La Commissione ha preso atto che nella sessione invernale il Consiglio degli Stati ha mantenuto il progetto di modifica della legge federale sui diritti politici (19.400 Iv. Pa. Più trasparenza nel finanziamento della politica) senza controproposta. Pertanto ora propone alla propria Camera di entrare nuovamente in materia sul progetto, che ha approvato con 14 voti contro 10 nella votazione sul complesso. Per quanto riguarda l’importo dei contributi da rendere pubblici, la Commissione si allinea alla posizione del Consiglio degli Stati. Una proposta di ridurre da 25 000 a 10 000 franchi il limite oltre il quale le donazioni ai partiti o ai comitati devono essere rese note è stata respinta con 14 voti contro 10.
La CIP si è espressa a favore di tre aggiunte al progetto del Consiglio degli Stati: con 14 voti contro 10 propone che i partiti debbano rendere pubblici anche i contributi ricevuti dai loro rappresentanti eletti a un mandato pubblico. Con 16 voti contro 7 vuole inoltre far sì che i membri del Consiglio degli Stati siano tenuti a rendere pubblico il budget della loro campagna elettorale. Con 14 voti contro 10 la Commissione si pronuncia infine a favore di un controllo a campione dell’esattezza delle informazioni fornite da coloro che sottostanno all’obbligo di rendere pubblici i finanziamenti.
La minoranza della Commissione rimane dell’opinione che gli obblighi di pubblicità nel settore del finanziamento della politica abbiano poco senso nel sistema politico svizzero con il suo spiccato carattere di milizia e pertanto si oppone al progetto.
Diritti politici in tempi di crisi
In un colloquio con il cancelliere della Confederazione, la Commissione ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che la Cancelleria federale abbia adottato rapidamente misure non burocratiche per garantire l’esercizio dei diritti politici anche durante la crisi provocata dalla pandemia.
La Commissione ritiene inoltre efficace la possibilità sancita dalla legge COVID che le attestazioni delle firme per i referendum possano essere ottenute anche dopo la scadenza del termine per la raccolta. Ritiene opportuno prevedere questa possibilità anche per le iniziative e, con 19 voti contro 3 e 1 astensione, ha presentato una corrispondente mozione di commissione (21.3006 Mo. CIP-N. Parità di trattamento per iniziative popolari e referendum durante la pandemia di COVID-19).
La Commissione vorrebbe inoltre istituire la base giuridica per garantire l’uso dei diritti popolari anche in occasione di future crisi. Ha quindi approvato, con 17 voti contro 7, il primo punto di una mozione del Consiglio degli Stati (20.3419 Mo. S [Rieder]. Salvaguardare i diritti democratici e rafforzare la prontezza digitale), secondo cui la sospensione dei termini per l’esercizio dei diritti politici e il rinvio di votazioni popolari ed elezioni devono essere disciplinati in una legge federale. Con 14 voti contro10 ha approvato anche il secondo punto di questa mozione, secondo il quale occorre promuovere la competenza digitale delle autorità federali. Una minoranza si è espressa contro la mozione poiché ritiene che la sua portata sia troppo ampia.
Infine, la Commissione vuole esaminare se la raccolta elettronica delle firme possa essere uno strumento adeguato, soprattutto in tempi di crisi. Intende tenere delle audizioni su questo punto prima di decidere se presentare un intervento.
Accesso gratuito ai documenti ufficiali: il progetto è sottoposto alla Camera
Il Consiglio federale sostiene la modifica della legge sulla trasparenza elaborata dalla CIP per attuare l’iniziativa parlamentare 16.432 n (Iv. Pa. Graf-Litscher. Disciplinamento degli emolumenti. Principio della trasparenza nell’amministrazione federale). Secondo questo progetto, di norma l’accesso ai documenti ufficiali secondo la legge sulla trasparenza non è soggetto a emolumenti. È previsto che un emolumento possa essere riscosso unicamente nel caso in cui una domanda d’accesso comporti un trattamento particolarmente dispendioso da parte delle autorità. La Commissione ha respinto con 16 voti contro 7 la proposta del Consiglio federale di non disciplinare a livello legislativo l’obbligo di informare i richiedenti in merito agli emolumenti previsti. La Commissione sottopone quindi il suo progetto invariato alla Camera, che lo tratterà nella sessione primaverile.
Voto elettronico: per ora nessuna decisione riguardo ai sistemi
Con 18 voti contro 2 e 3 astensioni, la Commissione si esprime contro la possibilità di scegliere concreti sistemi di voto elettronico già in questo momento e respinge pertanto un’iniziativa del Cantone di Ginevra (19.312 Iv. Ct. GE. Per lo sviluppo di un sistema di voto elettronico in mano pubblica a livello nazionale o intercantonale).
Nessuna relativizzazione dell’obbligo di annunciare i posti vacanti per gli impieghi stagionali
Nell’autunno 2020, contro il parere della propria Commissione, il Consiglio degli Stati ha accolto la mozione del consigliere agli Stati Beat Rieder (19.4560 «Ridurre la burocrazia per rafforzare il mercato del lavoro stagionale»), che si prefigge di sgravare gli oneri amministrativi legati all’obbligo di annuncio dei posti vacanti per le imprese che assumono lavoratori stagionali. All’unanimità, la CIP-N propone di respingere questa mozione. Secondo la Commissione, sarebbe inopportuno aprire una breccia in un meccanismo volto a sfruttare il potenziale della forza lavoro svizzera, soprattutto in un momento in cui le cifre della disoccupazione sono destinate ad aumentare a causa della crisi dovuta al COVID-19.
Le mamme devono poter partecipare alle sedute del Parlamento durante il congedo maternità
Come la sua omologa del Consiglio degli Stati, la CIP-N è convinta che le donne che esercitano un mandato parlamentare e desiderano assumerlo anche durante il congedo maternità non debbano perdere di conseguenza il diritto all’indennità di maternità. La CIP-N ha dato seguito all’unanimità a tre iniziative presentate dai Cantoni di Zugo, Basilea Campagna e Lucerna (19.311, 20.313 e 20.323) che chiedono di modificare in questo senso la legge sulle indennità di perdita di guadagno e la relativa ordinanza.
Il Consiglio federale deve migliorare l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati
Dopo aver sentito, nel corso di una precedente seduta, diversi attori responsabili dell’applicazione e dell’esecuzione delle espulsioni obbligatorie previste dall’articolo 66a del Codice penale, la Commissione ha accolto, con 16 voti contro 8 per i numeri 1 e 2, e all’unanimità per il numero 3, una mozione per migliorare su diversi punti l’attuazione delle espulsioni obbligatorie (21.3009). Secondo il numero 1, un’espulsione deve poter essere pronunciata dal Ministero pubblico mediante decreto d’accusa; secondo il numero 2, il solo rischio che l’espulsione possa essere disposta non deve essere sufficiente a giustificare una difesa obbligatoria; secondo il numero 3, l’elenco dei reati che danno luogo all’espulsione deve essere rivisto e, se necessario, chiarito in relazione a determinati reati.
Presieduta dal consigliere nazionale Andreas Glarner (V, AG), la Commissione si è riunita il 21 e il 22 gennaio 2021 a Berna.