La Commissione non auspica un riesame dell’imposizione parziale dei dividendi a livello cantonale e respinge quindi la proposta della CET-S di rivenire su queste disposizioni.

​1. Riforma III dell’imposizione delle imprese: respinta la proposta della CET-S di rivenire su talune disposizioni

Il 12 aprile la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) ha iniziato l’appianamento delle divergenze in merito alla Riforma III dell’imposizione delle imprese (15.049) e con 10 voti contro 2 ha approvato una proposta di rivenire sulle disposizioni concernenti l’imposizione parziale dei dividendi a livello cantonale: in questo ambito la CET-S intendeva proporre alla propria Camera di sancire un’aliquota minima del 60 per cento.

La Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale (CET-N) ha ora deciso con 15 voti contro 10 di non sostenere tale proposta. Essa non ha auspicato un’armonizzazione in questo settore e di conseguenza nemmeno un riesame delle relative disposizioni, poiché ritiene che la presente riforma debba lasciare ai Cantoni un’autonomia il più ampia possibile per reagire alla soppressione dei regimi fiscali cantonali. La CET-S non potrà pertanto sottoporre al Consiglio degli Stati nuove proposte concernenti l’imposizione dei dividendi.

 

2. Approvata l’entrata in materia su un controprogetto diretto all’iniziativa popolare «Sì alla protezione della sfera privata»

Nella seduta di gennaio di quest’anno la CET-N si era detta favorevole a esaminare un controprogetto diretto all’iniziativa popolare «Sì alla protezione della sfera privata» (15.057), contrariamente alla sua decisione dell’ottobre 2015. Nella presente seduta la Commissione ha quindi approvato, con 18 voti contro 7, l’entrata in materia sul controprogetto. Quest’ultimo persegue lo stesso scopo degli autori dell’iniziativa popolare, cioè di iscrivere nella Costituzione federale l’attuale regolamentazione del segreto bancario.

La minoranza della Commissione ha respinto la proposta poiché ritiene che crei incertezza giuridica a scapito della piazza finanziaria, non apporti vantaggi ai contribuenti fiscali onesti e contraddica la strategia del Consiglio federale volta a far emergere il denaro non dichiarato. La Commissione concluderà la deliberazione di dettaglio probabilmente nella seduta del 19 e 20 maggio, dopodiché il testo del controprogetto sarà posto in consultazione.

 

3. Misure collaterali nell’ambito della libera circolazione delle persone

Il disegno (16.029) disciplina le condizioni per la proroga agevolata dei contratti normali di lavoro di durata determinata che prescrivono salari minimi, ai sensi dell’articolo 360a del Codice delle obbligazioni (CO). Nell’ambito di un altro oggetto (15.054, Legge sui lavoratori distaccati) il Consiglio nazionale ha già adottato, con 103 voti contro 77 e 11 astensioni, una modifica dell’articolo 360a CO di tenore analogo. La soluzione del Consiglio nazionale è tuttavia meno restrittiva in quanto ammette la possibilità della proroga anche in presenza soltanto di una delle due condizioni cumulative previste dal Consiglio federale nel suo disegno, cioè il fatto che vi siano state violazioni ripetute delle prescrizioni sul salario minimo oppure che vi sia motivo di credere che nuovi abusi possano verificarsi allo scadere del contratto normale di lavoro.

L’oggetto 15.054 è ora pendente presso la CET-S, la quale ne ha sospeso l’esame in attesa delle decisioni del Consiglio nazionale in merito all’oggetto 16.029.

Dopo aver proceduto ad audizioni (segnatamente della Conferenza dei direttori cantonali dell’economia pubblica, nonché dei partner sociali) la CET-N ha deciso, con 24 voti contro 0 e 1 astensione, di non entrare in materia sul presente progetto. Alcuni membri della Commissione sono favorevoli al progetto ma non ritengono opportuno entrare in materia per motivi di ordine formale, visto che la stessa disposizione figura già, in versione addirittura più incisiva, nel progetto 15.054. Un’altra parte della Commissione si oppone all’entrata in materia per motivi materiali poiché considera che il problema concerna soltanto determinati Cantoni e che le misure collaterali attuali siano più che sufficienti.

 

4. Vendita di fondi agricoli e silvicoli: reintroduzione della prassi fiscale previgente

Il messaggio del Consiglio federale concernente la legge federale sull’imposizione di fondi agricoli e silvicoli (16.031) si basa sulla mozione Müller Leo (12.3172, Imposizione di fondi agricoli e silvicoli). Per l’imposizione degli utili derivanti dall’aumento di valore conseguito con l’alienazione di fondi agricoli e silvicoli il progetto prevede di reintrodurre la prassi fiscale precedente, modificata a seguito di una decisione del Tribunale federale del 2 dicembre 2011. Con 13 voti contro 12 la CET-N è entrata in materia sul progetto e con il medesimo rapporto di voti lo ha approvato nella votazione sul complesso.

All’interno della Commissione la citata decisione del Tribunale federale e le sue ripercussioni sono state valutate in modo diametralmente opposto. Per la maggioranza della Commissione il Tribunale federale ha misconosciuto la volontà del legislatore e ha causato un cambiamento di prassi dalle conseguenze negative per gli agricoltori, poiché nel loro caso gli utili derivanti dall’aumento di valore dei fondi agricoli e silvicoli sono oggi tassati in modo sproporzionato rispetto ai privati. Secondo la minoranza invece la decisione del Tribunale federale è ineccepibile, mentre una reintroduzione della prassi fiscale previgente causerebbe una disparità di trattamento tra agricoltori e lavoratori indipendenti e lederebbe quindi i principi costituzionali dell’uguaglianza giuridica e dell’imposizione secondo la capacità economica. Con 18 voti contro 7 la Commissione ha inoltre approvato la proposta di applicare le nuove disposizioni anche alle tassazioni attualmente in sospeso e pertanto non ancora passate in giudicato. Il Consiglio nazionale esaminerà l’oggetto durante la sessione speciale nel mese di aprile 2016.

