La Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N) intende ancora garantire il livello delle rendite nella riforma della Previdenza per la vecchiaia 2020 mediante misure relative al secondo pilastro. Propone però alla sua Camera una soluzione più vantaggiosa. Sostiene inoltre il meccanismo d’intervento in due fasi.

Nella riforma della previdenza per la vecchiaia 2020 (14.088 s) una divergenza centrale fra il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati riguarda le modalità di compensazione delle perdite registrate nelle rendite a causa della diminuzione del tasso minimo di conversione nel secondo pilastro. Nel ricercare un compromesso la CSSS-N ha sviluppato ulteriormente il modello del Consiglio nazionale che compensa dette perdite nell’ambito del secondo pilastro. In particolare le generazioni più giovani di salariati e i loro datori di lavoro dovranno pagare contributi di risparmio meno elevati per la cassa pensioni (5 % nella fascia d’età compresa fra 25 e 34 anni; 8 % fra 35 e 44 anni). I costi della compensazione possono in tal modo essere chiaramente ridotti.

Dato che nel modello più sviluppato non è prevista una deduzione di coordinamento e quindi non sono riscossi contributi di risparmio sull’intero salario assicurato, il livello delle rendite rimane garantito. Nella Commissione è stato fatto notare che, rinunciando alla deduzione di coordinamento, sarà migliorata anche la previdenza per la vecchiaia per gli occupati a tempo parziale, i lavoratori con più occupazioni e i lavoratori delle fasce di reddito inferiori. Di questa soluzione approfitteranno soprattutto anche le donne. La Commissione ha accolto questo modello con 13 voti contro 12. La minoranza intende seguire il Consiglio degli Stati, che ha deciso per la compensazione non solo misure nella previdenza professionale, ma anche nell’AVS, vale a dire un supplemento delle rendite di 70 franchi al mese per i nuovi beneficiari di rendite e un aumento del tetto per le rendite per coniugi al 155 per cento. La maggioranza della CSSS-N respinge questi miglioramenti delle rendite, ma nell’AVS vuole agevolare il pensionamento anticipato in modo mirato per quelle persone che hanno iniziato a lavorare presto e hanno guadagnato poco (costi pari a 300 milioni di franchi).

Tenuto conto di tutte le misure (fra l’altro garanzia delle prestazioni per una generazione transitoria di 20 anni) i costi complessivi di tale compensazione scendono da 4,45 miliardi di franchi a 2,85 miliardi di franchi nel 2030. Il modello di compensazione della CSSS-N risulta quindi nel complesso più vantaggioso di quello del Consiglio degli Stati (3,25 mia. di fr. nel 2030).

Rete di sicurezza per il Fondo AVS

Con 12 voti contro 12 e il voto decisivo del presidente, la Commissione si esprime in favore del meccanismo d’intervento in due fasi nell’AVS. Quest’ultimo è stato elaborato preventivamente per far fronte a casi in cui la politica non sia in grado di contrastare tempestivamente situazioni prevedibili di difficoltà finanziarie e il Fondo AVS scenda al di sotto dell’80 per cento di un’uscita annua. Se una tale situazione si verificasse, l’età di riferimento verrebbe aumentata di al massimo 4 mesi all’anno fino a 67 anni e nel contempo l’IVA verrebbe aumentata al massimo dello 0,4 per cento. Una minoranza della Commissione intende seguire la linea del Consiglio degli Stati, il quale predilige una soluzione politica e respinge un siffatto automatismo.

Con 13 voti contro 12 la CSSS-N sostiene pure un aumento dell’imposta sul valore aggiunto dello 0,6 per cento a favore dell’AVS. Secondo la Commissione, questo intervento s’impone in considerazione dell’invecchiamento della popolazione. Un aumento dell’1 per cento, così come deciso dal Consiglio degli Stati, graverebbe per contro inutilmente l’economia. Una minoranza aderisce alla decisione del Consiglio degli Stati, ritenendo che soltanto in questo modo si garantirebbe la stabilità finanziaria dell’AVS fino all’anno 2030.

La Commissione condivide invece la decisione del Consiglio degli Stati per quanto concerne il contributo della Confederazione all’AVS. Con il voto decisivo del presidente (10 voti contro 10 e 5 astensioni) essa propone di lasciare invariato il contributo federale al 19,55 per cento di un’uscita annua. Una minoranza intende aumentarlo al 20 per cento.

Limitare il diritto alla rendita per vedove

Contrariamente al Consiglio degli Stati, la Commissione è favorevole alla proposta del Consiglio federale e ritiene che sia giunto il momento di adeguare il disciplinamento delle rendite per superstiti agli sviluppi intervenuti nella società. Con 15 voti contro 10 la Commissione aderisce alla decisione del Consiglio nazionale, secondo cui devono ricevere una rendita soltanto le vedove che, al momento del decesso del coniuge, avevano figli al cui sostentamento dovevano provvedere.

Pure con 15 voti contro 10 la Commissione ribadisce la sua decisione di abolire ogni nuova rendita AVS per i figli a partire dall’entrata in vigore della riforma. Per coerenza propone inoltre di rinunciare a nuove rendite per i figli nell’ambito della cassa pensioni (obbligo LPP).

Una minoranza aderisce alla posizione del Consiglio degli Stati, il quale intende mantenere il diritto vigente per quanto concerne le rendite per superstiti e le rendite per figli.

Con 11 voti contro 9 e 2 astensioni la Commissione ha deciso in linea di principio di dare seguito alla petizione della sessione dei giovani 2012 «Invecchiamento demografio e AVS» (12.2070) in cui si chiede di parificare l’età di pensionamento delle donne a quella degli uomini. Occorrerà successivamente esaminare un aumento dell’età di pensionamento.