Nella sessione estiva 2020 le Camere hanno approvato due mozioni dello stesso tenore presentate dalle loro commissioni dell’economia e dei tributi (20.3451 e 20.3460), che incaricano il Consiglio federale di elaborare un disegno di legge che preveda che i gestori di ristoranti e di altre aziende chiuse dal Consiglio federale nella primavera 2020 nell’ambito dei provvedimenti per lottare contro il coronavirus siano tenuti a versare ai loro locatori soltanto il 40 per cento della pigione. Nella consultazione l’avamprogetto ha suscitato pareri molto discordi, sicché il Consiglio federale ha rinunciato, adottando il messaggio del 18 settembre 2020, a proporre al Parlamento di approvare il disegno di legge.
Nella sua seduta la Commissione ha dapprima svolto audizioni, alle quali sono stati invitati rappresentanti delle diverse cerchie interessate. È emerso che il progetto è visto con favore degli inquilini e fermamente osteggiato dai locatori.
Dopo un dibattito di entrata in materia controverso, anche in seno alla Commissione sono alla fine prevalse le voci contrarie. In particolare, secondo la Commissione è inaccettabile che la legge consenta di intervenire retroattivamente su rapporti contrattuali di diritto privato. La maggioranza della Commissione ritiene che questa ingerenza nei vigenti diritti contrattuali sia sproporzionata e anticostituzionale. Deplora inoltre che la legge preveda di sostenere soltanto quei gestori che devono versare una pigione. Questo provvedimento violerebbe il principio della libera concorrenza, perché sfavorirebbe i gestori che operano in edifici di loro proprietà. Più in generale la Commissione nutre dubbi sull’utilità del progetto. A suo avviso, provoca soltanto una notevole incertezza del diritto, senza peraltro contribuire in modo sostanziale a prevenire i fallimenti.
Una minoranza della Commissione ritiene che il progetto rappresenti un importante contributo, su piano congiunturale, per porre argine alla paventata ondata di fallimenti di aziende della ristorazione e del commercio al dettaglio. A suo avviso, vista la difficile situazione di molte piccole e medie imprese, l’ingerenza nei diritti dei locatori prevista dalla legge è proporzionata. Secondo la minoranza, il Parlamento ha il dovere di presentare alla popolazione la soluzione promessa. Di conseguenza, essa propone alla sua Camera di entrare in materia sul disegno.
Il Consiglio nazionale esaminerà il disegno di legge il 29 ottobre 2020 durante la sessione speciale. Il Consiglio degli Stati se ne occuperà invece nella sessione autunnale.
Riciclaggio di denaro: progetto respinto nella votazione sul complesso
Durante la sessione primaverile 2020 il Consiglio nazionale aveva deciso di non entrare in materia sul disegno di legge presentato dal Consiglio federale. La critica principale riguardava l’assoggettamento dei consulenti alla legge sul riciclaggio di denaro. Il Consiglio degli Stati ha tenuto conto di questa critica e ha deciso, nella sessione autunnale 2020, di stralciare le disposizioni concernenti i consulenti.
Nell’odierna seduta la Commissione ha dapprima deciso, con 16 voti contro 6 e 2 astensioni, di entrare in materia. Allineandosi al Consiglio degli Stati ha in seguito deciso, con 15 voti contro 9 e 0 astensioni, di escludere i consulenti dal disegno di legge. A suo avviso, assoggettare questa categoria professionale alla legge sul riciclaggio di denaro equivarrebbe a rimettere seriamente in questione il segreto professionale degli avvocati. La minoranza della Commissione non concorda con questo punto di vista e sostiene l’introduzione di queste disposizioni, anche per tenere conto delle raccomandazioni del GAFI. La Commissione ha deciso con 17 voti contro 8 di rendere più restrittiva la nozione di sospetto fondato. Ha inoltre deciso con 13 voti contro 12 di non abbassare il valore soglia di 15 000 franchi in contanti per i commercianti di metalli preziosi e di pietre preziose. Dopo la deliberazione di dettaglio, la Commissione ha respinto il disegno di legge nella votazione sul complesso con 13 voti contro 9 e 3 astensioni. A suo avviso diverse decisioni hanno annacquato la legge e la Svizzera non potrà pertanto uscire dalla vigilanza rafforzata del GAFI. Secondo la minoranza è necessario che la Svizzera modernizzi la sua legge sul riciclaggio di denaro. Questa decisione negativa nella votazione sul complesso equivale a una decisione di non entrata in materia. Il rifiuto nella votazione sul complesso equivale a una proposta di non entrata in materia. La Commissione ha deciso di sottoporre alla propria Camera le proposte della deliberazione di dettaglio quali eventuali proposte nel caso essa dovesse pronunciarsi a favore dell’entrata in materia.
Presieduta dalla consigliera nazionale Laurence Fehlmann Rielle (PS/GE), la Commissione si è riunita a Berna il 8 e 9 ottobre.