A livello federale i dipartimenti responsabili dei settori della formazione, della ricerca, della tecnologia e dell’innovazione sono due: il DFI e il DFE. In questi ultimi anni il Parlamento ha adottato e trasmesso al Consiglio federale diversi interventi che mirano a riunire questi settori sotto un’unica autorità. Questa richiesta non è però mai stata soddisfatta. Per questo motivo, la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) ha presentato l’iniziativa «Istituzione di un dipartimento dell’educazione tramite una nuova suddivisione delle unità amministrative da parte del Parlamento» (11.402). L’obiettivo perseguito consiste nel modificare la LOGA di modo che la competenza di raggruppare le unità amministrative in un unico dipartimento spetti al Parlamento. Questa modifica di legge va apportata nel caso in cui nella nuova legislatura il Consiglio federale non preveda il raggruppamento richiesto. La CSEC-S approva, con 9 voti contro 0 e 2 astensioni, la decisione della Commissione del Consiglio nazionale. Ritiene difatti che riunire la formazione e la ricerca permetterebbe di sfruttare più efficacemente le sinergie tra i settori. È inoltre del parere che la nuova struttura sarebbe più adeguata alle esigenze a cui le scuole universitarie saranno sottoposte con la nuova legge.
Nell’ambito dell’appianamento delle divergenze relative a questo progetto di legge (legge federale sull’aiuto alle scuole universitarie e sul coordinamento nel settore universitario svizzero (LASU; 09.057) la CSEC-S ha in parte approvato le decisioni del Consiglio nazionale. Rimangono però ancora in sospeso alcune divergenze, tra cui una in merito all’articolo 1: la Commissione è del parere che la formulazione del Consiglio degli Stati descriva in modo più adeguato il mandato costituzionale. Un’altra divergenza concerne l’articolo 3: la maggioranza concorda con la formulazione del Consiglio nazionale, mentre una minoranza desidera mantenere quella del Consiglio degli Stati. Secondo la CSEC-N, la riorganizzazione del Governo sopraccitata non deve essere disciplinata di straforo nella LOGA; per questo motivo la Commissione si oppone alle modifiche apportate agli articoli 11, 12 e 14. Per gli articoli 24 e 24a mantiene parimenti la formulazione del Consiglio degli Stati Quanto all’articolo 25, propone invece di stralciare l’ammissione di formazioni precedenti affinché siano disciplinate a livello di ordinanza. Per l’articolo 26 la maggioranza propone di mantenere la versione del Consiglio degli Stati, mentre la minoranza intende seguire quella del Consiglio nazionale. Infine, la CSEC-S desidera che la questione dell’impiegabilità venga disciplinata soltanto in relazione con la valutazione e le statistiche. Per questo motivo, propone di stralciare le aggiunte proposte dal Consiglio nazionale negli articoli 30 e 51 per inserirle nell’articolo 3 capoverso 2 lettera 3bis della legge sulla statistica federale, mantenendo però la precisazione dell’articolo 69 (valutazione).
Dopo l’esame dell’oggetto «Promovimento dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione nell’anno 2012» (10.109), la CSEC-S ha trattato le divergenze esistenti tra le versioni delle due Camere. Con 8 voti contro 3 e 9 voti contro 3, ha respinto la decisione del Consiglio nazionale di aumentare notevolmente il limite di spesa e il credito d’impegno per i costi della formazione professionale (decreto federale A). La Commissione mantiene la decisione del Consiglio nazionale che desidera fissare i limiti di spesa a 711,25 milioni di franchi e l’importo del credito d’impegno a 83 milioni. La partecipazione della Confederazione alle spese dell’ente pubblico per la formazione professionale sarebbe così del 23 per cento e non del 25 per cento, come previsto dalla legge. La Commissione ha anche respinto, grazie al voto preponderante del suo presidente, la decisione del Consiglio nazionale che prevede di impiegare 0,9 milioni di franchi a favore delle associazioni mantello per la formazione continua. La decisione della maggioranza ritiene difatti che manchino le basi legali volte a giustificare una simile misura, mentre una minoranza concorda con la versione del Consiglio nazionale. È stata inoltre chiaramente respinta la decisione del Consiglio nazionale di inserire un nuovo capoverso 3 nell’articolo 1 del decreto federale C sui crediti secondo la legge sull’aiuto alle università (LASU) per gli anni 2008–2011. Questo capoverso prevede che vengano garantiti in maniera vincolante i mezzi spettanti alle università per quell’anno prelevati dal limite di spesa, da aumentare per il 2012. Una minoranza chiede che i contributi annui vengano versati nel corso dell’anno che segue l’anno sovvenzionato e che il metodo di versamento attuale sia modificato solo su accordo tra il Consiglio federale e i Cantoni universitari.
Dal 2007 il Cantone di Basilea Campagna partecipa alla gestione dell’Università di Basilea nella stessa misura del Cantone di Basilea Città, senza però avere il riconoscimento di Cantone universitario. Siccome le trattative tra il Cantone e il Dipartimento federale dell’interno non sono andate in porto, il Cantone di Basilea Campagna ha deciso di presentare l’iniziativa «Ct. BL. Riconoscimento di Basilea Campagna quale Cantone universitario» (11.302) per chiedere una modifica dell’ordinanza relativa alla legge sull’aiuto alle università affinché il Cantone figuri nell’elenco dei Cantoni universitari. Con 6 voti contro 2 e 3 astensioni, la maggioranza della Commissione respinge l’iniziativa per motivi formali – modificare un’ordinanza non è di competenza del Parlamento – e propone al suo Consiglio di non darvi seguito. La Commissione sottolinea però che gli sforzi di cooperazione profusi devono essere sostenuti e non comprende l’immobilità del DFI di fronte a questa richiesta.
Presieduta da Theo Maissen (PPD/GR), la Commissione si è riunita il 27 e il 28 giugno 2011 a Berna. A parte della seduta erano presenti i consiglieri federali Didier Burkhalter e Johann Schneider-Ammann.
Berna, 28 giugno 2011 Servizi del Parlamento