Nelle sue deliberazioni in merito alla legge sulla caccia la Commissione dell’ambiente si è in gran parte allineata al Consiglio degli Stati. Ha tuttavia stralciato la lince e il castoro dal disegno. A suo avviso non deve essere prevista una possibilità esplicita di regolare gli effettivi.

​La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia ha proseguito la trattazione della revisione parziale della legge sulla caccia (17.052). In merito all’articolo 5 sulle specie cacciabili e i periodi di protezione e all’articolo 7 sulle specie protette si è allineata al Consiglio degli Stati. Per quanto riguarda l’articolo 7a sulla regolazione delle specie protette, si è invece pronunciata a favore del disegno del Consiglio federale e proroga pertanto il periodo di regolazione degli effettivi di lupi di due settimane. Lince e castoro, che erano stati inseriti nella legge dal Consiglio degli Stati per l’eventualità di una regolazione, sono stati stralciati dal disegno dalla Commissione rispettivamente con 13 voti contro 9 e 1 astensione e con 12 voti contro 11. Inoltre, nell’articolo 7a capoverso 2 lettera b la Commissione ha attenuato le condizioni che devono essere adempiute per una regolazione: questa non deve essere attuata soltanto per prevenire danni «ingenti» (13 voti contro 9 e 1 astensione) e non devono essere necessariamente adottate previamente misure di protezione dal lupo (11 voti contro 9 e 3 astensioni). Infine, con 15 voti contro 10 la Commissione ha inserito una nuova disposizione che, sulla base di accordi di programma, consente alla Confederazione di stanziare aiuti finanziari ai Cantoni per la sorveglianza e l’attuazione di misure nei confronti del lupo. Diverse minoranze hanno chiesto in merito a singole disposizioni di allinearsi a quanto deciso dal Consiglio degli Stati.

Approvato il credito quadro per l’ambiente globale 2019–2022

La Commissione si è pronunciata, con 17 voti contro 8, a favore del credito quadro per l’ambiente globale 2019–2022 (Global Environment Facility, GEF; 18.074), un’oggetto che ricorre a scadenza quadriennale. Per la Svizzera il cofinanziamento del fondo è molto importante, poiché è essa stessa toccata dai cambiamenti climatici in misura superiore alla media e poiché si tratta di uno strumento di finanziamento centrale per l’adempimento delle convenzioni e dei protocolli internazionali più importanti nel settore ambientale.

La Commissione incarica poi il Consiglio federale di esaminare l’ipotesi di procedere a un’integrazione istituzionale e operativa del Fondo verde per il clima (Green Climate Fund, GCF) nel credito quadro per l’ambiente globale, in quanto questi due strumenti di finanziamento sono molto simili anche sotto il profilo tematico e operativo. Il relativo postulato (19.3007) di commissione è stato accolto con 11 voti contro 10 e 2 astensioni. Oltre al GEF, il Fondo verde per il clima, costituito nel 2010, svolge nel settore ambientale un ruolo sempre più importante.

Consentire con più facilità la densificazione

Dopo aver dato seguito nella sua ultima seduta all’iniziativa parlamentare 17.525 del consigliere nazionale Gregor Rutz, la Commissione ha oggi deciso, con 11 voti contro 10 e 2 astensioni, di accogliere l’iniziativa parlamentare del consigliere agli Stati Hans Egloff (17.526). Questa iniziativa si prefigge di autorizzare deroghe al principio secondo il quale un oggetto deve essere conservato intatto come stabilito dall'inventario federale degli insediamenti da proteggere (ISOS). A differenza di quanto previsto da quella del consigliere nazionale Gregor Ruth, l’iniziativa parlamentare di Hans Egloff persegue questo obiettivo mediante l’integrazione nell’articolo 6 della legge sulla pianificazione del territorio di un capoverso in cui si stabilisce che, nell’allestimento dei piani direttori, i Cantoni non devono tenere conto degli inventari federali se sussiste un interesse pubblico preponderante. La maggioranza della Commissione vuole in tal modo ridurre l’attuale contraddizione esistente tra la legge sulla protezione della natura e del paesaggio e la legge sulla pianificazione del territorio, che promuove uno sviluppo centripeto degli insediamenti.

Non allentare la legge sulla pianificazione del territorio

La Commissione ha deciso, con 14 voti contro 9, di non dare seguito all’iniziativa del Cantone del Vallese (16.315), che chiede di allentare le esigenze stabilite nella legge sulla pianificazione del territorio (LPT) per quanto riguarda le zone edificabili. In tal modo si allinea alla Commissione del Consiglio degli Stati. A suo avviso, la legge cantonale di esecuzione della LPT, recentemente adottata, considera già a sufficienza le richieste dell’iniziativa, che pertanto non è più attuale.

La Commissione ha inoltre accolto all’unanimità il progetto di protocollo sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero (18.073). Il protocollo impegna la Svizzera a ridurre le emissioni di inquinanti. I valori limite di emissione nel protocollo sono stati adeguati allo stato della scienza e della tecnica.

La Commissione ha infine approvato all’unanimità la mozione 18.3715 della sua Commissione omologa che chiede di agevolare lo stoccaggio di tondame nel bosco.

Presieduta dal consigliere nazionale Roger Nordmann (S, VD), la Commissione si è riunita a Berna il 18 e 19 febbraio 2019. A parte della seduta era presenta la consigliera federale Simonetta Sommaruga.