 

5. Scambio automatico di informazioni

Dopo l’approvazione da parte del Consiglio degli Stati, la Commissione è entrata in materia senza opposizione sul decreto federale che approva e attua un Protocollo di modifica dell’Accordo sulla fiscalità del risparmio tra la Svizzera e l’UE (15.081). Tale Accordo contempla segnatamente tre elementi essenziali: lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale (SAI) conformemente alla norma internazionale dell’OCSE, lo scambio di informazioni su domanda conformemente alla vigente norma dell’OCSE e l’esenzione dall’imposta alla fonte per i pagamenti transfrontalieri di dividendi, di interessi e di canoni tra società consociate. La Commissione ha respinto, con 16 voti contro 8, una proposta di rinvio con la quale si chiedeva al Consiglio federale di completare l’Accordo in modo da impedire lo scambio di dati con i Paesi dell’UE che non hanno ancora avviato il processo di regolarizzazione. La maggioranza della Commissione ha ritenuto che la regolarizzazione degli averi non dichiarati ha potuto essere sostanzialmente realizzata e che sarebbe pertanto irrealistico e inopportuno rimettere in discussione la globalità dell’Accordo. Nel voto sul complesso la Commissione ha approvato il decreto federale con 16 voti contro 8.

Allineandosi alla decisione del Consiglio degli Stati, la Commissione ha approvato, con 16 voti contro 8, il decreto federale che introduce lo scambio automatico di informazioni relative a conti finanziari con l’Australia (15.076). Con 16 voti contro 8 la Commissione ha in particolare respinto una proposta che chiedeva di autorizzare il Consiglio federale ad attivare lo scambio automatico di informazioni con l’Australia soltanto quando le altre piazze finanziarie importanti avranno deciso in modo definitivo di introdurre lo scambio automatico. La maggioranza della Commissione ha reputato che la Svizzera deve evitare di farsi rimproverare un ritardo nell’adempimento degli impegni assunti nei confronti dell’OCSE.

 

6. Abolizione delle tasse di bollo

L’iniziativa parlamentare 09.503 chiede l’abolizione delle tasse di bollo ancora esistenti. Un primo progetto elaborato separatamente nel quadro di tale iniziativa e concernente l’abolizione della tassa di emissione sul capitale proprio è attualmente all’esame della CET-S, mentre un altro identico progetto è pendente presso la CET-N nell’ambito della Riforma III dell’imposizione delle imprese.

Pure elaborato nel quadro dell’oggetto 09.503, un terzo atto legislativo è focalizzato sull’abolizione delle tasse rimanenti, ossia la tassa di negoziazione e la tassa sui premi di assicurazione.

Quest’ultimo progetto preliminare è stato approvato dalla Commissione con 14 voti contro 5 e 2 astensioni. La maggioranza ritiene che tale progetto sia necessario per garantire la competitività della piazza finanziaria svizzera. La minoranza che propone di togliere dal ruolo l’iniziativa ritiene invece che le ripercussioni finanziarie causate dal progetto siano gravi e che non sia stata prevista alcuna compensazione finanziaria.

Il progetto preliminare approvato dalla Commissione prevede che il Consiglio federale determini l’entrata in vigore della legge, con la possibilità di scaglionare nel tempo l’abolizione delle diverse tasse previste dal progetto. I proventi attuali di tali tasse (per il 2015) ammontano a 1,319 miliardi all’anno per la tassa di negoziazione e a 710 milioni all’anno per la tassa sui premi di assicurazione.

In occasione di una delle sue prossime sedute la Commissione prenderà atto della versione consolidata del progetto preliminare in vista della consultazione e deciderà come proseguire i lavori.

 

7. Revisione dell’ordinanza sui fondi propri

La Commissione ha chiesto di essere consultata in merito alla revisione dell’ordinanza sui fondi propri (too big to fail). In tale ambito ha sentito il parere di rappresentanti dell’Associazione svizzera dei banchieri, la UBS Group SA, la CS Group SA, la Banca cantonale di Zurigo e il gruppo Raiffeisen. Inoltre ha raccolto informazioni in merito presso rappresentanti della Banca nazionale svizzera e dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA). La CET-N ha rinunciato a formulare raccomandazioni concrete all’attenzione del Consiglio federale in merito a questa ordinanza.

 

Infine, contrariamente a quanto deciso in una seduta precedente, la CET-N ha rinunciato a elaborare un corapporto in merito alla modifica della legge sugli stranieri (16.027). La CET-N è convinta che la Commissione delle istituzioni politiche, competente per questo oggetto, esaminerà la questione in un’ottica globale e tenendo conto anche degli elementi di politica economica.

 

Presieduta dalla consigliera nazionale Susanne Leutenegger Oberholzer (PS, BL), la Commissione si è riunita a Berna il 18 e 19 aprile 2016, in presenza del presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann e del consigliere federale Ueli Maurer.

 

 

Berna, 20 aprile 2016 Servizi del Parlamento