Nel corso di intense discussioni la Commissione dell’energia del Consiglio degli Stati si è occupata delle divergenze concernenti la legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili (21.047). In numerosi punti presenta nuove proposte per trovare un giusto equilibrio tra gli interessi di protezione e quelli di utilizzo e giungere così a un progetto ampiamente condiviso. Con 8 voti contro 5 la Commissione chiede lo stralcio dell’articolo che sospende le prescrizioni in materia di deflussi residuali per le centrali idroelettriche esistenti, come deciso dal Consiglio nazionale. A suo avviso, la disposizione proposta è discutibile sotto il profilo costituzionale. Inoltre, rimane tempo sufficiente per trovare una soluzione equilibrata alle incombenti perdite di produzione nelle centrali idroelettriche esistenti. Una minoranza vorrebbe che si seguisse il Consiglio nazionale, perché senza mantenere interamente l’attuale produzione di energia elettrica ottenuta con lo sfruttamento della forza idrica, non è possibile raggiungere l’auspicato potenziamento delle energie rinnovabili.
La Commissione si esprime inoltre a favore della delimitazione nei piani direttori cantonali di aree idonee allo sfruttamento dell’energia solare e di quella eolica. In tale pianificazione si deve tenere conto anche di interessi di protezione. Nelle aree definite deve valere che il fabbisogno di impianti per l’utilizzo di energie rinnovabili è comprovato e gli impianti sono vincolati all’ubicazione. Inoltre, in una ponderazione degli interessi devono, in linea di principio, prevalere su altri interessi nazionali. La condizione è che gli impianti non vengano realizzati all’interno di oggetti d’inventario ai sensi dell’articolo 5 LPN. Inoltre, il progetto «Chlus» dovrebbe beneficiare delle stesse agevolazioni che i 15 progetti selezionati della produzione di energia elettrica a partire da impianti idroelettrici ad accumulazione. Una minoranza si oppone a tale aggiunta.
Interesse nazionale per gli impianti destinati all’impiego di energie rinnovabili
La Commissione ha poi esaminato le condizioni quadro per impianti destinati all’impiego di energie rinnovabili nell’interesse nazionale. Come deciso anche dal Consiglio nazionale, tali impianti non devono essere ammessi, come finora, nei biotopi d’importanza nazionale e nelle riserve per uccelli acquatici e di passo, ma in linea di principio possono entrare in considerazione in margini proglaciali emergenti e pianure alluvionali alpine. Tale esclusione non si applica agli impianti idroelettrici destinati al risanamento ecologico. Nel costruire centrali idroelettriche ora dovrebbe inoltre in linea di massima essere possibile che il tratto con deflusso residuale passi attraverso queste aree protette; qui una minoranza vuole attenersi alla decisione del Consiglio nazionale. La Commissione ha voluto riaffermare (9 voti contro 3) che anche gli elettroliti e gli impianti di metanizzazione di una certa dimensione e importanza rivestono un interesse nazionale ai fini della protezione della natura e dell’ambiente (LPN).
Utilizzo obbligatorio dell’energia solare
La Commissione respinge l’obbligo, deciso dal Consiglio nazionale, di installare pannelli solari per tutte le nuove costruzioni e i grandi progetti di ristrutturazione e di rinnovamento, ritenendolo un’ingerenza eccessiva nella proprietà privata e nella sovranità dei Cantoni. Con 6 voti contro 4 e 2 astensioni propone invece di recepire a tempo indeterminato nella legge in vigore l’utilizzo obbligatorio dell’energia solare su edifici a partire da una superficie di 300 m2, come stabilito nella «Legge federale su misure urgenti volte a garantire a breve termine l’approvvigionamento elettrico durante l’inverno» (21.501, disegno 4). Una minoranza chiede un obbligo di installare pannelli solari, come da decisione del Consiglio nazionale, da applicare soltanto in caso di nuove costruzioni e di risanamenti dei tetti. Con 7 voti contro 3 la Commissione sostiene inoltre un obbligo di coprire con pannelli solari le superfici di parcheggio di veicoli a partire da una determinata dimensione. Per i nuovi parcheggi a partire da una superficie di 250 m2 tale obbligo deve valere da subito, per i parcheggi esistenti a partire da una superficie di 500 m2, con un periodo transitorio di 5 anni. Una minoranza vorrebbe semplicemente stralciare quest’obbligo, un’altra minoranza vorrebbe invece che valesse solamente per i nuovi parcheggi a partire da 500 m2 di superficie e i parcheggi esistenti a partire da 1000 m2 di superficie.
