La Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio nazionale ha discusso ampiamente su una possibile via da percorrere per quanto riguarda le pigioni commerciali. La maggioranza è del parere che occorra una soluzione per compensare le perdite e le diminuzioni del fatturato subite dai locatori di locali commerciali e per evitare disoccupazione, fallimenti e rischi di controversie.

Nella sessione straordinaria il Consiglio degli Stati ha modificato radicalmente la mozione originaria della CET-N (20.3142), che chiedeva una riduzione del 70 per cento delle pigioni per le aziende chiuse dal Consiglio federale. La Commissione respinge tuttavia la mozione nella sua versione modificata con 15 voti contro 9 e 1 astensione. Con 13 voti contro 10 e 2 astensioni ha invece adottato una nuova mozione di commissione (20.3451) che si ispira alla formulazione del Consiglio degli Stati, ma prevede altri limiti: le aziende chiuse dal Consiglio federale a causa del COVID 19 dovrebbero versare al proprio locatore soltanto il 40 per cento della pigione per il periodo in cui sono costrette a restare chiuse a causa delle misure disposte dalle autorità, tuttavia fino a un tetto massimo di 20 000 franchi. Anche aziende che hanno dovuto ridurre la propria attività potranno approfittare in misura più limitata di una riduzione e, in caso di pigione compresa tra 15 000 e 20 000 franchi, deve essere possibile applicare la clausola opt-out. Il Consiglio federale dovrà inoltre prevedere un fondo per i casi di rigore. La minoranza respinge la mozione perché reputa che la soluzione proposta costituisca un’ingerenza nei contratti di diritto privato e la considera lesiva della garanzia della proprietà sancita nella Costituzione. Teme inoltre che venga meno la certezza del diritto e che insorgano problemi di delimitazione considerato che già soltanto con una riduzione dell’attività si potrebbero avanzare pretese.

La Commissione è stata inoltre informata dai consiglieri federali Ueli Maurer e Guy Parmelin sull’evoluzione delle misure adottate in relazione alla crisi del Coronavirus.

2. La Commissione vuole destinare l’utile della BNS per ridurre il debito causato dal coronavirus

La CET-N ha esaminato diverse proposte concernenti la destinazione dell’utile della BNS. In quest’ambito ha deciso, con 15 voti contro 10 e nessuna astensione, di presentare una mozione di commissione (20.3450) che incarica il Consiglio federale di utilizzare tutta la distribuzione ordinaria e le distribuzioni supplementari che la BNS prevede di versare alla Confederazione per ridurre l’indebitamento legato alla crisi del coronavirus.

In considerazione dei deficit eccezionali previsti per le finanze federali, la maggioranza della Commissione ritiene che questa misura consentirà di riportare il debito della Confederazione al livello che aveva prima della crisi, aggirando il meccanismo del freno all’indebitamento. La minoranza è invece del parere che sia prematuro disciplinare il risanamento del debito legato alla crisi del coronavirus prima di conoscere più in dettaglio gli effetti della crisi e l’ampiezza delle relative ripercussioni economiche. La mozione sarà probabilmente trattata dal Consiglio nazionale durante la sessione estiva.

La Commissione si è occupata anche di una proposta che chiede di destinare i proventi da tassi di interesse negativi della BNS alla previdenza per la vecchiaia. Ritenendo che l’attuale crisi avrà un impatto molto forte sulla situazione finanziaria dell'AVS, con 14 voti contro 10 e senza astensioni la Commissione ha deciso di presentare un’iniziativa a tal proposito (20.432). L'iniziativa parlamentare 19.481, che persegue lo stesso obiettivo, è stata quindi ritirata dal suo autore. Affinché la Commissione elabori un disegno di atto normativo su questo tema occorre ancora che la CET-S dia il suo via libera all’iniziativa.

3. La CET-N adotta all’unanimità il disegno di legge concernente la blockchain

Dopo aver deciso, durante la sua seduta del 24 febbraio 2020, di entrare in materia sul disegno 19.074 inteso a migliorare il quadro legale concernente la tecnologia di registro distribuito (TRD), la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale (CET-N) ha discusso il testo articolo per articolo. Ritiene che per le start-up svizzere sia molto importante aumentare la sicurezza giuridica per le applicazioni basate sulla TRD, soprattutto in considerazione dell’attuale crisi economica.

