Con 5 voti contro 1 e 2 astensioni, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ha approvato nella votazione sul complesso la legge sul servizio nazionale degli indirizzi (LSI), appoggiando così il disegno con cui il Consiglio federale mira a istituire tale servizio entro il 2025.

Il futuro servizio nazionale degli indirizzi (SNI) consentirà a determinati uffici amministrativi nonché ai terzi incaricati di svolgere compiti legali di accedere agli indirizzi della popolazione residente nel nostro Paese. L’istituzione di un registro centrale che raccolga tutte queste informazioni riveste importanza poiché attualmente l’accesso agli indirizzi è possibile soltanto al livello cantonale o comunale.

Nel corso di una precedente seduta, la Commissione si era intrattenuta con vari enti interessati dal progetto, più precisamente l’Unione delle Città svizzere, l’Associazione dei Comuni svizzeri, l’Associazione svizzera dei servizi agli abitanti e il Cantone di Ginevra. I partecipanti alle audizioni avevano riconosciuto l’utilità di un servizio nazionale degli indirizzi, in quanto le amministrazioni ne trarranno beneficio in termini di efficienza. Avevano nondimeno criticato taluni aspetti del disegno.

La Commissione ha approvato il disegno del Consiglio federale (23.039) apportandovi una sola modifica: con 6 voti contro 0 e 1 astensione, la Commissione ha infatti accolto la proposta di esentare dal pagamento degli emolumenti non solo i Comuni, come previsto dal disegno, ma anche i Cantoni, così da tenere conto della situazione dei Cantoni (ad esempio quello di Ginevra) in cui gli indirizzi già sono raccolti in un registro centrale.

No al peggioramento della previdenza professionale dei dipendenti f​ederali

Con rispettivamente 7 voti contro 1 e 1 astensione e 6 voti contro 2 e 1 astensione, la Commissione propone di respingere due mozioni concernenti la previdenza professionale dei dipendenti della Confederazione accolte dal Consiglio nazionale. La prima mozione (22.3959) chiede di ridurre la partecipazione della Confederazione alla previdenza professionale del personale federale, giacché superiore a quella abitualmente in uso nel settore privato. La seconda (22.3960) chiede di ridurre gli accrediti di vecchiaia versati dalla Confederazione al proprio personale, poiché superiori al minimo legale.

La Commissione rileva che, a seguito dell’adozione di postulati nelle Camere, il Consiglio federale sta preparando un rapporto nel quale viene condotto uno studio comparativo delle condizioni contrattuali complessive applicate dalla Confederazione e dal settore privato con cui questa si ritrova a competere nella ricerca di personale. Il rapporto permetterà di acquisire un quadro complessivo delle condizioni d’assunzione e consentirà di stilare un bilancio generale. A giudizio della Commissione, sarebbe prematuro intervenire su un elemento delle condizioni d’assunzione senza disporre di un quadro complessivo delle stesse. Le misure richieste dalle due mozioni si tradurrebbero inoltre in una drastica riduzione delle rendite dei dipendenti della Confederazione e degli enti affiliati, ad esempio i Politecnici federali, quando l’intera economia, Confederazione compresa, è alle prese con una crescente carenza di manodopera e per poter reperire personale qualificato deve cercare di offrire condizioni sufficientemente vantaggiose.

No a una protezione più estesa degli RMNA

Con 6 voti contro 0 e 3 astensioni, la Commissione propone di non dare seguito all’iniziativa presentata dal Cantone di Ginevra (23.301 "Per una maggiore protezione dei rifugiati minorenni non accompagnati fino all'età di 25 anni"). In virtù soprattutto della Convenzione sui diritti del fanciullo, la Svizzera prevede misure particolari per i richiedenti l’asilo minorenni non accompagnati (RMNA) e offre loro una protezione specifica. Poiché il diritto svizzero considera «minorenne» chi non ha compiuto i 18 anni (art. 14 CC), la Commissione ritiene arbitrario prevedere una diversa definizione di minore età soltanto per il settore dell’asilo, dando luogo a un’incertezza giuridica e a una disparità di trattamento difficilmente giustificabili. L’attuazione dell’iniziativa rischierebbe inoltre di interferire nelle competenze cantonali e di rendere la Svizzera ancor più attrattiva per i rifugiati.

Commemorare il 12 settembre 1848 istituendo un Fondo per la democrazia e lo Stato di diritto

Per celebrare i 175 anni della prima Costituzione federale, quest’anno sono stati organizzati vari interessanti eventi. La Commissione intende dare seguito alla commemorazione della fondazione dello Stato federale conferendole una dimensione duratura. Anziché prevedere un giorno festivo supplementare, la Commissione propone di istituire un Fondo per la democrazia e lo Stato di diritto. Con 7 voti contro 0 e 1 astensione, ha quindi deciso di presentare una mozione (23.4346) con cui incarica il Consiglio federale di approntare la relativa base legale. Il Fondo è destinato non solo a sostenere attività che possano rafforzare, in particolare nei giovani, la comprensione e l’impegno per le istituzioni politiche dello Stato federale, ma anche a promuovere la conoscenza e l’utilizzo delle lingue nazionali, così da rafforzare la coesione della Svizzera.

Presieduta dal consigliere agli Stati Mathias Zopfi (G / GL), la Commissione si è riunita a Berna il 20 novembre 2023.