Con il voto decisivo del suo presidente, la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) si allinea alla decisione del Consiglio nazionale di prolungare da cinque a otto anni il termine per l’ammortamento dei crediti. Segue invece il Consiglio federale per quanto concerne la possibilità di adeguare, se del caso, i tassi d’interesse a partire dall’anno prossimo. La Commissione approva inoltre la nuova proposta del Governo permettendogli di istituire, in caso di necessità, un nuovo sistema di fideiussioni solidali.

 Dopo la prima deliberazione nella seduta del 27 ottobre (cfr. comunicato stampa), la CET-S ha ora proceduto a una seconda lettura del disegno di legge del Consiglio federale (20.075) apportandovi una serie di importanti modifiche.

Per quanto concerne la durata dell’ammortamento dei crediti la Commissione, allineandosi al Consiglio nazionale, propone con 6 voti contro 6 e il voto preponderante del presidente, di estendere il termine a otto anni (con due anni supplementari per i casi di rigore) in modo da dare maggior margine di manovra alle imprese per il rimborso dei crediti. Una minoranza propone invece di mantenere quanto proposto dal Consiglio federale, ovvero un termine di ammortamento di cinque anni (con cinque anni supplementari per i casi di rigore) per non «cambiare le regole del gioco in corso d’opera» per le banche e nel contempo garantire una parità di trattamento nei confronti delle imprese che la scorsa primavera non hanno fatto ricorso ai crediti garantiti. All’unanimità la CET-S propone invece di respingere la decisione del Consiglio nazionale di congelare gli attuali tassi d’interesse sui prestiti fino al 31 marzo 2028 e chiede di seguire il disegno del Consiglio federale. Secondo questo testo, a partire dal 31 marzo 2021 e se necessario, il Consiglio federale può procedere a un adeguamento dei tassi d’interesse dei crediti in base all’evoluzione del mercato. Sebbene un aumento dei tassi sia improbabile nei prossimi anni, data l’attuale situazione del tasso d’interesse di riferimento della BNS, la Commissione ritiene necessario mantenere un minimo di flessibilità per non modificare le condizioni in cui i contratti sono stati stipulati questa primavera.

Per quanto riguarda i dividendi delle società interessate, la Commissione propone all’unanimità di mantenere la formulazione del Consiglio federale che ne vieta la distribuzione durante la durata della fideiussione solidale, contrariamente al Consiglio nazionale, che vieta la distribuzione stessa. La CET-S ha inoltre respinto, con 4 voti contro 7, la proposta di vietare anche il pagamento di bonus alla direzione e al consiglio di amministrazione durante la durata del credito garantito.

Inoltre, la Commissione propone, con 9 contro 2, di mantenere la disposizione del Consiglio federale per quanto concerne i compiti dell’ufficio di revisione, mentre una minoranza propone una soluzione più vicina alla decisione del Consiglio nazionale. La maggioranza della Commissione ha inoltre respinto, con 6 voti contro 4, una proposta che chiede, in caso di fallimento, di considerare i crediti garantiti come crediti di grado inferiore; a suo avviso questa soluzione comporterebbe un rischio finanziario troppo elevato per la Confederazione e la metterebbe in una posizione meno favorevole rispetto agli altri creditori. Una minoranza ritiene che il fatto che i crediti garantiti non siano considerati capitale terzo giustifichi il loro trattamento quali crediti di grado inferiore in caso di fallimento.

Infine la Commissione ha esaminato la nuova proposta del Consiglio federale del 18 novembre volta a permettergli di istituire, per via d’ordinanza, un nuovo sistema di fideiussioni solidali nel caso in cui la situazione sul mercato creditizio dovesse deteriorarsi.  Accogliendo con favore l’anticipazione del Governo, la Commissione ha approvato, senza voti contrari, questa proposta dando al Consiglio federale la possibilità di reagire rapidamente e senza ricorrere al diritto di necessità se in futuro le imprese particolarmente colpite dalla pandemia dovessero trovarsi di nuovo ad affrontare problemi di liquidità.

Nella votazione sul complesso, la CET-S ha approvato all’unanimità il disegno. Sarà trattato dal Consiglio degli Stati nella sessione invernale, durante la quale è prevista anche l’eliminazione delle differenze.

