Il 14 giugno 2020 in occasione dello sciopero delle donne si sono svolte a Basilea diverse dimostrazioni. La consigliera nazionale Sibel Arslan si è unita a una dimostrazione illegale per mediare tra il comando operativo della polizia e le dimostranti. È accusata di essere rimasta sul posto dopo il fallimento della mediazione e di aver sostenuto la dimostrazione illegale. Avrebbe impedito alle forze di polizia di compiere atti dell’autorità necessari e più volte annunciati, e ha dovuto quindi essere portata via con la forza affinché lo sgombero potesse essere effettuato in modo ordinato. Le si contestano tra l’altro i reati di impedimento di atti dell’autorità (art. 286 CP) e di perturbamento di pubblici servizi (art. 239 CP) nonché di aver violato l’ordinanza 2 COVID 19.
La Commissione ha sentito la consigliera nazionale Arslan, la quale ha spiegato di essere stata chiamata a intervenire alla dimostrazione, in qualità di consigliera nazionale, per mediare tra le dimostranti e la polizia d’intesa con il comando operativo della polizia. Ha ritenuto di avere contribuito a calmare la situazione e precisato che successivamente era stata esplicitamente ringraziata per il suo lavoro di mediazione.
La Commissione rileva che la consigliera nazionale Sibel Arslan non ha partecipato alla dimostrazione in qualità di dimostrante ma è stata chiamata sul posto come mediatrice, in considerazione della sua carica di consigliera nazionale. Con 6 voti contro 2 giunge pertanto alla conclusione che nel presente caso vi è una relazione diretta con l’attività e la condizione ufficiali. La Commissione considera discutibile che gli atti imputati alla consigliera nazionale Sibel Arslan abbiano una qualsivoglia rilevanza penale. Tenuto conto delle intenzioni lodevoli della consigliera nazionale Arslan, considera ridotta l’illeceità del suo comportamento. All’unanimità giunge alla conclusione che in questo caso gli interessi istituzionali del Parlamento prevalgono sull’interesse dello Stato di diritto al perseguimento penale e che la soppressone dell’immunità sarebbe sproporzionata.
Il 20 settembre 2021, la Commissione degli affari giuridici tratterà la richiesta nella sua qualità di commissione competente del Consiglio degli Stati. Nel caso in cui la sua decisione fosse di ugual tenore, la protezione dell’immunità della consigliera nazionale Arslan diventerebbe definitiva e il Ministero pubblico non potrebbe avviare un procedimento penale. Qualora la Commissione del Consiglio degli Stati dovesse prendere una decisione diversa, l’oggetto tornerebbe alla Commissione dell’immunità del Consiglio nazionale per l’appianamento delle divergenze.