La Commissione ha apportato soltanto piccole modifiche al testo del Consiglio federale. Le due principali riguardano la questione relativa all’accesso ai dati e gli organi di mediazione. La prima, accolta all’unanimità, prevede di introdurre nella legge sulla esecuzione e sul fallimento una disposizione secondo la quale qualsiasi terzo che dimostra un diritto legittimo o contrattuale ai dati può chiedere l’accesso a tali dati, ma anche esigerne la restituzione (art. 242b LEF). Con la modifica, proposta alla CET-N dalla Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale, s’intende rispondere alle preoccupazioni espresse nell’iniziativa 17.410. La seconda modifica, accolta con 18 voti contro 5 e 0 astensioni, chiede di adeguare la legge sui servizi finanziari in modo che i fornitori di servizi finanziari che forniscono prestazioni esclusivamente a clienti istituzionali o a clienti professionali non siano tenuti ad affiliarsi a un organo di mediazione (art. 77 LSerFi). Secondo la maggioranza della Commissione questa misura permette di sgravare i piccoli sistemi di negoziazione fondati sulla TRD di un onere amministrativo importante. Una proposta che, nell’interesse della protezione dei consumatori, chiedeva maggiore trasparenza a questi sistemi di negoziazione (art. 73e LInFi) non è invece riuscita a ottenere la maggioranza. La Commissione l'ha respinta con 14 voti contro 10 ritenendo che la questione sia già disciplinata in modo soddisfacente a livello di diritto privato.

In votazione finale la Commissione si è espressa all’unanimità a favore del disegno così modificato. È previsto che il Consiglio nazionale, Camera prioritaria per quest’oggetto, lo esamini durante la sessione estiva 2020.

4. Via ai lavori relativi all’iniziativa 99%

La Commissione ha dato il via ai lavori relativi all’iniziativa popolare «Sgravare i salari, tassare equamente il capitale» (20.032) svolgendo una serie di audizioni. Sia il comitato d’iniziativa sia rappresentanti della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle finanze (CDF), del mondo scientifico, di economiesuisse, dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (usam) e dell’Unione sindacale svizzera (USS) hanno illustrato le rispettive posizioni. La Commissione avvierà l’esame materiale dell’iniziativa popolare durante una delle sue prossime riunioni.

5. La CET-N non vuole agevolazioni fiscali per i prodotti della finanza verde

Con 14 voti contro 10 e 1 astensione la Commissione raccomanda di respingere la mozione 19.4372, il cui obiettivo è esentare dall'imposta preventiva e dalle tasse di bollo i prodotti relativi a investimenti di capitale che promuovono uno sviluppo sostenibile. La mozione è stata respinta soprattutto per la difficoltà di definire che cosa s’intenda per prodotto finanziario sostenibile. Per taluni questa indeterminatezza tassonomica potrebbe finire per favorire fiscalmente il cosiddetto greenwashing, mentre altri temono che comporti notevoli complicazioni amministrative. La minoranza della Commissione ritiene invece che la misura permetterebbe alla Svizzera di rafforzare la sua competitività posizionandosi in un settore di nicchia.

6. Sospendere l’abolizione della tassa d’emissione sul capitale proprio

Con 13 voti contro 10 e 1 astensione la Commissione propone di approvare la sospensione del disegno 1 (abolizione della tassa d’emissione sul capitale proprio) dell’iniziativa parlamentare 09.503 decisa il 3 marzo 2020 dal Consiglio degli Stati. Secondo la maggioranza non è opportuno, vista l’attuale situazione, privare la Confederazione di queste entrate prima di conoscere l’ampiezza delle perdite che subiranno le finanze federali. Gli argomenti addotti dal Consiglio degli Stati sono inoltre considerati ancora validi. La minoranza è invece dell’opinione che abolire le tasse di bollo consentirebbe alle imprese di rafforzare il loro capitale proprio: una misura benvenuta, vista la crisi economica che si sta profilando.

 

Presieduta dal consigliere nazionale Christian Lüscher (PLR, GE), la Commissione si è riunita a Berna l’11 e il 12 maggio 2020. A parte della seduta erano presenti i consiglieri federali Ueli Maurer e Guy Parmelin.