Né l’iniziativa popolare «No all’allevamento intensivo in Svizzera (Iniziativa sull’allevamento intensivo)» (21.044) né il controprogetto indiretto del Consiglio federale ottengono la maggioranza nella CET-N. Varie proposte di minoranza sono state presentate per il dibattito nella sessione invernale in Consiglio nazionale.

L’iniziativa sull’allevamento intensivo si prefigge di vietare questa pratica e di sancire nella Costituzione federale la tutela della dignità dell’animale nell’ambito della detenzione a scopo agricolo. A tal fine occorre stabilire requisiti almeno corrispondenti a quelli delle direttive Bio Suisse 2018. L’iniziativa chiede inoltre prescrizioni sull’importazione di animali e di prodotti animali a fini alimentari che tengano conto del nuovo articolo costituzionale. La maggioranza della Commissione condivide il parere del Consiglio federale secondo cui l’iniziativa creerebbe diversi problemi (p. es. incompatibilità con gli obblighi internazionali della Svizzera, elevati oneri amministrativi, direttive di un’organizzazione privata come prescrizione a livello costituzionale) e segnala in particolare che la Svizzera già oggi ha la legge sulla protezione degli animali più severa al mondo e prescrizioni eccezionalmente restrittive concernenti gli effettivi massimi di animali per ogni azienda che pratica l’allevamento. A suo avviso, anche il controprogetto del Consiglio federale è discutibile, poiché va contro l’obiettivo del Consiglio federale stesso di ridurre le emissioni di ammoniaca e inoltre si concentra principalmente sugli allevatori di bovini. Con 14 voti contro 10, la CET-N propone pertanto di non entrare in materia sul controprogetto diretto e, con 14 voti contro 5 e 5 astensioni, di raccomandare di respingere l’iniziativa. Una minoranza reputa il controprogetto del Consiglio federale una proposta pragmatica per migliorare il benessere degli animali; un’ulteriore minoranza propone di raccomandare di accogliere l’iniziativa. Con 14 voti contro 10, la Commissione ha altresì rinunciato a elaborare un controprogetto indiretto all’iniziativa a livello di legge. A suo avviso, vi si oppongono i tempi stretti e il fatto che difficilmente l’iniziativa verrebbe ritirata. Una minoranza intende portare anche questa richiesta in Consiglio nazionale.

2. Salari minimi cantonali: la CET-N segue il Consiglio degli Stati

Con 12 voti contro 11 e 1 astensione la CET-N raccomanda di non entrare in materia sul progetto 21.032 «Legge sui lavoratori distaccati. Modifica». Aderisce così alla decisione del Consiglio degli Stati del 29 settembre scorso. Questo progetto, che attua la mozione 18.3473, mira a imporre ai datori di lavoro stranieri il rispetto di eventuali salari minimi cantonali. Temendo che tale misura mini il partenariato sociale, la maggioranza della Commissione ritiene che spetti ai Cantoni far applicare salari minimi alle persone che lavorano sul proprio territorio. Da parte sua, la minoranza ricorda che la stragrande maggioranza dei Cantoni si è mostrata favorevole al progetto, la cui attuazione permette di garantire la certezza del diritto e tutela i lavoratori svizzeri. Il Consiglio nazionale si pronuncerà sull'entrata in materia durante la sessione invernale.

3. Legge sugli investimenti collettivi pronta per la sessione invernale

Dopo che nella sua ultima seduta è già entrata in materia sulla revisione della legge sugli investimenti collettivi (20.062), la CET-N ha ora svolto la deliberazione di dettaglio. Nelle sue decisioni ha seguito perlopiù il Consiglio degli Stati. Diversamente da quest’ultimo, rifiuta tuttavia di prevedere negli investimenti collettivi di capitali aperti la possibilità di sospendere il diritto di riscatto in qualsiasi momento per più di cinque anni (14 voti contro 8 e 1 astensione). Inoltre, la CET-N propone alla sua Camera che – nell’ambito dei valori limite della legge sugli istituti finanziari – anche i gestori patrimoniali possano amministrare fondi L-QIF (9 voti contro 9 e 4 astensioni, con il voto preponderante del presidente). Infine, una minoranza vuole escludere totalmente gli investimenti immobiliari come categoria d’investimento. Nella votazione sul complesso la Commissione ha approvato il disegno con 14 voti contro 8 e 1 astensione. Una minoranza respinge la totalità del disegno e propone pertanto di non entrare in materia. L’affare passa ora nella sessione invernale al Consiglio nazionale.

