Nella seconda deliberazione sulla revisione della legge sulla protezione dell’ambiente la CAPTE-N continua a preferire soluzioni pragmatiche a norme rigorose di protezione contro il rumore. Essa punta su impianti di aerazione controllata e su spazi esterni silenziosi ad uso privato quali nuovi criteri per la concessione di permessi di costruzione nelle zone esposte al rumore.

La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale (CAPTE-N) intende agevolare l’attività edilizia nelle zone esposte al rumore (art. 22 cpv. 2) nel quadro della revisione della legge sulla protezione dell’ambiente (22.085). Di principio nelle nuove abitazioni almeno la metà dei locali sensibili al rumore dovrebbe disporre di una finestra in corrispondenza della quale i valori limite delle immissioni sono rispettati. La Commissione ritiene, tuttavia, che debbano essere possibili degli allentamenti. Su questo punto aderisce alla decisione del Consiglio nazionale secondo cui se è installato un impianto di areazione controllata, è sufficiente che i valori limite misurati in corrispondenza di una finestra aperta siano rispettati in un locale sensibile al rumore per abitazione. Lo stesso vale se è disponibile uno spazio esterno silenzioso ad uso privato.

Secondo la versione del Consiglio degli Stati, nelle abitazioni con un impianto di aerazione controllata i valori limite misurati in corrispondenza di una finestra aperta non dovrebbero più essere rispettati. La Commissione ritiene che la proposta del Consiglio nazionale sia più ponderata e consenta di trovare un equilibrio tra densificazione e protezione contro il rumore. Alla luce della penuria di alloggi occorre adottare soluzioni pragmatiche.

Con 7 voti contro 17 e un’astensione, la minoranza propone, senza successo, di rinunciare alla regolamentazione speciale per le abitazioni dotate di un impianto di aerazione o di uno spazio esterno silenzioso a favore della prassi della finestra di aerazione proposta dal Consiglio federale nel suo disegno. Secondo la minoranza un allentamento della normativa in materia di protezione contro il rumore pregiudicherebbe la qualità abitativa e la salute.

Confermato l’obbligo di limitare le immissioni foniche

La Commissione ribadisce che in ogni caso il permesso di costruzione è concesso unicamente se sono rispettati i requisiti più severi relativi alla protezione acustica nei nuovi edifici. Propone inoltre all’unanimità di fissare nella legge il principio secondo cui è ancora mantenuto l’obbligo di limitare le immissioni foniche per i titolari di impianti. Intende in questo modo sottolineare che le misure alla fonte restano valide.

Nessun allentamento dei valori limite nelle zone esposte al rumore del traffico aereo

La Commissione rinuncia alla sua richiesta iniziale di fissare valori limite specifici per il rumore prodotto dal traffico aereo. Con 13 voti contro 11 propone di seguire il Consiglio degli Stati (art. 22 cpv. 3-5). La Commissione è convinta che non siano necessarie ulteriori modifiche legislative rispetto al disegno del Consiglio federale per agevolare l’attività edilizia nelle vicinanze degli aeroporti. La Commissione propone di seguire il Consiglio degli Stati anche per quel che concerne l’abbassamento del limite di velocità: il progetto non deve infatti introdurre restrizioni aggiuntive per i Comuni.

Riguardo al risanamento dei siti contaminati, la Commissione propone, con 14 voti contro 8 e un’astensione, di mantenere la disposizione secondo cui in linea di principio le spese per l’esame e il risanamento di parchi giochi e giardini privati sono a carico del proprietario del sito (art. 32d cpv. 6). Secondo la Commissione si dà seguito in tal modo al principio di causalità. Una minoranza propone di allinearsi al Consiglio degli Stati e di stralciare la disposizione.

Esaminare possibili alternative alla tassa d’incentivazione sui COV

Con 17 voti contro 7 e un’astensione la Commissione propone di accogliere la mozione 24.3388 “Abrogazione della tassa d’incentivazione sui COV” nella versione modificata. La mozione va adeguata in modo che il Consiglio federale sia incaricato di presentare delle alternative con lo stesso livello di protezione. La Commissione ritiene ragionevole iniziare con un’analisi approfondita e non direttamente con un progetto di atto legislativo che abroghi la tassa d’incentivazione sui COV, come chiesto dal Consiglio degli Stati. Al contempo la Commissione propone di mantenere la legislazione attuale nell’ambito della revisione della legge sull’ambiente (art. 35a e 35c). Una minoranza respinge la mozione, adducendo che senza tassa d’incentivazione l’inquinamento dovuto ai COV e all’ozono aumenterebbe, con conseguenti danni per la salute.

