aereo, la Commissione vuole una tassa non solo per i voli di linea e charter, ma anche per i voli privati e d’affari. In larga misura sostiene la versione del Consiglio nazionale tuttavia, con il voto decisivo del presidente, propone di limitare il campo d’applicazione: gli aerei con una massa al decollo superiore a 8618 kg saranno soggetti alla tassa – e non già a partire da 5700 kg, come proposto dalla minoranza. Secondo la Commissione, questa decisione facilita l’attuabilità della tassa e tiene conto degli interessi dei costruttori aeronautici svizzeri.
Per quanto riguarda l’importo della tassa sull’aviazione generale, la Commissione propone, con 7 voti contro 6, di adottare la fascia compresa fra 500 e 5000 franchi definita dal Consiglio nazionale. Tuttavia, essa prevede due criteri sui quali dovrà fondarsi il Consiglio federale per determinare l’importo della tassa entro questi limiti: il peso massimo autorizzato al decollo e la distanza percorsa. La minoranza propone una tassa forfettaria di 500 franchi. All’unanimità la Commissione ha deciso che il Consiglio federale deve riconoscere le misure di riduzione delle emissioni di CO2 adottate dagli esercenti o dagli operatori di aeromobili e ridurre la tassa cui sono soggetti, in linea con l’obiettivo di promuovere l’innovazione.
Obiettivo di riduzione nazionale del 75 per cento
Secondo la Commissione, le misure adottate sono sufficienti per raggiungere una quota interna minima del 75 per cento entro il 2030. Con 7 voti contro 6 sostiene pertanto l’obiettivo stabilito dal Consiglio nazionale. La Commissione rileva che una quota interna più elevata è coerente con quanto previsto dalla legge e che le imprese svizzere trarrebbero un notevole vantaggio dalle misure nazionali. La minoranza vuole invece mantenere la quota minima interna al 60 per cento per avere una maggiore flessibilità.
Al termine della seconda deliberazione della revisione della legge sul CO2, la Commissione è convinta che il progetto sia sulla buona strada e che le divergenze ancora esistenti possano essere eliminate rapidamente. Nella prossima fase il Consiglio degli Stati tratterà il progetto.
Rinnovo delle concessioni di impianti idroelettrici
La Commissione ha deciso con 9 voti contro 4 di non dare seguito all’iniziativa parlamentare 20.434 presentata dalla Commissione omologa del Consiglio nazionale. L’iniziativa chiede di modificare la legge federale sull’utilizzazione delle forze idriche affinché in caso di rinnovo di concessioni le autorità competenti possano ordinare misure di valorizzazione ecologica degli habitat interessati. La Commissione è convinta che i concessionari devono già rispettare esigenze molto elevate con i requisiti vigenti in materia di protezione delle acque e tutela dei pesci. Ulteriori prescrizioni, che avrebbero un impatto sulla produzione e sui costi degli impianti, potrebbero in particolare mettere a repentaglio l’obiettivo di aumento della produzione di energia idroelettrica fissato nell’ambito della Strategia energetica 2050.
Presieduta dal consigliere agli Stati Martin Schmid (PLR/GR), la Commissione si è riunita a Berna il 17 agosto 2020. A parte della seduta era presente la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga.