Promozione delle scuole universitarie
La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale ha avviato la deliberazione di dettaglio della legge federale concernente l’aiuto alle scuole universitarie e il coordinamento nel settore delle scuole universitarie. Ha modificato il nome della legge in francese e si è allineata al Consiglio degli Stati per quanto concerne la struttura degli organi. Per il rimanente ha approvato una proposta che indirettamente mira a istituire un dipartimento dell’educazione.

In occasione della sua precedente riunione, la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) aveva deciso, con 18 voti contro 4 e 1 astensione, di entrare in materia sulla legge federale concernente l’aiuto alle scuole universitarie e il coordinamento nel settore delle scuole universitarie (LASU, 09.057 s; cfr. in merito il comunicato stampa del 14 gennaio 2011). Prima di iniziare la deliberazione per articolo, la Commissione ha sentito rappresentanti delle scuole universitarie, dell’economia, dell’industria e dei sindacati che le hanno espresso i loro pareri sul progetto trasmesso dal Consiglio degli Stati. Ha inoltre sentito uno specialista di diritto pubblico, che ha commentato il progetto alla luce del mandato costituzionale (art. 63a Cost.). La CSEC-N ha in seguito appianato le divergenze sugli articoli 1–15. In primo luogo ha approvato all’unanimità la proposta di modificare il nome della legge in francese in «Loi fédérale sur l’encouragement des hautes écoles et la coordination dans le domaine suisse des hautes écoles» affinché il titolo corrispondesse meglio a quello in tedesco. Quanto all’articolo 1, la Commissione ha deciso, con 12 voti contro 12 e il voto preponderante del presidente, di tenere maggiormente conto della concorrenza e di far dipendere i sussidi agli investimenti nei settori particolarmente onerosi dalla ripartizione dei compiti tra le scuole universitarie. Come è già successo in seno all’omologa commissione del Consiglio degli Stati, la questione degli organi comuni di Confederazione e Cantoni (art. 7) ha suscitato grandi controversie. Tali organi sono la Conferenza universitaria svizzera, che si riunisce in Assemblea plenaria o nella veste di Consiglio delle scuole universitarie, la Conferenza svizzera dei rettori delle università svizzere e il Consiglio svizzero dell’accreditamento. L’Assemblea plenaria (art. 11) si comporrebbe di un membro del Consiglio federale e di un membro del Governo di ogni Cantone. Il Consiglio delle scuole universitarie sarebbe invece un organo più piccolo, composto di un membro del Consiglio federale e quattordici rappresentanti dei Cantoni universitari. La CSEC-N ha soprattutto discusso della capacità di azione di un organo della grandezza dell’Assemblea plenaria. Con 14 voti contro 10 e 2 astensioni, ha rifiutato le proposte di ridurre il numero dei Cantoni rappresentanti, ritenendo che la struttura di questo organo debba riflettere il federalismo svizzero e coinvolgere tutti gli attori interessati dalla LASU. Escludere i Cantoni che non sono responsabili di una scuola universitaria rischierebbe non solo di nuocere alla conclusione del concordato sulle scuole universitarie, ma al futuro stesso delle università. Con 16 voti contro 0 e 5 astensioni, poi con 19 voti contro 0 e 4 astensioni, la Commissione ha inoltre approvato la proposta di istituire indirettamente un dipartimento dell’educazione. La LASU prevedrebbe così che «il membro del Consiglio federale responsabile della formazione, della ricerca e dell’innovazione» sieda nell’Assemblea plenaria e nel Consiglio delle scuole universitarie. La CSEC-N ha inoltre deciso all’unanimità di depositare un’iniziativa di commissione secondo cui, qualora il Consiglio federale non preveda il raggruppamento dei settori della formazione, della ricerca, della tecnologia e dell’innovazione in seno a uno stesso dipartimento per la nuova legislatura, le disposizioni della legge sull’organizzazione del Governo e dell’Amministrazione (LOGA) concernenti la competenza in materia di organizzazione dell’Amministrazione andranno modificate.

La Commissione ha inoltre esaminato diversi interventi in materia di protezione dei giovani dai rischi dei media e competenze mediali. La mozione Bischofberger Protezione dei giovani dai rischi dei media e lotta alla cibercriminalità. Maggiore efficacia ed efficienza (10.3466) incarica il Consiglio federale di creare le basi legali miranti ad assicurare una collaborazione più efficace – e quindi meno costosa – tra gli organi federali e cantonali attivi nei settori della protezione dei giovani dai rischi dei media e della lotta contro la cibercriminalità. La mozione è stata accolta all’unanimità dal Consiglio degli Stati nell’autunno 2010, benché il Consiglio federale ne avesse proposto il rifiuto. L’impossibilità di procedere a controlli efficaci e di ottenere una visione d’insieme della situazione sui media audiovisivi desta grande preoccupazione nella Commissione, la quale ritiene che la protezione dell’infanzia debba costituire un’esigenza fondamentale. Come il Consiglio degli Stati, la Commissione è inoltre del parere che il programma nazionale «Protezione della gioventù dai rischi dei media e competenze mediali», avviato la scorsa estate, non rappresenti una misura sufficiente. Essa ha quindi accolto la mozione con 15 voti contro 8 e 3 astensioni.

La mozione Schweiger Insegnare ai giovani l’uso mirato dei nuovi media (10.3256) chiede l’approntamento di uno strumento didattico che insegni ai giovani a utilizzare i nuovi media, nonché l’introduzione di un «permesso media» nel piano di studi «Lehrplan 21». Benché consideri l’aumento della competenza mediale uno strumento in ultima analisi idoneo a soddisfare anche le richieste della mozione Bischofberger, la Commissione propone, con 10 voti contro 7 e 7 astensioni, il rifiuto della mozione Schweiger, ritenendo che l’elaborazione dei piani di studi non sia di competenza della Confederazione.

La Commissione si è infine chinata sulla petizione di Pro Juventute Stop alla preoccupante violenza virtuale, riguardante la stessa tematica. Ne accoglie gli intenti, confermando il sostegno già accordato alla mozione Bischofberger. Al fine di evitare doppioni propone tuttavia, con 14 voti contro 9 e due astensioni, il rifiuto della petizione. Con 16 voti contro 8 e 2 astensioni rifiuta parimenti di elaborare una mozione sulla base della petizione.

Presieduta dal consigliere nazionale Lieni Füglistaller (UDC/AG), la Commissione si è riunita a Berna dal 2 al 4 febbraio 2011. A parte della seduta erano presenti i consiglieri federali Didier Burkhalter e Johann Schneider-Ammann.

Berna, 4 febbraio 2011 Servizi del Parlamento