La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati ha concluso la deliberazione di dettaglio sulla legge sul CO2 per il periodo 2025–2030 e ha adottato il progetto all’unanimità nella votazione sul complesso. La revisione della legge sul CO2 mira a ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 50 per cento rispetto al 1990. Si tratta di una tappa importante nel perseguimento dell’obiettivo di un saldo netto pari a zero entro il 2050.

La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati (CAPTE-S) ha adottato all’unanimità nella votazione sul complesso la revisione parziale della legge sul CO2 (2​2.061). In tal modo sottopone alla propria Camera un ampio pacchetto di misure che consentirà di raggiungere l’obiettivo di riduzione 2030. Entro sette anni le emissioni di gas serra dovranno dunque essere dimezzate rispetto al valore registrato nel 1990. La Svizzera si è impegnata a livello internazionale nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima. Con 6 voti contro 5, la Commissione sostiene il progetto del Consiglio federale secondo cui la quota di riduzione delle emissioni di gas serra da conseguire in Svizzera debba essere di due terzi e quella all’estero di un terzo. Una minoranza chiede che la quota interna sia pari al 75 per cento. Un’ulteriore minoranza chiede che la Confederazione non sia autorizzata a colmare eventuali lacune nel raggiungimento degli obiettivi tramite l’acquisto di certificati internazionali.

Inasprimento dei valori obiettivo di CO2 nuove automobili

Per quanto riguarda i valori obiettivo di CO2 applicabili alle nuove automobili, la Commissione chiede, con 7 voti contro 4, un inasprimento di tali valori allo scopo di accelerare il passaggio a veicoli più efficienti e che non consumino carburanti fossili. Nel 2030 le emissioni di CO2 delle automobili, in riferimento al valore di base determinante per il 2021, non devono eccedere il 25 per cento (e non più il 45 per cento). Una minoranza preferisce la versione presentata dal Consiglio federale analogo all’regolamento dell’UE. Un’ulteriore minoranza chiede un obiettivo di riduzione pari allo 0 per cento a partire dal 2035. Con 9 voti contro 3 e 1 astensione, la Commissione propone tramite una nuova disposizione secondo cui nel calcolo dell’obiettivo individuale vengano considerate quelle emissioni risparmiate in virtù dell’obbligo di immissione per i carburanti rinnovabili. La Commissione chiede inoltre che non sia più considerato il peso dei veicoli nuovi negli obiettivi relativi ai parchi veicoli. In tal modo è possibile abolire il falso incentivo che porterebbe a importare auto particolarmente pesanti. Nel caso in cui gli importatori non raggiungano i rispettivi valori obiettivo di CO2, la Commissione chiede di introdurre la possibilità di riportare un credito nell’anno successivo.

Una minoranza chiede di allentare le norme relative alle automobili già omologate all’estero ritenendo che tali veicoli dovrebbero poter essere importati in Svizzera dopo un termine di tre mesi senza obiettivi di CO2. Un’ulteriore minoranza auspica l’eliminazione del commercio delle cosiddette cessioni: al di fuori dei raggruppamenti di emissioni, i veicoli con una quota elevata di emissioni di CO2 non dovrebbero più essere compensati con veicoli elettrici allo scopo di evitare sanzioni.

Passaggio alle tecnologie di propulsione alternative

Per quanto concerne la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP) per gli autocarri a propulsione elettrica, la Commissione chiede con 10 voti contro 2, di non modificare la normativa in vigore. Il Consiglio federale ha tutt’ora la possibilità, conformemente all’ordinanza concernente una tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni, di esentare i veicoli elettrici e a idrogeno dal pagamento della TTPCP. Una minoranza chiede di sancire a livello di legge l’applicazione per gli autocarri elettrici o alimentati con carburanti rinnovabili di una riduzione differenziata della TTPCP basata sulla tecnologia.

Anche nel settore dei trasporti pubblici occorre favorire il passaggio ai veicoli elettrici. A tale scopo la Commissione, analogamente al Consiglio federale, propone di abrogare entro il 2026 le agevolazioni fiscali previste per l’imposta sugli oli per gli autobus a motore diesel impiegati nel trasporto pubblico e come misura transitoria di promuovere tecnologie di propulsione elettrica nelle offerte di trasporto concessionarie.

Nessun sussidio federale per le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici

Con 7 voti contro 5 e 1 astensione, la Commissione respinge il sostegno finanziario proposto dal Consiglio federale per le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici in edifici con più unità abitative, presso le aziende o nei parcheggi pubblicamente accessibili. A suo avviso la messa a disposizione di infrastrutture di ricarica è un compito che spetta ai privati. Una minoranza si allinea invece alla proposta del Consiglio federale.

Quote per i carburanti rinnovabili nel trasporto stradale e aereo

La Commissione, come il Consiglio federale, vuole mantenere l‘obbligo di compensazione per gli importatori di carburante, che scade alla fine del 2024, e aumentare al 90 per cento la quota massima di emissioni di CO2 da compensare. Gli importatori di carburante dovrebbero poter ripercuotere i costi di compensazione sui consumatori sotto forma di sovrapprezzo, che però non potrà superare i 5 centesimi per litro di benzina o diesel. Come nuovo strumento, deve essere aggiunto un obbligo di immissione per i carburanti rinnovabili. In questo caso la Commissione sostiene in linea di principio il Consiglio federale, ma respinge la quota proposta del 5-10 per cento. Il Consiglio federale dovrebbe piuttosto fissare la quota minima di carburanti rinnovabili in modo che i costi che ne derivano non superino i 5 centesimi per litro di carburante. Con questo limite, la Commissione aspira a una maggiore trasparenza dei sovrapprezzi alla pompa.

