La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati (CAPTE-S) propone, senza voti contrari, di accogliere la mozione 20.4262 in versione modificata. Essa sostiene quanto chiesto dalla mozione di eliminare, con sforzi supplementari, i microinquinanti contenuti nelle acque di scarico urbane e proteggere in tal modo le acque. La modifica della Commissione concerne la scelta di quegli impianti di depurazione delle acque di scarico (IDA) che dovrebbero attuare misure contro i microinquinanti. Nella sua versione originale la mozione chiede che in generale tutti gli IDA del nostro Paese siano dotati di un livello supplementare di depurazione contro i microinquinanti. La Commissione chiede di limitare questo potenziamento a quegli IDA le cui immissioni causano un superamento dei valori limite. Con la sua modifica la Commissione vuole assicurare un rapporto costi-benefici ottimale, così come lo auspica anche il Consiglio federale. Essa ritiene che le sostanze chimiche e altre sostanze indesiderate siano eliminate in via prioritaria dalle acque di scarico là dove sorgono problemi. La Commissione è convinta che un potenziamento mirato degli IDA migliori la tutela degli organismi acquatici e riduca il carico inquinante sull’acqua potabile.
Eliminazione dell’azoto dalle acque di scarico
La Commissione accoglie all’unanimità la mozione 20.4261, anch’essa concernente gli IDA. Quest’intervento chiede che gli IDA svizzeri eliminino più azoto dalle acque di scarico di quanto facciano attualmente. La Commissione osserva che l’immissione di azoto problematica nelle acque può essere ulteriormente diminuita se si sfrutta meglio il potenziale di riduzione presente negli IDA. A suo avviso, è possibile ottenere un grado di eliminazione più elevato con un onere ragionevole.
Migliore protezione delle captazioni di acqua potabile
Con 11 voti contro 2 la Commissione propone di accogliere la mozione 20.3625 modificata dal Consiglio nazionale. Per la mozione i Cantoni sono tenuti a determinare i settori d'alimentazione per le principali captazioni di acque potabile. Mentre i numeri 1, 3 e 4 della mozione sono già stati inoltrati, per il numero 2 c’è ancora una divergenza. Esso disciplina il sostegno finanziario da parte della Confederazione dei lavori di attuazione cantonali. Secondo la modifica del Consiglio nazionale, i fondi vanno stanziati unicamente per quei lavori che saranno ultimati entro la fine del 2030. Per la Commissione ciò rappresenta un incentivo idoneo per accelerare l’attuazione. Se il Consiglio degli Stati approva la modifica, il Consiglio federale sarà incaricato di elaborare un progetto e di porlo in consultazione.
Nessuna offensiva per l’esplorazione del sottosuolo
Con voto decisivo del presidente, la Commissione propone di respingere la mozione 20.4063. Essa chiede al Consiglio federale di presentare un programma per l’esplorazione del sottosuolo sull’intero territorio nazionale. Le conoscenze così acquisite potrebbero andare a vantaggio di diversi progetti, ad esempio nei settori della geotermia, dell’estrazione di risorse o dello stoccaggio di CO2. Secondo gli autori della mozione, verrebbe semplificata anche la pianificazione di nuovi progetti infrastrutturali. Se condivide l’idea di sfruttare il potenziale economico ed ecologico nel sottosuolo svizzero, la Commissione teme però che in caso di attuazione della mozione siano a rischio i diritti di proprietà dei possessori privati di fondi come pure la sovranità dei Cantoni in materia di sottosuolo. Inoltre, la Commissione nutre dubbi in merito al costo di tale offensiva esplorativa. Prevede costi elevati superiori ai cinque miliardi, il cui finanziamento è ancora da definire. Alla luce di quanto precede, la Commissione ritiene che la mozione non debba essere portata avanti.
Secondo la minoranza, l’attuazione della mozione non presenta alcun problema sotto il profilo giuridico. Rifacendosi ai dati forniti dall’Amministrazione federale, essa stima al ribasso i costi per lo studio del sottosuolo rispetto agli oppositori della mozione. Ritiene quindi opportuno inoltrare la mozione.
Impianti fotovoltaici sugli immobili della Confederazione
Produrre elettricità mediante impianti fotovoltaici posti sugli immobili dell’Amministrazione federale presenta un potenziale considerevole. Per la Commissione è chiaro che la Confederazione deve dare il buon esempio. Sostiene all’unanimità le modifiche apportate dal Consiglio nazionale alla mozione 19.3750, secondo le quali la Confederazione deve munire di impianti fotovoltaici tutte le superfici idonee delle coperture e delle facciate del suo patrimonio immobiliare e accelerare i lavori di risanamento per raggiungere l’autonomia nel settore dell’energia elettrica.
La Commissione ha inoltre proposto all’unanimità di non dare seguito alle iniziative cantonali 20.307 e 20.319 relative all’imposta internazionale sul cherosene. La Commissione ha già discusso in modo approfondito delle misure di politica climatica riguardanti il traffico aereo nell’ambito della revisione totale della legge sul CO2 e inserito nel disegno una tassa sui biglietti aerei. Al momento ritiene che non ci sia più ragione di legiferare.
La Commissione ha infine accolto all’unanimità la mozione modificata 20.3745. Questa rende possibile l’adozione rapida di misure volte a migliorare le condizioni quadro per la gestione forestale in Svizzera, peggiorate a causa dei cambiamenti climatici.
Presieduta dal consigliere agli Stati Martin Schmid (PLR/GR), la Commissione si è riunita il 25 e il 26 marzo 2021. A parte della seduta era presente la consigliera federale Simonetta Sommaruga, responsabile del DATEC.