13.014 Per la protezione di salari equi (Iniziativa sui salari minimi). Iniziativa popolare
L’iniziativa chiede alla Confederazione e ai Cantoni di promuovere l’inserimento dei salari minimi nei contratti collettivi di lavoro (CCL) e di stabilire un salario minimo nazionale legale.
Secondo la maggioranza della Commissione il problema dei salari bassi riguarda soltanto una piccola percentuale di lavoratori e spesso si tratta di un fenomeno passeggero legato all'avvio dell'attività lavorativa. Ritiene pertanto che non vi sia motivo di scostarsi dalla politica sinora adottata con successo, fondata su un forte partenariato sociale e su uno Stato che è assai cauto nel regolamentare il mercato del lavoro. Secondo la maggioranza è proprio grazie a questo modello che in Svizzera il tasso di disoccupazione è basso e il livello dei salari relativamente elevato. Inoltre il salario minimo richiesto dall'iniziativa ostacolerebbe soprattutto l'inserimento dei giovani e dei lavoratori poco qualificati nel mondo del lavoro. L'attuazione dell'iniziativa non consentirebbe inoltre di prendere in considerazione le diverse caratteristiche regionali e danneggerebbe anche la competitività internazionale della piazza finanziaria svizzera.
Sulla base di queste considerazioni, la Commissione ha deciso con 18 voti contro 7 di aderire alla proposta del Consiglio degli Stati e del Consiglio federale di raccomandare al popolo e ai Cantoni di respingere l'iniziativa sui salari minimi, senza presentare un controprogetto.
Una minoranza della Commissione propone di raccomandare l'accettazione dell'iniziativa. Essa ritiene che i vantaggi procurati dall'iniziativa ai lavoratori sarebbero superiori alle eventuali ripercussioni negative. A suo avviso, la determinazione di un salario minimo non significherebbe allontanarsi dalla politica seguita finora, ma costituirebbe un correttivo in un particolare settore, senza che i partner sociali ne risultino indeboliti. La minoranza ritiene inoltre che l’iniziativa contribuirebbe a correggere la situazione attuale in cui molte persone, nonostante lavorino, devono ricorrere a un sostegno da parte dello Stato per poter garantire la propria sussistenza.
La Commissione ha inoltre deciso di sostenere parzialmente la mozione 13.3668 depositata dalla Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati che, tra l’altro, incarica il Consiglio federale di esporre in modo dettagliato quali sono le lacune a livello di attuazione delle misure accompagnatorie nel settore del mercato del lavoro e di presentare un piano di misure per una rapida eliminazione di queste lacune a livello di Confederazione e di Cantoni. La maggioranza della Commissione ha deciso con 16 voti contro 9 di eliminare dalla mozione il compito di presentare provvedimenti per accelerare le procedure in materia di contratti collettivi di lavoro e di contratti normali di lavoro. Una minoranza propone alla Camera di mantenere questo punto.
12.028 Legge sui cartelli. Modifica
Dopo aver sentito varie persone ed essere entrata in materia durante la seduta del mese di giugno, la Commissione ha avviato la deliberazione di dettaglio e ha affrontato l’articolo principale del disegno presentato dal Consiglio federale sul divieto parziale di cinque tipi di accordi, che possono già oggi comportare una sanzione (art. 5 LCart).
Dopo una serie di voti a cascata, la Commissione ha preferito, con 13 voti contro 9 e 3 astensioni, mantenere il diritto vigente, che, secondo la maggioranza, consente già di lottare contro gli abusi. Vietare per legge i cinque tipi di accordi è contrario al principio sancito nell’ordinamento giuridico svizzero secondo cui devono essere vietati solo i cartelli che intralciano notevolmente la concorrenza. Dal nuovo sistema scaturirebbe inoltre un carico amministrativo supplementare per le imprese e la maggioranza teme che l’onere della prova ricadrebbe solo su di esse. Di conseguenza, qualora le imprese non dispongano dei mezzi materiali per difendersi, alcuni accordi sarebbero dichiarati illeciti nonostante siano giustificati da un punto di vista economico.
Una minoranza proporrà di seguire il progetto votato dal Consiglio degli Stati. Secondo tale minoranza conviene rafforzare il diritto dei cartelli per dare vigore alla concorrenza e lottare contro l’isola dei prezzi elevati che è la Svizzera. Il divieto parziale dei cartelli permetterebbe inoltre di semplificare la procedura conservando la certezza del diritto. L’autorità si limiterebbe in realtà a esaminare l’esistenza di motivi di efficacia economica e non dovrebbe controllare la questione del notevole intralcio alla concorrenza. Tale minoranza ritiene inoltre che in quanto alla ripartizione dell’onere della prova non è da temere alcun cambiamento del diritto.
Un'altra minoranza proporrà di adottare l'articolo 5 LCart nella versione prevista dal disegno del Consiglio federale ma di modificarne il capoverso 3, in particolare completando l'elenco dei motivi che legittimano un accordo in materia di concorrenza ed esplicitando che tale elenco non è esaustivo. Inoltre proporrà di non menzionare esplicitamente nella legge la questione dell'onere della prova.
La Commissione ha inoltre deciso di invitare, in occasione di una sua prossima seduta, il presidente della BNS Thomas Jordan per una discussione riguardante le manipolazioni dei corsi delle valute estere. L’iniziativa parlamentare 12.467 per la «Soppressione dell'imposizione del valore locativo e di tutte le possibilità di deduzione» non ha potuto essere trattata per ragioni di tempo.
La Commissione si è riunita a Zermatt il 7 et 8 ottobre 2013 sotto la presidenza del consigliere nazionale Christophe Darbellay (PPD, VS) e alla presenza del consigliere federale Johann Schneider-Ammann.
Berna, 8 ottobre 2013 Servizi del Parlamento