Nell’ambito delle audizioni sulla legge sulla verifica degli investimenti decise dalla Commissione (cfr. comunicato stampa della CET-S del 22 ottobre 2024) sono stati interpellati i rappresentanti della Conferenza dei direttori cantonali dell’economia pubblica e di varie associazioni (Asset Management Association Switzerland, economiesuisse, Unione svizzera delle arti e dei mestieri, Swiss Holdings, Association Immobilier Suisse), affinché si esprimessero in merito al disegno del Consiglio federale e alle aggiunte decise dal Consiglio nazionale. Con 8 voti contro 4, la Commissione ha infine deciso di proporre la non entrata in materia sul progetto. Dalla ponderazione degli interessi della politica economica da un lato e di quelli della politica di sicurezza dall’altro emerge, secondo la maggioranza della Commissione, una netta prevalenza degli svantaggi che deriverebbero dall’introduzione di una verifica degli investimenti. Essendo una piccola economia aperta, la Svizzera risentirebbe in modo massiccio dell’indebolimento dell’attrattiva della propria piazza economica e di una diminuita certezza giuridica. Investimenti diretti mediante capitali esteri, necessari e non problematici sotto il profilo strategico, verrebbero notevolmente ostacolati. È probabile, inoltre, che la Svizzera dovrebbe fare i conti con misure di ritorsione da parte di altri Paesi. La maggioranza della Commissione ritiene altresì che in particolare le aggiunte decise dal Consiglio nazionale comportino un’eccessiva ingerenza nelle competenze cantonali. Poiché, infine, le infrastrutture critiche sono in larga misura nelle mani del settore pubblico, la maggioranza è dell’avviso che il rischio di rilevamenti strategicamente indesiderati sia trascurabile. Una minoranza propone invece di entrare in materia in quanto reputa necessario, nel contesto geopolitico attuale, condurre quantomeno una discussione politica sull’introduzione di un controllo sugli investimenti. Diversamente dalla maggioranza, nota che attualmente la Svizzera non dispone di strumenti efficaci per tutelarsi da investimenti diretti che sotto il profilo strategico risulterebbero problematici. Il Consiglio degli Stati esaminerà la proposta della propria Commissione verosimilmente nella sessione primaverile 2025.
Prima di deliberare sulle mozioni a favore dell’industria siderurgica la Commissione ha chiesto informazioni dettagliate al capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca e al capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni sulle misure già avviate dal Consiglio federale soprattutto a favore dell’acciaieria di Gerlafingen. La Commissione ha altresì preso atto della volontà della CAPTE-N di adottare a breve misure concrete urgenti (cfr. comunicato stampa della CAPTE-N del 22 ottobre 2024). Per una parte della Commissione, questo sarebbe stato un motivo sufficiente per sospendere la trattazione delle mozioni, ma la Commissione vi si è opposta con 7 voti contro 6. La Commissione propone quindi con 7 voti contro 5, rispettivamente con 7 voti contro 6 e 1 astensione, di accogliere le mozioni 24.3146 e 24.3159, che chiedono al Consiglio federale misure d’emergenza per salvare l’acciaieria di Gerlafingen. Con 8 voti contro 2 e 3 astensioni propone di accogliere anche la mozione 24.3374, che incarica il Consiglio federale di prevedere a favore dell’industria siderurgica un finanziamento transitorio adeguato in grado di tutelare il polo industriale svizzero e preservare l’economia circolare. La maggioranza della Commissione sottolinea che le mozioni sono da intendersi come un sostegno al Consiglio federale nel dar seguito e nell’attuare le misure previste. Volutamente, infatti, sono state formulate in termini generici e non esigono interventi basati sul diritto di necessità. Pur non essendo tendenzialmente favorevole a una politica industriale, la Commissione riconosce la necessità di intervenire poiché il futuro delle acciaierie di Gerlafingen e Emmenbrücke è seriamente minacciato. Nell’interesse della sicurezza dell’approvvigionamento del Paese e della sostenibilità occorre creare condizioni quadro che garantiscano la sopravvivenza dell’industria siderurgica svizzera. La minoranza della Commissione, che condivide le argomentazioni del Consiglio federale e ne saluta con favore le iniziative, non ritiene opportuno affidargli nuovi incarichi, considerato anche quanto già intrapreso dalla CAPTE-N. Non intende inoltre creare un precedente: adducendo a sostegno della propria causa gli argomenti della sicurezza dell’approvvigionamento e della sostenibilità, anche imprese di altri rami industriali – ad esempio i cementifici o le segherie – potrebbero voler chiedere provvedimenti di sostegno della Confederazione. Il Consiglio degli Stati esaminerà le mozioni durante la sessione invernale.
Diritto dei cartelli
Nonostante i lavori già avviati dal Consiglio federale nell’ottica di una riforma delle autorità in materia di concorrenza, la Commissione appoggia la richiesta della mozione 23.3224. Con 8 voti contro 3 e 2 astensioni, propone pertanto di accoglierla, adducendo in particolare la necessità di affrontare la questione della separazione istituzionale tra autorità inquirente e autorità decisionale e quella della durata delle procedure. Ai fini di un’accelerazione delle procedure, con 7 voti contro 1 e 2 astensioni la Commissione propone di accogliere anche la mozione 22.4404. A causa dell’incertezza giuridica che deriva da procedure che si protraggono nel tempo, l’attuale sistema risulta estremamente problematico soprattutto dal punto di vista delle piccole e medie imprese e compromette la fiducia degli ambienti economici nei confronti della legge sui cartelli.
Con 6 voti contro 4 e 2 astensioni, la Commissione respinge infine la mozione 22.3838, che, per preservare la concorrenza sul mercato automobilistico, chiede di limitare la libertà di produttori e importatori di autoveicoli di organizzare il proprio sistema di distribuzione. La maggioranza della Commissione condivide il parere del Consiglio federale, secondo cui prevedere una simile regolamentazione equivale di fatto a introdurre un obbligo contrattuale e quindi a sancire un’importante restrizione della libertà economica garantita dalla Costituzione. Ritiene inoltre che tutti i modelli di distribuzione consentono agli operatori del mercato di appellarsi alle condizioni quadro del diritto dei cartelli. Una minoranza sostiene la richiesta della mozione. Alla luce del progressivo assottigliamento della rete commerciale, in modo particolare nelle regioni periferiche, considera infatti necessario intervenire per controbilanciare la dipendenza degli operatori più piccoli nei confronti di grandi produttori e importatori e incentivare la concorrenza a favore dei consumatori.
Per mancanza di tempo, la Commissione ha deciso di rinviare la discussione delle due mozioni di identico tenore 22.3976 e 22.3977 Eliminare le commissioni interbancarie per le operazioni di pagamento con carta di debito.
Presieduta dal consigliere Stati Hans Wicki (PLR, NW), la Commissione si è riunita a Berna il 14 novembre 2024. A parte della seduta erano presenti i Consiglieri federali Guy Parmelin e Albert Rösti.