La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati propone all’unanimità di approvare i cinque decreti federali allegati al messaggio sull’esercito 2020. Al centro delle discussioni la questione del finanziamento dell’esercito a medio termine e le possibili implicazioni della crisi legata al coronavirus.

​La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) propone di approvare il programma d’armamento, i crediti d’impegno per l’acquisto di materiale dell’esercito, il programma degli immobili del DDPS e la messa fuori servizio del sistema di difesa contraerea Rapier. Nel complesso questi decreti federali non sono stati contestati. Secondo la Commissione è fondamentale migliorare la capacità di condotta, in particolare investendo in sistemi di telecomunicazione a prova di crisi. Apprezza peraltro lo sforzo fatto per modernizzare le truppe di terra, in particolare per quanto concerne l’aiuto in caso di catastrofe e i carri armati granatieri. Per quanto riguarda gli immobili, sostiene gli investimenti proposti per i siti di Chamblon, Frauenfeld e Dübendorf, investimenti che devono consentire di proseguire la realizzazione del concetto relativo agli stazionamenti dell’esercito e, a termine, portare a una riduzione del parco immobiliare dell’esercito.

La CPS-S propone nel contempo di approvare il limite di spesa di 21,1 miliardi di franchi per il periodo 2021–2024. Si dice soddisfatta del fatto che il progetto preveda un tasso di crescita reale del bilancio dell’esercito attuale dell’1,4 per cento annuo. Questo aumento dovrebbe permettere di rinnovare diversi sistemi nel corso dei prossimi anni. La Commissione ha discusso delle ripercussioni che potrebbe avere la crisi legata al coronavirus sulla pianificazione finanziaria della Confederazione e in particolare dell’Esercito. Prende atto che è ancora troppo presto per pronunciarsi con cognizione di causa sulla questione. Nei prossimi mesi non mancherà tuttavia di seguire da vicino questo dossier.

La Commissione respinge la vendita della Ruag Ammotec

Con 6 voti contro 5 e 1 astensione la CPS-S propone di accogliere la mozione Salzmann. No alla vendita di Ruag Ammotec. Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento (19.4468). Nella sessione primaverile il Consiglio degli Stati ha trasmesso per esame la mozione alla propria Commissione. L’intervento parlamentare chiede che il Consiglio federale rinunci alla prevista vendita della Ruag Ammotec per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento in munizioni della Svizzera.

La Commissione ritiene che, quale Stato neutrale e indipendente, la Svizzera debba potere garantire in autonomia la propria capacità di difesa e la sicurezza dell’approvvigionamento nazionale. Benché già oggi si importino elementi di munizioni, per la Commissione la capacità del nostro Paese di fabbricare munizioni costituisce un elemento fondamentale della sua capacità di difesa. Proprio in tempi di crisi è importante che la produzione continui a rimanere di sua competenza. Secondo la CPS-S, con la vendita della Ruag Ammotec il Consiglio federale non soltanto mette a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento dell’esercito in munizioni, ma anche importanti di posti di lavoro in Svizzera.

Una minoranza respinge la mozione poiché, a suo avviso, la pianificazione dell’esercito è concepita in modo che per tempi di crisi acuta siano sempre disponibili scorte di munizioni sufficienti. L’esercito è così in grado di adempiere il proprio compito a prescindere che la Ruag Ammotec sia o meno di proprietà della Confederazione. La CPS-N rileva inoltre che in mani private la ditta è più flessibile e indipendente e potrà dunque rimanere concorrenziale anche in futuro.
Prima di prendere la propria decisione, il 16 maggio 2020 la Commissione ha visitato la fabbrica della Ruag Ammotec a Thun, sentendo in seguito rappresentanti di Ruag International, RUAG Ammotec, un esperto di munizioni, un rappresentante di un’altra fabbrica di munizioni e rappresentanti del DFF (proprietario) e del DDPS.