4. Avvio delle deliberazioni sul cambio di sistema nell’ambito dell’imposizione della proprietà abitativa

La Commissione ha avviato le deliberazioni sul progetto di atto legislativo, elaborato dalla CET-S, per un cambio di sistema nell’ambito dell’imposizione della proprietà abitativa (17.400). In tale contesto, ha dapprima sentito rappresentanti della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDCF), dell’Unione delle città svizzere (UCS), dell’Associazione dei Comuni Svizzeri (ACS), degli ambienti scientifici, dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA), del think tank Avenir Suisse, della Banca cantonale di Zurigo (Zürcher Kantonalbank, ZKB), dell’Associazione svizzera dei proprietari fondiari (APF), della Chambre Genevoise Immobilière, dell’Associazione Svizzera Inquilini (ASI) e dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri (USAM). Inoltre, in vista dei suoi ulteriori lavori, la Commissione ha incaricato l’Amministrazione di indicare possibilità di compensazione per i Cantoni di montagna in caso di inserimento delle abitazioni secondarie nel cambio di sistema. In occasione della sua prossima riunione, la Commissione svolgerà il dibattito di entrata in materia; avvierà la deliberazione di dettaglio nel primo trimestre 2022.

5. Esaminare più a fondo l’esenzione fiscale delle organizzazioni di utilità pubblica

Con 14 voti contro 10 e 1 astensione la Commissione propone alla sua Camera di accogliere la mozione 20.4162 già approvata dal Consiglio degli Stati. La maggioranza sottolinea che non sono necessarie nuove basi legali, bensì semplicemente un controllo più preciso sull’effettivo adempimento dei requisiti per l’esenzione fiscale delle organizzazioni di utilità pubblica. Questo contribuisce a maggiore trasparenza nell’impiego dei mezzi finanziari nel lavoro politico. Secondo la minoranza la mozione non consente di raggiungere tale obiettivo e causa in primo luogo un grosso onere amministrativo e livello di personale ai Cantoni e, in particolare, all’AFC.

6. Prescrizioni più rigide per gli impianti di depurazione delle acque di scarico

Nel corso della sessione estiva il Consiglio degli Stati aveva modificato la mozione della CET-N volta a inasprire le prescrizioni per gli impianti di depurazione delle acque di scarico (20.4262). Non tutti gli impianti di depurazione delle acque di scarico, bensì soltanto quelli le cui immissioni superano il valore limite devono conformarsi alle prescrizioni supplementari in materia di depurazione. Con 21 voti contro 3 e 1 astensione, la CET-N propone ora di accogliere la mozione nella sua forma emendata. La Commissione, cui preme molto la pulizia delle acque, si rallegra del buon rapporto costi-benefici del presente progetto.

7. Tutelare le razze di animali da reddito indigene

La Commissione chiede alla sua Camera, senza voti contrari, di accogliere la mozione «Conservazione delle razze di animali da reddito indigene» (21.3229). A suo avviso queste razze sono meritevoli di tutela in quanto importanti per l’agricoltura, il turismo, la cultura, nonché la storia di singole regioni del Paese

8. Ulteriori decisioni

Sul tema del coronavirus, la Commissione ha preso atto della risposta del Consiglio federale alla lettera che gli aveva indirizzato in occasione della sua ultima seduta (v. comunicato stampa). Giudicando troppo vaghi gli scenari elaborati dal Consiglio federale, con 17 voti contro 7 e 1 astensione ha deciso di incaricarlo di definire prospettive vincolanti di uscita dalla crisi e che prevedano una graduale eliminazione delle restrizioni. Durante la seduta di novembre la Commissione si occuperà nuovamente di questo tema e valuterà l'opportunità di trasmettere alla CSSS-N un corapporto sulla futura revisione della legge COVID-19.

La Commissione ha preso atto del ritardo da uno a due trimestri nella prevista valutazione della legge sull’infrastruttura finanziaria (LInFi). Con 13 voti contro 10, la Commissione ha pertanto deciso di non attendere oltre con i lavori in adempimento dell’iniziativa parlamentare 18.489 (cfr. il comunicato stampa del 18 maggio 2021). Su mandato della Commissione, la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) elaborerà entro il primo semestre 2022 un pertinente progetto di atto legislativo con relativo rapporto.

Presieduta dal consigliere nazionale Christian Lüscher (PLR/GE) e dal vicepresidente Leo Müller (PPD/LU), la Commissione si è riunita a Berna il 18 e il 19 ottobre 2021. A parte della seduta erano presenti il presidente della Confederazione Guy Parmelin e i consiglieri federali Alain Berset e Ueli Maurer.