La modifica della Costituzione federale proposta dal Consiglio federale per attuare il secondo pilastro della riforma fiscale dell’OCSE in Svizzera (22.036) ha raccolto i consensi della CET-S, la quale si è pure detta favorevole al modo di procedere graduale, ossia mediante una modifica costituzionale, un’ordinanza temporanea e successivamente una legislazione esecutiva.

Il secondo pilastro della riforma fiscale dell’OCSE prevede un’imposizione minima del 15 per cento per tutte le imprese con una cifra d’affari superiore a 750 milioni di euro all’anno. Per la Commissione è chiaro che adottare questa norma sia nell’interesse della Svizzera e che non vi siano alternative. Incontestata pertanto anche l’entrata in materia sulla modifica costituzionale proposta dal Consiglio federale.

Le ripercussioni concrete della riforma sui singoli Cantoni hanno invece dato adito a una lunga discussione. Non si dispone di una base numerica solida sui cui fondare stime affidabili. Secondo la Commissione le indicazioni al riguardo contenute in studi come quello recentemente pubblicato dall’agenzia di consulenza BSS vanno prese con le pinze. Con la riforma i Cantoni con un’imposizione elevata diventeranno sicuramente più attrattivi rispetto ai Cantoni con un’imposizione ridotta. Tuttavia le differenze tra Cantoni rimarranno e i Cantoni con un’aliquota d’imposta bassa e grandi imprese sul proprio territorio avranno maggiori entrate. La Commissione condivide il parere del Consiglio federale secondo cui è opportuno lasciare la maggior parte di queste entrate supplementari ai Cantoni interessati, affinché possano adottare misure per mantenere l’attrattiva della propria piazza economica. L’obiettivo è che le aziende in questione rimangano in Svizzera. I Cantoni con ingenti entrate supplementari pagano inoltre di più per la perequazione delle risorse. La Commissione è pertanto favorevole con 9 voti contro 2 e 2 astensioni a ripartire le maggiori entrate attese, attribuendone il 25 per cento alla Confederazione e il 75 per cento ai Cantoni. Una minoranza propone una ripartizione delle maggiori entrate secondo la chiave di ripartizione dell’imposta federale diretta e quindi una quota destinata alla Confederazione del 78.8 per cento. Teme che la riforma aumenti la disparità fiscale tra i Cantoni e vede la sua proposta come un modo per consentire a più Cantoni di partecipare alle maggiori entrate.

La Commissione approva senza voti contrari il tenore del nuovo articolo costituzionale 129a proposto dal Consiglio federale. Idee alternative, come l’introduzione di una semplice competenza di armonizzazione della Confederazione al posto di una competenza legislativa, non hanno trovato sostenitori in seno alla Commissione. Nella disposizione transitoria (art. 197 Cost.) la CET-E ha apportato una piccola correzione: con 9 voti contro 4 propone infatti che il Consiglio federale possa anche prevedere la deducibilità dell’imposta integrativa quale onere nell’ambito delle imposte sull’utile di Confederazione e Cantoni. In questo modo il Consiglio federale avrà un maggiore margine di manovra per l’emanazione dell’ordinanza.

Nella votazione sul complesso la Commissione si è espressa a favore del progetto con 12 voti contro 0 e 1 astensione.

Tenuto conto del particolare modo di procedere – il Consiglio federale emanerà direttamente un’ordinanza sulla base costituzionale – per la Commissione è importante potervi contribuire in forma adeguata. Pertanto ha deciso all’unanimità di voler essere consultata sull’ordinanza che il Consiglio federale ha già posto in consultazione nonché sulle altre ordinanze e sulle successive modifiche di ordinanza.

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La Commissione ha esaminato una mozione del consigliere agli Stati Erich Ettlin (21.4665) che chiede che per l’obbligo di annunciare i posti di lavoro vacanti sia nuovamente applicato un valore soglia dell’otto per cento. Dato che dalla presentazione della mozione la situazione è cambiata la Commissione ha incaricato l’Amministrazione di approfondire diversi aspetti e di illustrare il funzionamento del sistema attuale entro la primavera 2023.

Infine, la Commissione si è occupata di due mozioni accolte dal Consiglio nazionale, che chiedono di colmare le lacune concernenti le norme sociali minime nell’ordinanza sugli appalti pubblici (22.3019) e di garantire mediante controlli che gli appalti vengano assegnati solo alle imprese che offrono ai loro dipendenti una protezione efficace contro il mobbing e le molestie sessuali (22.3020). La CET-S propone alla propria Camera di respingere entrambe le mozioni, rispettivamente con 7 voti contro 6 e 8 contro 5. Secondo la Commissione, con gli ausili per l’attuazione dell’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica e con le attuali disposizioni della legge sul lavoro e della legge federale sulla parità dei sessi si è già tenuto sufficientemente conto delle richieste dei due interventi parlamentari.

Presieduta dal consigliere agli Stati Alex Kuprecht (UVD, SZ), la Commissione si è riunita a Berna 25 agosto 2022. A parte della seduta era presente il consigliere federale Ueli Maurer.