Nell’ambito della promozione delle energie rinnovabili la Commissione chiede che al Consiglio federale venga conferita la competenza di fissare, per gli impianti fino a 150 kW, retribuzioni minime per la restituzione al gestore della rete. In tal modo si intende creare sicurezza per gli investimenti anche negli impianti più piccoli e dunque più costosi. In compenso vanno soppresse le disposizioni transitorie con retribuzioni fisse decise dal Consiglio nazionale, in quanto gravano eccessivamente sui gestori di rete e sui consumatori di energia elettrica vincolati. Inoltre, la CAPTE-S vorrebbe mantenere la possibilità di creare un incentivo speciale per la produzione di elettricità nei mesi invernali nel contesto dei «premi di mercato fluttuanti». Se in quei mesi il prezzo di mercato di riferimento per l’elettricità supera la rimunerazione assicurata, il gestore dell’impianto deve ricevere una quota, fissata dal Consiglio federale, compresa tra il 10 e il 40 per cento dell’eccedenza.
Creazione di un mercato per prestazioni di servizio concernenti l’efficienza energetica
Con 6 voti contro 5 e 1 astensione, la Commissione sostiene il programma, deciso dal Consiglio nazionale per la creazione di un mercato per prestazioni di servizio concernenti l’efficienza energetica. Tale programma prevede che le aziende di approvvigionamento energetico (AAE) debbano dimostrare annualmente di avere adottato misure volte a migliorare l’efficienza elettrica presso gli utenti finali o che tali misure siano state commissionate a terzi, i cosiddetti fornitori di servizi di efficienza. Il raggiungimento o meno dell’obiettivo non dipende dalla vendita di energia elettrica da parte dell’AAE: le prestazioni di servizio concernenti l’efficienza energetica rappresentano un nuovo settore di attività indipendente. Le misure non sono neppure limitate al comprensorio della rispettiva AAE. In tal modo si possono adottare dapprima sull’intero territorio nazionale le misure più convenienti. Una minoranza respinge questo programma di efficienza adducendo come giustificazione le spese di esecuzione e i conflitti a livello di obiettivi delle AAE, nonché le misure esistenti volte ad aumentare l’efficienza.
Per quanto riguarda la riserva di energia di cui all’articolo 8a LAEl, la Commissione segue sostanzialmente la decisione del Consiglio nazionale. I gestori di centrali idroelettriche ad accumulazione devono quindi potere essere obbligati a costituire una riserva. Talune condizioni quadro dovrebbero però essere modificate, ad esempio l’obbligo dovrebbe essere possibile soltanto per i gestori di centrali a partire da una capacità di 10 GWh. L’indennità per l’acqua tenuta a disposizione deve inoltre tenere conto dell’attuale situazione di mercato.
Condizioni quadro per reti elettriche del futuro
Con 11 voti contro 1 e 1 astensione la Commissione è favorevole a ripartire solidalmente sui consumatori di energia elettrica in tutta la Svizzera tutti i potenziamenti della rete necessari per l’immissione di energia rinnovabile. Per gli ampliamenti al livello di rete più basso, al gestore della rete va versato un importo forfettario senza che sia necessaria un’autorizzazione dell’ElCom. Al pari del Consiglio nazionale, la Commissione propone di ripartire a livello nazionale anche i costi per potenziare determinate linee di raccordo. Di tale sostegno dovrebbero beneficiare linee tra il confine del terreno su cui si trova un impianto di produzione di energia rinnovabile e il punto di raccordo.
Nel settore del servizio universale per l’energia elettrica (art. 6 LAEl), la Commissione chiede di attenersi al diritto vigente e dunque al metodo del prezzo medio. La modifica decisa dal Consiglio nazionale non ha convinto. La Commissione sostiene tuttavia l’introduzione di un prodotto elettrico standard che dovrebbe basarsi in particolare su energia rinnovabile indigena.
La Commissione chiede di rinunciare a un’apertura del mercato nel settore delle misurazioni e si attiene così alla decisione del Consiglio degli Stati. I dati rilevati dai gestori di rete devono tuttavia essere disponibili in maniera migliore. La Commissione segue poi la decisione del Consiglio nazionale secondo cui anche gli impianti di stoccaggio con consumo finale dovrebbero essere esentati dal corrispettivo per l’utilizzazione della rete: per l’energia elettrica reimmessa deve essere possibile rimborsare il suddetto corrispettivo. Una minoranza chiede di attenersi alle decisioni del Consiglio degli Stati. L’utilizzo della flessibilità nel consumo di elettricità deve essere possibile soltanto con l’accordo esplicito di coloro ai quali appartiene detta flessibilità.
Considerato il complesso appianamento delle divergenze relativo all’atto mantello, la Commissione ha dovuto constatare che il tempo non basta per concludere prima della sessione estiva la deliberazione di dettaglio della legge sul CO2 (22.061). Essa porterà quindi questo progetto nella sessione autunnale.
Presieduta dalla consigliera agli Stati Adèle Thorens Goumaz (G, VD), la Commissione si è riunita a Berna l’11 e il 12 maggio 2023. A parte della seduta era presente il consigliere federale Albert Rösti.