La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ritiene che un obbligo generale d’autorizzazione per i discorsi di stranieri a manifestazioni politiche che si svolgono in Svizzera non sia né proporzionato né opportuno. Occorrerebbe piuttosto vietare interventi a manifestazioni nel caso in cui costituiscano una minaccia per la sicurezza del Paese.

​Nel 1998 il Consiglio federale ha abrogato il decreto concernente i discorsi politici di oratori stranieri in base al quale occorreva chiedere un’autorizzazione prima che uno straniero senza permesso di domicilio in Svizzera tenesse un discorso. Con 6 voti contro 4 e 1 astensione la Commissione raccomanda si respingere una mozione accolta il 19 settembre 2018 dal Consiglio nazionale, che intende reintrodurre il decreto di cui sopra (16.3864 n Mo. Consiglio nazionale (Fässler). Obbligo d’autorizzazione per oratori stranieri a manifestazioni politiche). Le autorità dispongono di sufficienti basi legali nella legge sugli stranieri e sull’integrazione nonché nella legge federale sulle attività informative per rifiutare che certe persone intervengano a manifestazioni in Svizzera se tali interventi pregiudicano la sicurezza interna o esterna del Paese. Un divieto generale di tenere discorsi rivolto a stranieri rappresenterebbe una limitazione eccessiva alla libertà d’opinione.

La minoranza che appoggia la mozione reputa invece che essa dia la possibilità di stabilire criteri oggettivi su quando occorra vietare un intervento a una manifestazione pubblica e quando no.

Nessun obbligo di espulsione di terroristi verso i loro Paesi di origine

Il divieto di respingimento previsto nella Costituzione federale deve essere imperativamente rispettato: soltanto così persino i terroristi non possono essere espulsi in Stati in cui potrebbero essere sottoposti a tortura o a pena di morte. La Commissione ritiene che anche in simili casi la Svizzera non debba trasformarsi in un aguzzino. Con 6 voti contro 4 e 2 astensioni respinge perciò la mozione accolta il 19 settembre 2018 dal Consiglio nazionale (16.3982 n Mo. Consiglio nazionale (Regazzi). Espulsione di terroristi verso i loro paesi di origine, sicuri o meno). La Commissione ha inoltre preso atto dei progetti normativi in corso del Consiglio federale che prevedono l’adozione di nuove misure preventive di polizia per la lotta al terrorismo. In questo contesto saranno esaminate anche misure contro persone condannate in relazione ad atti terroristici e che, anche dopo aver scontato la loro pena detentiva, continuano a rappresentare un rischio per la sicurezza della Svizzera, ma che non possono essere espulse a causa del divieto di respingimento.

La minoranza che sostiene la mozione ritiene insoddisfacente l’interpretazione così restrittiva del divieto di respingimento che non consente di espellere nemmeno i terroristi.

Accesso agevolato al mercato del lavoro per gli specialisti formati in Svizzera

La Commissione raccomanda al Consiglio degli Stati, con 7 voti contro 1 e 2 astensioni, di accogliere una mozione, già accolta il 20 settembre 2018 dal Consiglio nazionale, che si prefigge di agevolare l’accesso al mercato del lavoro agli specialisti stranieri formati in Svizzera (17.3067 n Mo. Consiglio nazionale (Dobler). Gli specialisti formati a caro prezzo in Svizzera devono poter lavorare nel nostro Paese). La mozione chiede che gli stranieri laureati presso le università svizzere possano rimanere nel nostro Paese in maniera semplice e poco burocratica se hanno concluso una formazione in un settore con una comprovata penuria di specialisti. La CIP-S ritiene opportuno che questi laureati possano mettere in pratica in Svizzera le competenze che vi hanno acquisito durante i loro studi.

Ex membri del Consiglio federale: nessun termine d’attesa per l’assunzione di mandati retribuiti

La Commissione vuole lasciare al senso di responsabilità degli ex membri del Consiglio federale ogni decisione in merito al momento e al genere di mandati che intendono assumere dopo aver lasciato la loro funzione. Il Consiglio degli Stati si era già espresso chiaramente cinque anni or sono contro un progetto del Consiglio nazionale che si prefiggeva di cambiare la situazione attuale. La Commissione si esprime nuovamente, con 8 voti contro 3 e 2 astensioni, contro un’iniziativa parlamentare della CIP del Consiglio nazionale che intendeva avviare un nuovo tentativo di regolamentare questo ambito (18.463 n Iv. Pa. CIP-N. Ex membri del Consiglio federale. Termine d’attesa).

Procedura per le mozioni: la Camera prioritaria deve poter mantenere il proprio testo

La Commissione ritiene insoddisfacente che, se la seconda Camera procede a una modifica di una mozione, la Camera prioritaria possa soltanto accoglierla nella forma modificata oppure respingerla definitivamente. Si esprime pertanto all’unanimità a favore di un’iniziativa parlamentare del consigliere agli Stati Beat Rieder (VS) (18.458 s Iv. Pa. Rieder. Procedura di appianamento delle divergenze per le mozioni). La Camera prioritaria dovrebbe avere la possibilità di mantenere la propria mozione nella sua versione originale se il testo proposto dalla seconda Camera non le sembra convincente. Secondo la Commissione, la procedura attuale limita eccessivamente il margine d’azione della Camera prioritaria.

Presieduta dalla consigliera agli Stati Pascale Bruderer Wyss (S/AG), la Commissione si è riunita a Berna il 12 febbraio 2019.