La Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S) è stata consultata in merito alla decisione dell’8 maggio 2024 del Consiglio federale di versare un contributo di dieci milioni di franchi in risposta all’appello all’aiuto umanitario lanciato dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA).

La Commissione è unanime nel ritenere che sia necessario agire in qualche modo per porre rimedio alla catastrofica situazione umanitaria a Gaza. Con 7 voti contro 5, respingendo la proposta di attribuire i dieci milioni di franchi al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e al Programma alimentare mondiale (PAM), ha sostenuto il versamento di questo importo all’UNRWA, indicando che lo stesso dovrà essere impiegato esclusivamente per far fronte ai bisogni vitali a Gaza.

Il contributo dovrà dunque servire a fornire alla popolazione civile ripari, alimenti, acqua potabile e servizi sanitari d’urgenza, nonché ad assicurare la logistica per l’erogazione di queste prestazioni.

La maggioranza della Commissione reputa che l’UNRWA sia l’unica organizzazione che dispone delle capacità logistiche necessarie per alleviare le sofferenze della popolazione civile a Gaza. Inoltre, alla luce della gravità della catastrofe sanitaria in atto nella Striscia, la maggioranza considera urgente il versamento di un sostegno finanziario da parte della Svizzera ed esorta a distinguere le questioni strutturali, di lungo termine, di ruolo e di finanziamento dell’UNRWA dall’aiuto umanitario urgente. Infine, la maggioranza è persuasa del fatto che il CICR e il PAM non dispongano di sufficiente personale in loco per far sì che i fondi erogati abbiano un impatto anche minimo.

Da parte sua, la minoranza ha indicato che sussiste un sostanziale problema di fiducia nei confronti dell’UNRWA, in particolare per quanto attiene ai presunti legami di alcuni suoi collaboratori con gruppi terroristici. Ritiene che altre organizzazioni, segnatamente il CICR e il PAM, siano altrettanto in grado di fornire aiuto umanitario a Gaza, senza che siano presenti i problemi di fiducia rilevati nei rapporti con l’UNRWA.

Strategia di cooperazione internazionale 2025–2028

La CPE-S ha iniziato la discussione sull’oggetto del Consiglio federale Strategia di cooperazione internazionale 2025-2028 (24.049). La Strategia stabilisce gli obiettivi e le priorità della Svizzera nei settori della cooperazione allo sviluppo, della cooperazione economica, dell’aiuto umanitario, della promozione della pace e dei diritti dell’uomo per gli anni 2025–2028 e prevede uno stanziamento di 11,27 miliardi di franchi per questo periodo.

La Commissione ha chiesto di fornirle ulteriori informazioni per la sua prossima seduta, nell’ambito della quale sentirà anche le principali cerchie interessate. Dopo le audizioni, che si terranno il 19 agosto 2023, la Commissione si pronuncerà sull’entrata in materia e svolgerà la deliberazione di dettaglio.

Patto globale ONU sulla migrazione

La CPE-S ha ripreso i lavori sull’oggetto del Consiglio federale Patto globale ONU sulla migrazione (21.018). Il Patto, adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2018, è un quadro d’azione globale volto a migliorare la cooperazione internazionale in materia di migrazione transfrontaliera.
La Commissione propone alla propria Camera di appoggiare la non adesione al Patto.

La maggioranza esprime il proprio sostegno a favore della suddetta cooperazione, in particolare nell’ambito dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), ma ritiene che la Svizzera non trarrebbe alcun beneficio concreto dalla ratifica di questo Patto e che gli interessi nazionali in materia di politica migratoria siano meglio tutelati continuando ad astenersi dal voto. A suo avviso, i rischi legati all’adesione, soprattutto in termini di implicazioni legali, superano i potenziali benefici.

Una minoranza si oppone, senza alcuna riserva, all’adesione al Patto, non condividendo né i principi guida che lo reggono né gli obiettivi perseguiti.

Una seconda minoranza è invece dell’avviso che la Svizzera debba unirsi agli sforzi portati avanti dalla Comunità internazionale per trovare un approccio comune alla gestione della migrazione internazionale. Sostiene quindi l’adesione della Svizzera al Patto, ferma restando la necessità di premurarsi contro i possibili obblighi legali che ne potrebbero derivare.

La petizione Schweizerzeit “No al Patto ONU per la migrazione” (18.3020) è stata esaminata contemporaneamente al Patto.

Altri temi

Per quanto riguarda la politica europea, la Commissione è stata informata sulle principali osservazioni concernenti le recenti elezioni europee e sul processo di negoziazione tra la Svizzera e l’Unione europea; tra gli argomenti discussi figurano l’elettricità, gli aspetti istituzionali e la libera circolazione delle persone. Per quanto attiene quest’ultimo tema, il confronto si è concentrato sul legame tra libera circolazione e accesso alle scuole universitarie. È stato inoltre esaminato il calendario dei colloqui con l’UE.

L’attenzione della CPE-S si è poi rivolta all’oggetto del Consiglio federale Accordo tra la Svizzera e il Regno Unito sul riconoscimento delle qualifiche professionali (24.030). L’Accordo, che disciplina l’accesso alle professioni regolamentate – in particolare quelle mediche e legali – in entrambi i Paesi, gioverà ai professionisti e alle imprese in Svizzera, che potranno così continuare a offrire i loro servizi nel Regno Unito. La Commissione raccomanda all’unanimità alla propria Camera di accettare l’Accordo.