La legge sulla geoinformazione deve essere rielaborata

La Commissione ha deciso, con 20 voti contro 5, di rinviare il disegno di modifica della legge sulla geoinformazione (23.060) al Consiglio federale per un nuovo esame approfondito. Il disegno prevede che, su richiesta della Confederazione e dei Cantoni, i detentori di dati geologici debbano mettere i loro dati a disposizione delle autorità pubbliche, nella misura in cui siano necessari per l’adempimento dei compiti previsti dal diritto cantonale o dal diritto federale. In linea di principio, la Commissione sostiene l’obiettivo di armonizzazione della consegna dei dati ma considera che il disegno debba essere revisionato e completato. In particolare il Consiglio federale è chiamato a esaminare in maniera approfondita le basi costituzionali del disegno e ad adoperarsi affinché la normativa proposta non costituisca un precedente per la nazionalizzazione di dati privati. Una minoranza della Commissione ritiene che le basi costituzionali non siano sufficienti per giustificare un intervento della Confederazione in questo ambito e propone quindi di non entrare in materia. Un’altra minoranza si oppone al rinvio.

Ricerca energetica

Con 16 voti contro 9, la Commissione ha accolto una proposta di modifica del disegno di decreto federale concernente un credito d’impegno per lo strumento di promozione della ricerca SWEETER (Swiss Energy Research for the Energy Transition and Emissions Reduction [24.028]) intesa a sincronizzare la richiesta di credito con la periodicità del messaggio ERI (24.031), il quale viene adottato ogni quattro anni. La Commissione propone di limitarne la durata al 2028, di ridurre linearmente il credito richiesto a 35,6 milioni di franchi e di riprendere il seguito del programma nel quadro del prossimo messaggio ERI. Il messaggio sul programma SWEETER, teso a sostenere i temi di ricerca che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi della Strategia energetica 2050 e della Strategia climatica a lungo termine della Svizzera, prevede un credito d’impegno di 106,8 milioni di franchi, interamente compensato nei crediti del messaggio ERI. I progetti di ricerca saranno monitorati congiuntamente dall’UFE e dall’UFAM e saranno condotti da consorzi composti di università, scuole universitarie, PMI e istituzioni pubbliche. Una minoranza della Commissione auspica una riduzione della durata del programma a 8 anni (2025–2032) e una limitazione del credito d’impegno a 53,4 milioni di franchi. Una seconda minoranza propone la stessa riduzione temporale ma con un credito di 71,2 milioni di franchi. Una terza minoranza propone di aderire alla decisione del Consiglio degli Stati e di approvare integralmente il disegno.

Consenso di principio sulla riserva di energia elettrica

Dopo aver sentito le cerchie interessate, la Commissione è entrata in materia senza opposizioni sulla modifica della legge sull’approvvigionamento elettrico (Riserva di energia elettrica, 24.033). Essa sottolinea l’importanza cruciale per la Svizzera di un approvvigionamento elettrico sicuro in qualsiasi momento, anche nelle situazioni estreme, ed è quindi favorevole a una riserva al di fuori del mercato elettrico. Tuttavia, nel prosieguo dei suoi lavori la Commissione esaminerà il concetto della riserva di energia elettrica in modo approfondito e sulla scorta di diverse varianti, con l’obiettivo di trovare una soluzione che garantisca la sicurezza dell’approvvigionamento e minimizzi al contempo gli effetti sull’ambiente e sul clima nonché i costi per i consumatori.

Infine, la Commissione si è occupata delle ordinanze relative alla legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili (21.047). Raccomanda al Consiglio federale di rafforzare gli incentivi per la costituzione di comunità locali di energia elettrica (CEL), concedendo loro un periodo di tempo di cinque anni dalla loro fondazione per raggiungere la quota minima del 20 per cento di elettricità prodotta in proprio. La Commissione raccomanda inoltre di ridurre ulteriormente i costi di utilizzo della rete per queste comunità.

Presieduta dal consigliere nazionale Christian Imark (V, SO), la Commissione si è riunita a Berna il 17 e il 18 giugno 2024. A parte della seduta era presente il consigliere federale Albert Rösti.