La CPE-N si è chiesta fino a che punto i gruppi svizzeri potrebbero essere tenuti a un obbligo di diligenza e di reporting pubblico in materia di ambiente e diritti umani nel quadro delle loro attività estere. Essa ha esaminato un rapporto di diritto comparato del Consiglio federale che adempie un postulato della Commissione (12.3980, Po. CPE-N) e, a questo proposito, sentito due esperti del mondo scientifico e dell’ONU.
Con 11 voti contro 10 e 2 astensioni ha adottato una mozione in cui incarica il Consiglio federale di elaborare una proposta per introdurre un obbligo di diligenza in materia di ambiente e diritti umani nei confronti delle aziende, o nel quadro della prevista revisione del diritto della società anonima o in un progetto ad hoc. In questo contesto bisognerà esaminare a quali condizioni le piccole e medie imprese potranno eventualmente essere esonerate da questo obbligo. Inoltre bisognerà evitare che una regolamentazione disincentivi le misure più avanzate prese volontariamente da imprese svizzere che si comportano già in modo esemplare in questo ambito (evitare il cosiddetto «chilling effect»). La maggioranza della Commissione ritiene che in questo modo la Svizzera si assume la propria responsabilità quale Paese sede di numerose imprese attive sul piano internazionale, impegnandosi nel contempo in modo proattivo a favore di una politica estera coerente. Secondo la minoranza della Commissione, allo stadio attuale, non sono necessarie regolamentazioni; essa teme che potrebbero costituire uno svantaggio concorrenziale per le imprese con sede in Svizzera.
In questo contesto la Commissione ha deciso, con 13 voti contro 9 e 1 astensione, di non dare seguito alla petizione della sessione giovanile 2012 (12.2076) Controllo concernente il rispetto della Convenzione europea sui diritti dell’uomo (CEDU) da parte delle imprese multinazionali.
Altri temi
La Commissione si è anche intrattenuta con rappresentanti dell’università di Ginevra, accompagnati dal rettore dell’università Jean-Dominique Vassalli, sulle caratteristiche di una ricerca all’avanguardia nazionale e internazionale come anche sulle ripercussioni della decisione del 9 febbraio sui programmi Horizon 2020 e Erasmus. Il segretario di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione Mauro Dell’Ambrogio ha informato la Commissione sulla situazione concernente le relazioni con l’UE in questi due dossier.
La CPE-N ha inoltre sentito Pierre Krähenbühl, commissario generale dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) e Dominik Stillhart, direttore delle operazioni del CICR, in merito al recente conflitto armato a Gaza. Oltre a essere informata esaustivamente sul disastro umanitario nella striscia, la Commissione è stata aggiornata sulla situazione umanitaria, sull’urgenza di porre fine alla reclusione totale in cui si trova la popolazione civile e sulla problematica legata al rispetto delle convenzioni di Ginevra nell’insieme dei territori occupati.
La Commissione ha preso atto degli ultimi sviluppi della crisi ucraina. Ha discusso del ruolo della Svizzera in quanto presidente dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e considerata la sua posizione di Stato neutrale, segnatamente per quanto concerne le sanzioni europee prese nei confronti della Russia. La CPE-N ha anche affrontato le questioni dell’annessione della Crimea e dell’incursione del convoglio umanitario russo in Ucraina, sotto il profilo del diritto internazionale.
La CPE-N è stata inoltre consultata sulle priorità della Svizzera per la 69° sessione dell’Assemblea generale dell’ONU che prenderà il via il 16 settembre 2014. Essa le ha approvate senza opposizioni. Infine la Commissione ha discusso in merito alla posizione della Svizzera sull’agenda concernente lo sviluppo sostenibile dopo il 2015.
Presieduta dal consigliere nazionale Carlo Sommaruga (PS, GE), la Commissione si è riunita a Ginevra (Università di Ginevra, Uni Dufour) il 1° e il 2 settembre 2014.
Berna, 2 settembre 2014 Servizi del Parlamento