Nella prima fase della procedura di appianamento delle divergenze nel progetto di revisione della legge sugli acquisti pubblici (17.019) la CET-S ha mantenuto nove divergenze. Inoltre con 11 voti contro 1 propone di rivenire sull’articolo 24 capoverso 2.

​Restano le seguenti divergenze:

  • art. 3 lett. g / art. 41 cpv. 1: la maggioranza della Commissione ha seguito in larga misura la decisione del Consiglio nazionale nei due articoli, ma con 9 voti contro 3 e 1 astensione ha completato l’articolo 41 capoverso 1. Considerato che il prezzo continuerà a influire sulla decisione, la «offerta più vantaggiosa» dovrà essere definita come quella che ha il migliore rapporto prezzo-prestazione;
  • art. 7 cpv. 1: con 7 voti contro 0 e 4 astensioni la Commissione ha nuovamente adeguato la versione del Consiglio degli Stati. I settori sottoposti per legge alla libera concorrenza dovranno essere esclusi dall’assoggettamento alla legge sugli appalti pubblici;
  • art. 10 cpv. 1 lett. i: all’unanimità la Commissione ha confermato la decisione del Consiglio degli Stati, secondo cui PUBLICA non va sottoposta all’ambito dell’Accordo dell’OMC sugli appalti pubblici (GPA) poiché non si tratta di un’impresa pubblica;
  • art. 11 lett. f / art. 35 lett. s: a titolo di compromesso la CET-S propone all’unanimità di permettere, se necessario, la riscossione di un emolumento a copertura dei costi;
  • art. 12 cpv. 1: contrariamente al Consiglio nazionale, la CET-S propone, con 6 voti contro 6 e voto preponderante del presidente, di mantenere l’introduzione del principio del luogo di origine. L’applicazione di tale principio è imposta ai Cantoni dalla legge federale sul mercato interno e la Commissione ritiene pertanto che debba valere anche per la Confederazione;
  • art. 24 cpv. 2: la CET-S propone di rivenire sulle decisioni concernenti questo articolo e con 9 voti contro 3 chiede di completarne il tenore aggiungendo l’espressione «i prezzi e il prezzo complessivo». Con questa aggiunta la Commissione desidera esprimere in modo ancora più categorico il divieto di rinegoziare il prezzo convenuto. Si potrà rivenire sulla decisione soltanto se anche la commissione omologa del Consiglio nazionale lo chiederà;
  • art. 29 cpv. 1 e 2: con 9 voti contro 4 la Commissione propone di sostituire nel capoverso 1 il concetto «livello di prezzi» con il concetto «differenze nel potere d’acquisto» e di mantenere di conseguenza la versione del capoverso 2 decisa dal Consiglio degli Stati. In tal modo intende proteggere meglio le PMI svizzere dalle offerte a prezzi stracciati;
  • art. 35 lett. l / art. 37 cpv. 3 / art. 38 cpv. 4: con 11 voti contro 1 la Commissione propone di migliorare la formulazione in queste disposizioni, senza tuttavia mettere in discussione il cosiddetto metodo delle due buste;
  • art. 41 cpv. 2: dato che la procedura per le prestazioni standardizzate è già disciplinata nell’articolo 29 capoverso 4, già approvato dalle due Camere, la CET-S propone all’unanimità di stralciare questo capoverso;
  • art. 59: con 10 voti contro 3 la Commissione mantiene la proposta di stralciare il diritto d’esame degli atti, poiché ritiene che tale diritto possa essere disciplinato a livello di ordinanza.

Il Consiglio degli Stati tratterà questo oggetto verosimilmente durante la sessione estiva 2019.

2. Le serie di banconote ritirate devono poter essere cambiate senza limitazioni temporali

Per quel che concerne le divergenze nel progetto 18.025, la Commissione propone alla propria Camera di aderire alle decisioni del Consiglio nazionale, che a suo parere costituiscono un compromesso ragionevole tra il disegno del Consiglio federale e la prima decisione del Consiglio degli Stati. Con 9 voti contro 1 appoggia dunque la soppressione del termine per il cambio delle serie di biglietti di banca ritirate, mentre con 10 voti contro 0 appoggia la proposta secondo cui il 90 per cento del controvalore delle banconote non cambiate entro 25 anni dal loro ritiro sarà distribuito al Fondo svizzero di soccorso per danni causati dalla natura e non assicurabili (Fondssuisse) nonché alla Confederazione e ai Cantoni.

3. Attuazione delle raccomandazioni del Forum globale sulla trasparenza

Con 11 voti contro 1 e 1 astensione la Commissione è entrata in materia sul progetto 18.082 di attuazione delle raccomandazioni del Forum globale e ha avviato la deliberazione di dettaglio. Su punti importanti, in particolare sulla questione della conversione di azioni al portatore in azioni nominative, la decisione è tuttavia stata differita in attesa di ottenere ulteriori informazioni dall’Amministrazione. La conclusione della deliberazione di dettaglio è prevista per la prossima riunione che si svolgerà il 2 maggio.

