Accordo con gli Stati Uniti sulla domanda di assistenza amministrativa relativa a UBS
Alcuni membri della Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) ritengono che l'accordo con gli Stati Uniti sulla domanda di assistenza amministrativa relativa a UBS non sia conforme ai principi dello Stato di diritto, altri che sia inaccettabile senza l'adozione di misure accompagnatorie di politica interna sul problema delle banche «troppo grandi per fallire» (to big to fail).
La CPE-N ha inoltre deciso di non dare seguito a un'iniziativa parlamentare per consentire al Parlamento di applicare la clausola di salvaguardia prevista dall'Accordo sulla libera circolazione delle persone.

1.   10.038 Domanda di assistenza amministrativa degli Stati Uniti d'America relativa a UBS SA. Accordo

La CPE-N ha esaminato l'accordo summenzionato nel quadro della discussione relativa a un corapporto destinato alla Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio nazionale (CET-N) competente in materia. Nel corso della discussione sono emerse tre posizioni.

Alcuni membri della Commissione hanno sottolineato l'importanza vitale di un tale accordo per la politica economica esterna e la politica estera della Svizzera. Hanno insistito sui rischi per la piazza finanziaria ed economica svizzera di un conflitto con gli Stati Uniti, se la Svizzera non rispettasse gli impegni previsti dall'Accordo. Per questa ragione si sono allineati al Consiglio federale pronunciandosi a favore dell'approvazione dell'Accordo.

Altri membri intendono sostenere l'Accordo soltanto se saranno adottate misure accompagnatorie sul problema delle banche «troppo grandi per fallire» (to big to fail). Con 17 voti contro 8 è stata tuttavia respinta una proposta in tal senso che prevedeva di inserire nel decreto di approvazione le raccomandazioni relative alla revisione parziale della legge sulle banche emanate dalla Commissione di esperti concernente la limitazione dei rischi per l'economia nazionale causati dalle grandi banche.

Altri membri ancora si sono opposti all'Accordo perché ritengono che sia contrario ai principi dello Stato di diritto in Svizzera e dannoso per la piazza finanziaria del Paese. Per questi membri è fuori discussione che il Parlamento approvi a posteriori la soluzione negoziata con gli Stati Uniti.

Con 15 voti contro 9 e un'astensione, la CPE-N ha infine deciso di proporre alla CET-N di non approvare l'Accordo.

 

2.   09.527 n Iv. pa. Gruppo V. Applicazione della clausola di salvaguardia da parte del Parlamento

L'iniziativa depositata dal Gruppo UDC intende permettere al Parlamento, se il Consiglio federale rinuncia a farlo, di decidere mediante decreto federale semplice di applicare la clausola di salvaguardia prevista dall'Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) per contenere l'immigrazione.

La Commissione ha proceduto all'esame preliminare e deciso con 15 voti contro 7 di non dare seguito all'iniziativa. La maggioranza della Commissione ritiene che l'esecuzione dell'ALC competa al Consiglio federale nel quadro dell'applicazione della decisione del Parlamento di approvare l'accordo in questione. Non è d'accordo che il Parlamento si appropri di competenze che spettano al potere esecutivo. Essa reputa che l'ALC abbia dato prova di efficacia e che, visti i vantaggi che l'immigrazione dai Paesi dell'UE procura all'economia svizzera e l'evoluzione quantitativa di questi flussi migratori, non vi sia alcuna ragione di applicare la clausola di salvaguardia. Ricorda infine che il forte tasso di disoccupazione registrato in questi ultimi anni riguarda lavoratori giunti in Svizzera prima dell'introduzione della libera circolazione. La minoranza della Commissione critica il fatto che il Consiglio federale non abbia assunto le sue responsabilità in questo ambito nel 2008 e 2009. Ritiene che spetti dunque al Parlamento di restringere l'applicazione dell'ALC applicando la clausola di salvaguardia per limitare l'immigrazione e gli oneri che ne risultano per le assicurazioni sociali.

 

3.   10.022 n Accordo europeo sul trasporto internazionale di merci pericolose per via navigabile interna (ADN)

L'ADN disciplina il trasporto di merci pericolose per via navigabile sulle vie fluviali e i laghi europei. In Svizzera l'unica via per questo genere di trasporti è il Reno. L'ADN intende regolamentare il trasporto di merci pericolose sulle vie di navigazione interna in Europa con condizioni giuridiche per quanto possibili semplici, chiare e uniformi.

Con 13 voti contro 1 e 4 astensioni la CPE-N ha accolto l'Accordo. La maggioranza della Commissione ha in effetti ritenuto che una collaborazione a livello europeo in questo ambito non possa che giovare alla Svizzera.

 

4.   Altri oggetti

Con 16 voti contro 6 e 2 astensioni la CPE-N ha respinto la proposta di presentare una mozione commissionale volta a raddoppiare il sostegno finanziario agli ospedali del Dr. Beat Richner in Cambogia. La Commissione esprime ammirazione per l'impegno del Dr. Richner ed è impressionata dai servizi forniti ai bambini dai suoi ospedali. La maggioranza dei membri ritiene però che la CPE debba concentrare i suoi sforzi sui principi e sulla strategia dell'aiuto pubblico allo sviluppo, e non sul finanziamento di singoli progetti. Da parte sua, la minoranza della Commissione sostiene al contrario che la Svizzera dovrebbe sostenere maggiormente i progetti privati di sviluppo che hanno successo.

Infine la Commissione si è informata sullo stato d'avanzamento dei negoziati concernenti un accordo internazionale commerciale contro la contraffazione (ACTA, Anti-Conterfeiting Trade Agreement).

 

La Commissione si è riunita a Berna il 22 e 23 aprile 2010 sotto la presidenza della consigliera nazionale Christa Markwalder (PLR/BE) e alla presenza della presidente della Confederazione Doris Leuthard e della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf.

 

Berna, 23 aprile 2010 Servizi del Parlamento