La Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) è stata consultata dal Consiglio federale in merito al mandato per la modernizzazione dell’Accordo di libero scambio con la Cina. In sede di valutazione complessiva, la Commissione si è espressa a sostegno del mandato negoziale con 14 voti contro 8 e 2 astensioni. Chiede al Consiglio federale di chinarsi sulla questione dei rischi derivanti dalla dipendenza dalle materie prime critiche e strategiche e di includere nei negoziati la valutazione della Strategia Cina e le conclusioni del rapporto sulla situazione dei Tibetani in Svizzera (risposta al postulato 20.4333).

Nella seduta del 26 e del 27 agosto 2024, la Commissione della politica estera del Consiglio nazionale si è occupata approfonditamente delle relazioni tra la Svizzera e la Cina. In una prima fase, ha preso atto della valutazione intermedia della Strategia Cina 2021-2024 del Consiglio federale e ha discusso con alcuni rappresentanti dell’amministrazione dei lavori concernenti il prosieguo della Strategia. Ha quindi deciso, con 13 voti contro 11 e 1 astensione, di presentare una mozione di commissione (24.3822) che incarica il Consiglio federale di prolungare la Strategia Cina come strategia bilaterale per almeno un ulteriore periodo (2025-2028) e di non inserirla in una più ampia Strategia Sud-Est asiatico. In una seconda fase, la Commissione ha discusso con il consigliere federale Guy Parmelin gli elementi chiave del mandato negoziale per la modernizzazione dell’Accordo di libero scambio con la Cina. Nell’ambito della sua risposta sul progetto di mandato negoziale elaborato dal Consiglio federale, la CPE-N ha preso le decisioni seguenti:

  • con 13 voti contro 11 chiede al Consiglio federale di includere nei negoziati la valutazione della Strategia Cina e il rapporto sulla situazione dei Tibetani in Svizzera (risposta al postulato 20.4333);
  • con 12 voti contro 11 e 1 astensione chiede al Consiglio federale, nell'ambito della modernizzazione dell'accordo di libero scambio, di affrontare specificamente la questione dei rischi derivanti dalla dipendenza dalle materie prime critiche e strategiche;
  • con 13 voti contro 11 respinge la proposta che il Consiglio federale, in concomitanza con l’avvio dei negoziati, commissioni un’analisi d’impatto esterna sui diritti umani e ne integri i risultati nel prosieguo dei negoziati;
  • con 13 voti contro 11 respinge la proposta che, in aggiunta agli obiettivi riguardanti il rispetto dei diritti umani già previsti nel progetto di mandato, si persegua l’attuazione di ulteriori disposizioni vincolanti in materia soggette a un meccanismo di risoluzione delle controversie;
  • con 13 voti contro 11 respinge la proposta che in aggiunta agli elementi di sostenibilità già contenuti nel progetto di mandato, si persegua l’adozione di disposizioni vincolanti in materia ambientale soggette a un meccanismo di risoluzione delle controversie;
  • con 14 voti contro 10 respinge la proposta di invitare il Consiglio federale a esprimere la propria disponibilità ad avviare subito negoziati paralleli con il “Territorio doganale a sé stante Taiwan, Penghu, Kinmen e Matsu”;
  • con 13 voti contro 11 respinge la proposta di presentare una mozione di commissione che chieda al Consiglio federale di vietare l’importazione di merci provenienti dal lavoro forzato, oltre a quanto già previsto dalle norme attuali.

Successivamente a queste decisioni, in sede di valutazione complessiva la Commissione ha deciso, con 14 voti contro 8 e 2 astensioni, di sostenere il mandato negoziale.

Altri temi e decisioni

La CPE-N ha deciso, con 14 voti contro 10, di non dare seguito all’iniziativa del Cantone di Ginevra 23.308 s Iv. Ct.GE «Affinché la Grande Ginevra ospiti in futuro una conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP)». La maggioranza della Commissione ritiene che una conferenza di questa portata richiederebbe troppe risorse, soprattutto finanziarie e umane, e osserva che la Svizzera è già impegnata a livello diplomatico su molti fronti. Per la minoranza, la Svizzera deve adoperarsi attivamente nel settore dei cambiamenti climatici, le cui sfide caratterizzano sempre più i dibattiti a livello internazionale.

La Commissione ha tenuto audizioni sulla Strategia di cooperazione internazionale 2025-2028 della Svizzera. Essa definisce gli obiettivi e le priorità nei settori della cooperazione allo sviluppo, della cooperazione economica, dell’aiuto umanitario e della promozione della pace e dei diritti umani. Come la Commissione omologa del Consiglio degli Stati, la CPE-N ha sentito diversi esponenti del mondo accademico e delle organizzazioni attive nella cooperazione allo sviluppo. L’entrata in materia e la deliberazione di dettaglio si terranno nel quarto trimestre del 2024, dopo la trattazione da parte del Consiglio degli Stati quale Camera prioritaria.

La CPE-N ha fatto il punto anche sulla politica europea; si è informata sullo stato dei negoziati inerenti al pacchetto e ha passato in rassegna i principali dossier pendenti con l’Unione europea. Ha preso atto delle dinamiche attualmente in corso, nonché delle relative divergenze e dei risultati conseguiti. Tra i temi affrontati dalla Commissione vi sono stati, in particolare, la partecipazione ai programmi dell’UE, la libera circolazione delle persone e le future tappe.

La Commissione ha deciso, senza voti contrari, di chiedere al Consiglio federale di essere consultata in merito alla partecipazione della Svizzera ai progetti della «Permanent Structured Cooperation» (PESCO) dell’UE.

Con 22 voti contro 0 la Commissione ha approvato l’adeguamento delle risorse del Fondo monetario internazionale nel quadro della Sedicesima revisione generale delle quote (24.050).

La Commissione ha approvato all’unanimità le modifiche del Consiglio degli Stati concernenti la mozione 23.4321 «Attualizzare le relazioni economiche fra la Svizzera e la Corea del Sud».