4. La Commissione ritiene necessario migliorare la valutazione dei rischi nel caso di investimenti diretti esteri

La Commissione ha preso atto del rapporto del Consiglio federale in adempimento dei postulati Bischof (18.3376) e Stöckli (18.3233). In questo contesto ha anche esaminato la mozione Rieder (18.3021) e con 7 voti contro 5 ne propone l’adozione alla propria Camera. La maggioranza della Commissione è preoccupata dai recenti sviluppi internazionali nell’ambito delle acquisizioni strategiche di imprese e degli investimenti in infrastrutture e imprese di rilevanza sistemica. Sebbene la Commissione ritenga che la situazione attuale in Svizzera non richieda risposte immediate, nondimeno considera insufficienti le basi legali vigenti e di conseguenza anche la capacità del nostro Paese di reagire a eventuali sviluppi economico-politici problematici. Una minoranza della Commissione condivide invece l’argomentazione del Consiglio federale, che in ambito di protezione degli interessi strategici rimanda alle basi legali e ai meccanismi di protezione già esistenti.

5. Le esigenze poste alla dichiarazione di obbligatorietà generale dei CCL non devono essere rese più flessibili

La Commissione ha deciso, con 7 voti contro 4 e 1 astensione, di non approvare la decisione della commissione omologa del Consiglio nazionale di dare seguito a tre iniziative parlamentari di uguale tenore (17.406, 17.407, 17.408) che chiedono di flessibilizzare le esigenze poste alla dichiarazione di obbligatorietà generale dei CCL. La Commissione ha fatto notare che l’orientamento generale delle iniziative non convince e sottolinea come circa il 50 per cento sia dei datori di lavoro sia degli impiegati non siano organizzati. Inoltre i settori non sono più così nettamente separati come in passato, rendendo più difficile concludere un CCL. Si corre d’altronde il rischio che un piccolo gruppo di datori di lavoro con grandi aziende possa dominare numerosi datori di lavoro con aziende di minori dimensioni. La Commissione si riserva però di ritornare in futuro sulla questione, eventualmente con una mozione.

6. Ancorare nell’ordinanza i compiti dell’Istituto nazionale svizzero di allevamento equino

La CET-N auspica che i compiti dell’Istituto nazionale svizzero di allevamento equino siano iscritti nella legge federale sull’agricoltura. La CET-S ritiene per contro che questi aspetti non vadano iscritti a livello di legge e di conseguenza non appoggia la corrispondente iniziativa parlamentare depositata dal consigliere nazionale Olivier Feller (17.461). Con 8 voti contro 1 ha invece adottato una mozione di commissione 19.3415 che incarica il Consiglio federale di concretizzare a livello di ordinanza i compiti dell’Istituto nazionale svizzero di allevamento equino, in primo luogo la salvaguardia della biodiversità nel settore equino, in particolare per quanto concerne la razza delle Franches-Montagnes. Il Consiglio federale intende procedere ai corrispondenti adeguamenti a livello di ordinanza nell’ambito della Politica agricola a partire dal 2022 (PA22+).

7. Accordo istituzionale tra la Svizzera e l’UE

Su questo tema il 9 aprile 2019 il presidente della Commissione ha fornito informazioni orali ai media. In relazione alla consultazione svolta dal Consiglio federale sull’accordo istituzionale con l’UE, la Commissione ha adottato con 10 voti contro 1 una mozione di commissione (19.3416) che incarica il Consiglio federale di svolgere negoziati supplementari con l’UE oppure di adottare altre misure per migliorare l’accordo istituzionale.

8. Altre decisioni

Con 6 voti contro 3 e 1 astensione la Commissione raccomanda al Consiglio degli Stati di respingere la mozione 17.3227. La mozione del consigliere nazionale Thomas Aeschi chiede che le regole di prescrizione dell'imposta preventiva e delle tasse di bollo siano uniformate a quelle dell'imposta sul valore aggiunto.

Con 5 voti contro 4 e 2 astensioni la Commissione propone di respingere la mozione Reimann «Evitare la burocrazia e il dispendio amministrativo sproporzionato all’importazione di automobili» (16.3894). Il Consiglio federale intende già realizzare l’obiettivo della mozione mediante un disegno di legge volto ad abolire i dazi doganali sui prodotti industriali. La consultazione sull’avamprogetto si è conclusa il 21 marzo scorso.

Prima di decidere sulla mozione del consigliere agli Stati Baumann 18.3934 che chiede che il contratto collettivo di lavoro di obbligatorietà generale prevalga sul diritto cantonale, la Commissione intende ascoltare i Cantoni e i partner sociali durante una delle prossime sedute.

Presieduta dal consigliere agli StatiPirmin Bischof (PPD, SO), la Commissione si è riunita a Berna il 08 e il 09 aprile 2019. In parte era presente alla seduta il presidente della Confederazione Ueli Maurer oltre i consiglieri federali Guy Parmelin e Ignazio Cassis.