La Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S) approva l’impiego di 111,8 milioni di franchi per l’adozione di misure intese a rafforzare l’attrattiva e la competitività della Svizzera quale Stato ospite di organizzazioni internazionali.

​Alla presenza del capo del Dipartimento federale degli affari esteri, il consigliere federale Ignazio Cassis, la Commissione si è occupata della strategia con cui il Consiglio federale intende rafforzare il ruolo della Svizzera quale Stato ospite di organizzazioni internazionali. Nel suo messaggio del 20 febbraio 2019 (19.019 Rafforzare il ruolo della Svizzera quale Stato ospite 2020-2023), il Consiglio federale illustra le misure previste nell’intento di consolidare e sviluppare la posizione della Svizzera quale Stato ospite e primo centro di governance mondiale. Per attuare le misure previste il Consiglio federale chiede un limite di spesa di 103,8 milioni di franchi e un credito quadro di 8 milioni di franchi per finanziare il rafforzamento della protezione esterna delle sedi delle organizzazioni internazionali.

La Commissione sottolinea i numerosi vantaggi derivanti alla politica estera svizzera dall’insediamento a Ginevra di numerose organizzazioni internazionali. La Ginevra internazionale fornisce un importante apporto anche dal punto di vista economico, dato che contribuisce per l’11,3 per cento al prodotto interno lordo (PIL) del Cantone di Ginevra, pari all’1 per cento del PIL svizzero. La CPE-S è conscia dell’importanza che la Ginevra internazionale riveste per il nostro Paese e ritiene, in considerazione soprattutto della crescente pressione esercitata dalla concorrenza, che sia indispensabile operare in modo proattivo e adottare misure lungimiranti intese a rafforzare il ruolo della Svizzera quale Stato ospite. Senza voti contrari, la Commissione ha approvato il decreto federale concernente le misure per rafforzare il ruolo della Svizzera quale Stato ospite conformemente al disegno del Consiglio federale.

Attualità europea e internazionale

La CPE-S ha anche innanzitutto fatto il punto sui dossier pendenti tra la Svizzera e l’Unione europea (UE). La Commissione ha discusso in particolare sulla natura degli scambi attualmente in corso fra i due partner, sull’agenda per i prossimi mesi e sugli sviluppi previsti. La Commissione si è pure chinata sulla problematica della direttiva relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e sulle domande di chiarimento formulate dall’omonima commissione del Consiglio nazionale in merito al secondo contributo della Svizzera per la riduzione delle disparità economiche e sociali nell’UE allargata (si veda il comunicato stampa del 13 agosto 2019).

Successivamente, la CPE-S si è informata sugli attuali sviluppi riguardanti l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA). Il segnale inviato con la decisione di sospendere il contributo svizzero all’organizzazione e i rischi di destabilizzazione di quest’ultima sono stati gli argomenti al centro della discussione.

Informazioni riguardanti l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU)

La Commissione è stata consultata in merito alle priorità della Svizzera per la prossima sessione dell’Assemblea generale dell’ONU, e le ha approvate all’unanimità; la sessione, la 74a della storia dell’organizzazione, si aprirà il 17 settembre 2019.

La CPE-S ha poi di nuovo fatto il punto della situazione in merito alla candidatura della Svizzera a un seggio al Consiglio di sicurezza dell'ONU. In quest’ambito, ha adottato all’unanimità un postulato che incarica il Consiglio federale di presentare, entro la metà del 2020, un rapporto che indichi in che modo intenda eventualmente coinvolgere il Parlamento durante il mandato assunto dalla Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU, precisando in particolare sotto quale forma e per mezzo di quali strumenti.

La CPE-S ha infine preso conoscenza del rapporto sulle attività svolte dalla Svizzera nel settore della politica migratoria estera 2018, che riferisce sulle attività intraprese lo scorso anno in questo ambito. Nel 2018 sono state presentate in Svizzera 15 255 domande d’asilo. Si tratta del numero più basso dal 2007.