I carburanti rinnovabili dovrebbero essere utilizzati anche nel trasporto aereo. La Commissione approva la proposta del Consiglio federale vertente su una quota di miscelazione. Come misura di accompagnamento, fino al 2029 verranno promossi progetti pilota per lo sviluppo e la produzione di carburanti rinnovabili per l’aviazione. Diversamente dal Consiglio federale, la Commissione vorrebbe consentire il computo dei certificati e destinare una parte dei proventi della vendita all‘asta dei diritti di emissione dell‘aviazione a misure di riduzione del CO2 nel trasporto aereo. Un‘altra parte di questi proventi dovrebbe essere utilizzata per migliorare i collegamenti ferroviari internazionali, come previsto dal Consiglio federale. La Commissione ha inoltre deciso all‘unanimità che in futuro le emissioni di CO2 dovranno essere indicate sui biglietti aerei. Una minoranza ha chiesto l‘introduzione di una tassa di incentivazione sui voli con jet aziendali e privati, che la Commissione ha respinto con 9 voti contro 4.

Entrate provenienti dalle aste SSQE per le misure per la protezione del clima

La Commissione vorrebbe estendere lo strumento dell‘impegno individuale di riduzione entro il 2040, analogamente a quanto proposto dal Consiglio federale. Questa opzione dovrebbe essere aperta a tutte le imprese e vincolata allo sviluppo di piani di decarbonizzazione, come previsto dal Consiglio federale. La Commissione concorda inoltre sul fatto che le imprese con impegno di riduzione non possano più partecipare ai proventi della tassa sul CO2. Essa approva la regolamentazione proposta dal Consiglio federale sul sistema di scambio di quote di emissione (SSQE). Aggiunge tuttavia due nuove disposizioni: in primo luogo, le riduzioni delle emissioni determinate nel quadro degli accordi settoriali devono essere equivalenti a quelle del sistema SSQE; in secondo luogo, una parte dei proventi delle aste degli impianti SSQE deve essere utilizzata per promuovere tecnologie prive di emissioni, al fine di promuovere la decarbonizzazione delle imprese che partecipano al sistema SSQE. Secondo la Commissione, l‘altra parte dei proventi delle aste nel settore industriale deve essere destinata a misure di prevenzione dei danni causati dai cambiamenti climatici.

Misure nel settore edilizio

La Commissione ritiene ragionevole mantenere la tassa sul CO2 applicata ai combustibili a 120 franchi per tonnellata di CO2. Entro il 2030 dovrebbe essere desinata una quota maggiore di proventi di questa tassa al fine di garantire un solido finanziamento del Programma Edifici, pilastro centrale della politica climatica svizzera. In questo caso la Commissione segue il Consiglio federale – con 5 voti contro 5 e 3 astensioni e il voto decisivo del presidente. La minoranza intende limitare la destinazione vincolata parziale a un terzo come finora ed esprime dubbi circa la costituzionalità di un aumento.

Infine, la Commissione propone che la Confederazione possa ora promuovere piattaforme e altre attività informative nel settore della protezione del clima. Una nuova disposizione sarà inoltre inserita nella legge federale contro la concorrenza sleale: agisce in modo sleale chiunque fornisca indicazioni errate in merito all‘impatto provocato sul clima.

Appianamento delle divergenze concernente la costruzione fuori della zona edificabile

La Commissione ha affrontato le restanti divergenze sulla revisione della legge sulla pianificazione del territorio, seconda fase (18.​077). Intende impedire che le aziende agricole esistenti vengano danneggiate da nuove zone edificabili. Con 6 voti contro 3 e un’astensione, vorrebbe quindi consentire ai Cantoni di designare aree in cui le norme sugli odori per tali aziende agricole non vengano inasprite, anche in caso di azzonamenti e cambiamenti di destinazione. Inoltre, la Commissione sostiene all’unanimità che gli edifici e gli impianti con uno stretto legame funzionale con la destinazione di utilizzazione principale dovrebbero essere consentiti anche in altre zone di utilizzazione secondo l’articolo 18 LPT. Tuttavia, vorrebbe che la legge stabilisse che questa autorizzazione decade non appena cessa la destinazione di utilizzazione principale. In linea di principio, la Commissione è favorevole al raggruppamento di infrastrutture, ma non vuole che questo diventi una condizione per l’installazione di impianti di telefonia mobile al di fuori della zona edificabile. Con 6 voti contro 4 aderisce pertanto alla decisione del Consiglio degli Stati in merito all’articolo 24bis. Con 7 voti contro 3 e 1 astensione la Commissione sostiene inoltre che la demolizione, la ricostruzione e l’ampliamento operativo ai sensi dell’art. 37a cpv. 2 LPT dovrebbero essere consentiti sia per le aziende alberghiere secondo il diritto previgente sia per alberghi, ristoranti e caffè. Su numerosi altri punti, la Commissione è favorevole all’appianamento delle divergenze con il Consiglio nazionale.

La Commissione presenterà al Consiglio degli Stati gli oggetti inerenti all’economia circolare (20.433) e alla revisione della legge sulla protezione dell’ambiente (22.085) in occasione della sessione invernale 2023.

Presieduta dalla consigliera agli Stati Adèle Thorens Goumaz (G, VD), la Commissione si è riunita a Berna il 31 agosto e il 1° settembre 2023. A parte della seduta era presente il consigliere federale Albert Rösti.