2. Ordinanza sui casi di rigore COVID-19

La Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) ha esaminato l’avamprogetto di ordinanza COVID-19 sui provvedimenti per i casi di rigore concernenti le imprese in relazione all’epidemia di COVID-19 (ordinanza sui casi di rigore COVID-19). Posto in consultazione dal 4 al 13 novembre presso i Cantoni e le cerchie interessate, l’avamprogetto definisce le condizioni quadro della partecipazione della Confederazione ai programmi cantonali di sostegno alle imprese in difficoltà. La Commissione ha avuto una discussione approfondita con il capo del Dipartimento federale delle finanze (DFF) e i suoi membri hanno potuto sottomettergli le loro riflessioni e impressioni. Per quanto riguarda la flessione del fatturato che consente a un’impresa di essere ritenuta un caso di rigore, con 8 voti contro 1, la CET-S raccomanda di non considerare nel computo le indennità versate in caso di lavoro ridotto e di perdita di guadagno dovute al COVID-19 (art. 5 cpv. 2). Come la sua omologa del Consiglio nazionale (cfr. comunicato stampa del 18.11.2020), la CET-S ritiene che includere tali prestazioni nel calcolo delle prestazioni penalizzerebbe le imprese che hanno fatto ricorso al lavoro ridotto rispetto a quelle che hanno licenziato i propri dipendenti. Se l’ordinanza non venisse modificata su questo punto, i settori che impiegano un gran numero di collaboratori, come ad esempio la gastronomia, potrebbero essere svantaggiati. Secondo quando previsto, il disegno di ordinanza sarà adottato dal Consiglio federale nella sua seduta del 25 novembre ed entrerà i vigore il 1° dicembre 2020.

3. Iniziativa per prezzi equi e controprogetto indiretto

La Commissione ha concluso la deliberazione sul controprogetto indiretto «Iniziativa per prezzi equi» (19.037) e, a larga maggioranza, propone alla propria Camera di allinearsi al Consiglio nazionale sui punti essenziali. La Camera bassa è andata ben oltre l’iniziativa in quanto, con la sua modifica della legge sui cartelli, intende coprire anche le situazioni nazionali ed estendere alla domanda la nozione di posizione dominante relativa sul mercato. La CET-S si discosta tuttavia dalle decisioni del Consiglio nazionale su due punti: con 10 voti contro 2 e 1 astensione propone di stralciare dal progetto la clausola di reimportazione, ritenendola protezionistica e, con 8 voti contro 2 e 3 astensioni, chiede di precisare nell’articolo 7 capoverso 3 che le differenze di prezzo continuino a essere considerate lecite qualora le imprese non perseguano obiettivi contrari a dinamiche di concorrenza o non provochino distorsioni della concorrenza.

Il testo del Consiglio nazionale così rielaborato dalla CET-S è sostenuto dalla Commissione con 9 voti contro 4. Una minoranza vorrebbe invece attenersi al disegno del Consiglio federale la cui portata è limitata alle fattispecie estere che ostacolano la concorrenza. La minoranza propone di integrare questa versione in due punti in modo da venire incontro a quanto richiesto nell’iniziativa - e dal Consiglio nazionale. In primo luogo deve essere considerato illecito non solo il fatto di ostacolare la concorrenza transfrontaliera, ma anche lo sfruttamento di questa situazione. In secondo luogo, completando l’articolo 7a, occorre garantire che le imprese trasmettano effettivamente ai loro clienti i vantaggi dell’acquisto di un bene o di un servizio all’estero.

Il divieto del blocco di diffusione (geoblocking) privato introdotto dal Consiglio nazionale nel controprogetto indiretto è compatibile sia con quanto proposto dalla maggioranza sia con quanto auspicherebbe la minoranza della CET-S. A questo riguardo, la Commissione propone, con 8 voti contro 5, di prevedere la possibilità per il Consiglio federale di stabilire deroghe. L’obiettivo principale di questa operazione della Commissione è di creare una differenza con il Consiglio nazionale affinché quest’ultimo possa ancora occuparsi di questo aspetto in modo più approfondito. Nella votazione sul complesso la Commissione ha accolto il controprogetto indiretto con 8 voti contro 5. La minoranza propone invece al Consiglio degli Stati di non entrare in materia.

Sempre con 8 voti contro 4 e 1 astensione, la CET-S propone infine di respingere l’iniziativa popolare. Come il Consiglio nazionale ritiene che le sue richieste siano ampiamente soddisfatte dal controprogetto indiretto.

4. Ulteriore esame della legge sui cartelli

La mozione 18.4282 del senatore Olivier Français vorrebbe correggere le sentenze del Tribunale federale concernenti i casi GABA e Elmex e reintrodurre nell’articolo 5 della legge sui cartelli la cosiddetta verifica di intralcio notevole. Si teme che la sentenza GABA possa mettere a repentaglio la formazione di consorzi per progetti di costruzione. Secondo la CET-S, sebbene questi timori non possano essere confermati esplicitamente, resta comunque necessario chiarire la formulazione dell’articolo in questione. Propone pertanto, con 8 voti contro 1 e 3 astensioni, di accogliere la mozione.  

5. Abolizione dei dazi doganali su prodotti industriali

Nella sessione autunnale il Consiglio degli Stati è entrato in materia sul progetto concernente l’abolizione dei dazi doganali su prodotti industriali (19.076); la CET-S ha ora concluso la deliberazione di dettaglio allineandosi, senza opposizioni, al disegno del Consiglio federale. Nella votazione sul complesso la Commissione ha accolto il progetto con 8 voti contro 5.

Presieduta dal consigliere agli Stati Christian Levrat (PSS, FR), la Commissione si è riunita a Berna il 19 novembre 2020. A parte della seduta erano presenti i consiglieri federali Ueli Maurer e Guy Parmelin.