Con 16 voti contro 8 e un’astensione la
Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia
del Consiglio nazionale ha approvato la revisione totale della legge sul CO2
(17.071) nella votazione sul complesso. In precedenza, nella deliberazione di
dettaglio aveva preso importanti decisioni, a partire dalla compensazione delle
emissioni di CO2 derivanti da carburanti fossili. La Commissione intende
obbligare entro il 2030 gli importatori di carburanti a compensare fino al 90
per cento delle emissioni di CO2 imputabili ai trasporti, confermando in tal
modo quanto proposto dal Consiglio federale. A suo avviso almeno il 20 per
cento dovrà in ogni caso essere compensato con misure in Svizzera. Nel contempo
la Commissione stabilisce un aumento massimo di 8 centesimi al litro di
carburante. In tal modo si scosta dal disegno del Consiglio federale che
prevede una quota minima del 15 per cento da compensare in Svizzera, ma nessun
tetto massimo di prezzo al distributore di carburante. Diverse minoranze
propongono compensazioni minori in Svizzera, mentre una minoranza vuole che
l’aumento di prezzo non superi i 5 centesimi. Per altre minoranze invece la
proposta della Commissione non va abbastanza lontano. Per ridurre l’impatto sul
clima dei veicoli con motore a combustione esse propongono un tetto massimo di
12 rispettivamente 13 o 20 centesimi. Una minoranza chiede inoltre che almeno
il 20 per cento delle emissioni debbano essere compensate immediatamente e non
soltanto a partire dal 2030.
Trasporto aereo: nessuna tassa sui biglietti aerei ma
inclusione nello scambio di quote di emissioni di CO2
Per quanto riguarda i carburanti degli
aeromobili, la Commissione si dichiara contraria all’introduzione di una tassa
sui biglietti aerei. Essa ritiene che una simile tassa ambientale porrebbe
grossi problemi al settore, in particolare perché i passeggeri svizzeri
potrebbero ripiegare su aeroporti all’estero. Due minoranze sostengono invece
la richiesta e propongono quindi che la Confederazione riscuota una tassa
(compresa tra i 12 e i 50 franchi) per i voli di linea in partenza da aeroporti
svizzeri da stabilire in funzione della distanza del volo e del numero di
passeggeri; le proposte delle due minoranze divergono leggermente quanto
all’importo della tassa e a eventuali deroghe. Entrambe sostengono che una
simile tassa non svantaggerebbe il trasporto aereo svizzero dato che la maggior
parte dei Paesi limitrofi ha già introdotto tasse sui biglietti aerei. La
Commissione ha infine respinto questa tassa con 13 voti contro 12. È invece
stata adottata in misura molto meno risicata la decisione riguardante
l’inclusione dei voli interni allo SEE nel sistema di scambio delle quote di
emissioni, una nuova normativa che rientra nel progetto di collegamento dei
sistemi di scambio delle quote di emissioni tra la Svizzera e l’UE (17.073). La
Commissione ha approvato il progetto nella votazione sul complesso con 16 voti
contro 8.
Prorogare la destinazione parzialmente vincolata della tassa
sul CO2
Proseguendo nell’esame della revisione totale,
nel capitolo riguardante la tassa sul CO2 la Commissione ha inasprito le regole
per le imprese con impegno di riduzione. Chi assume un simile impegno per
ottenere la restituzione della tassa sul CO2 ma per diversi anni non rispetta
il proprio impegno deve pagare una prestazione sostitutiva compresa fra il 50 e
il 100 per cento e non soltanto del 30 per cento come propone il Consiglio
federale. Una minoranza respinge questa sanzione più severa. Per quanto
riguarda la questione dell’utilizzo degli introiti della tassa sul CO2, la
Commissione vorrebbe prorogare fino al 2030 la destinazione parzialmente vincolata
a favore del Programma Edifici e del Fondo per le tecnologie. Due minoranze
sostengono invece la limitazione al 2025 prevista dal Consiglio federale; una
minoranza chiede inoltre una riduzione lineare a partire dal 2021. Secondo la
Commissione occorre destinare al Programma Edifici, fino alla sua scadenza, un
terzo degli introiti della tassa sul CO2 e al massimo 450 milioni di franchi
all’anno. In questo caso la Commissione segue la proposta del Consiglio
federale, mentre una minoranza vorrebbe che l’aliquota fosse aumentata. La
Commissione chiede che i progetti nel settore delle energie rinnovabili (p. es.
ampliamento di reti termiche) o per l’utilizzazione del calore residuo siano
sostenuti annualmente con contributi fino a 70 milioni di franchi. Una minoranza
vuole estendere l’incentivazione agli impianti di ricarica per i veicoli
elettrici, un’altra vorrebbe invece limitare l’incentivazione dei progetti di
geotermia e ridurre l’importo massimo a 30 milioni di franchi all’anno, come
previsto dal progetto del Consiglio federale.
Nessuna nuova normativa per i progetti di costruzione e i
flussi finanziari
Con 13 voti contro 12 la Commissione ha
respinto una proposta di integrare il settore clima nell’esame dell’impatto
ambientale (EIA). Non ritiene sensato che vengano imposte nuove restrizioni in
caso di pianificazione di impianti con elevate emissioni di gas a effetto
serra. Una minoranza considera necessario limitare le emissioni degli impianti
sottoposti all’obbligo EIA a un livello compatibile con gli obiettivi
dell’Accordo di Parigi sul clima. La maggioranza della Commissione rifiuta
inoltre di obbligare la Banca nazionale, il Fondo di compensazione dell’AVS e
la cassa pensioni della Confederazione di pubblicare ogni cinque anni un
rapporto sui rischi e l’evoluzione dei flussi finanziari relativi al clima nei
loro settori di attività e nell’ambito dei loro investimenti.
Progetto per una nuova normativa sui canoni per i diritti
d’acqua dopo il 2024
La Commissione ha deciso all’unanimità di
entrare in materia sul progetto relativo alla modifica della legge
sull’utilizzazione delle forze idriche (18.056). Prima della deliberazione di
dettaglio vuole esaminare da vicino la disposizione concernente il modello di
canone flessibile da applicare a partire dal 2024 come proposto dal Consiglio
degli Stati. Ha incaricato l’amministrazione di elaborare diverse varianti di
modello flessibile.
Più risorse per il sistema di allerta in caso di pericoli
naturali
Da ultimo la Commissione ha depositato una
mozione (18.4099), con 14 voti favorevoli e 11 contrari, che chiede al
Consiglio federale di mettere a disposizione le risorse finanziarie e di
personale necessarie per il sistema di allerta e di allarme della popolazione
in caso di pericoli naturali (OWARNA). La Commissione dà in tal modo seguito
alle raccomandazioni formulate nel secondo rapporto successivo OWARNA del 17
aprile 2018, sollecitando in particolare l’adozione di provvedimenti per
l’allerta in caso di siccità e di pericoli legati ai movimenti di versante.
Presieduta dal consigliere nazionale Roger
Nordmann (S, VD), la Commissione si è riunita a Berna il 29 e il 30 ottobre
2018. A parte della seduta era presente la consigliera federale Doris Leuthard.