Altri temi

Proroga del mandato della Swisscoy: la Commissione propone con 9 voti contro 0 e 2 astensioni di approvare la proroga del mandato della Swisscoy fino al 2023 come pure l’aumento dei suoi effettivi (19.082). Ritiene che la presenza della KFOR in Kosovo rimanga necessaria a causa della situazione che vi regna dal punto di vista politico e della sicurezza e considera che l’impiego della Swisscoy continui ad essere pienamente giustificato. Durante la discussione, la CPS-S ha rifiutato con 8 voti contro 2 e 1 astensione di limitare l’effettivo massimo del contingente della Swisscoy a 165 militari (anziché 195).

Legge federale sui precursori di sostanze esplodenti: con 10 voti contro 2 la Commissione si esprime a favore del progetto di legge federale sui precursori di sostanze esplodenti (19.067). Con 7 voti contro 2 e 3 astensioni ha respinto una proposta di non entrata in materia. La legge si prefigge di rendere più difficile ai privati l’accesso a determinate sostanze chimiche che potrebbero essere facilmente utilizzate per scopi terroristici. Al fine di disporre di una migliore base decisionale quanto alle ripercussioni e all’efficacia del progetto, il 16 maggio 2020 la Commissione ha sentito rappresentanti dell’Associazione svizzera dei droghieri (ASD), di pharmaSuisse, della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) e della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS).

La Commissione constata che, pur limitando in parte i diritti di libertà, la legge costituisce una buona soluzione se si considera il valore aggiunto dal profilo della sicurezza. La Commissione ha inoltre accolto senza opposizione una proposta di disciplinare l’accesso in modo semplificato fino a una determinata soglia quantitativa per il tramite di negozi specializzati. Una minoranza propone di non entrare in materia sul progetto: dubita infatti che il presente progetto di legge sia uno strumento efficace per lottare contro gli attentati terroristici e teme che privati innocenti e il settore interessato subiranno un aggravio amministrativo sproporzionato.

Imprese di sicurezza: con 9 voti contro 4, la Commissione propone di respingere la mozione 19.3969 «Mo. Consiglio nazionale (CPS-N). Le imprese hanno bisogno di certezza del diritto. La Svizzera ha bisogno di sicurezza». Prende atto che il Consiglio federale, riconoscendo la necessità di intervento, ha incaricato il DFAE e il DEFR di armonizzare le interpretazioni da parte dell’amministrazione e di modificare entro il mese di agosto l’ordinanza. Inoltre il Consiglio federale dovrà decidere entro la fine dell’anno come occorrerà modificare la legge federale sulle prestazioni di sicurezza private fornite all’estero al fine di correggere la situazione attuale.

Controllo dei beni a duplice impiego: la CPS-S propone all’unanimità di approvare il disegno di revisione della legge sul controllo dei beni a duplice impiego (18.060). Essa ritiene necessario trasporre nel diritto ordinario l’ordinanza sull’esportazione e l’intermediazione di beni per la sorveglianza di Internet e delle comunicazioni mobili, la cui validità è limitata nel tempo.

Istituzione di un Comando Supporto: con 11 voti contro 0 e 1 astensione, la Commissione propone di accogliere la mozione 19.3427 «Mo. Consiglio nazionale (Gruppo V). Rinuncia all’inutile istituzione di un Comando Supporto nell’esercito». La Commissione prende atto del fatto che le sinergie e i risparmi che potrebbero derivare dalla fusione del BAC e della BLEs in un nuovo comando sarebbero esigue. Inoltre, i profili e le culture di questi due settori sono estremamente diversi. Una fusione comporterebbe rischi importanti e causerebbe costi non indifferenti, oltre a originare il più grande ufficio dell’Amministrazione federale.

Il Consiglio degli Stati tratterà tutti gli affari menzionati nella sessione estiva 2020.
Presieduta dal consigliere agli Stati Thomas Minder, la Commissione si è riunita il 26 maggio 2020 a Berna. A parte della seduta erano presenti la consigliera federale Viola Amherd, responsabile del DDPS, la consigliera federale Karin Keller-Sutter, responsabile del DFGP, il consigliere federale Guy Parmelin, capo del DEFR, e il consigliere federale Ignazio Cassis, capo del DFAE.