La Commissione si è occupata di due Convenzioni internazionali e propone alla propria Camera di approvare la Convenzione dell’UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo e la sua attuazione, nonché la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società.

​La Convenzione dell'UNESCO del 2 novembre 2001 sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo è una risposta alla minaccia rappresentata dai saccheggi e dalle nuove forme di sfruttamento economico. Essa costituisce una protezione legale efficace anche per i mari al di fuori delle zone in prossimità delle coste. La Commissione è entrata in materia: con 24 voti contro 1 si è espressa a favore dell’approvazione della Convenzione e della sua attuazione con modifiche minime della relativa legge (18.083 Legge sul trasferimento dei beni culturali e della legge federale sulla navigazione marittima sotto bandiera svizzera. Modifica).

Con 13 voti contro 8 e 4 astensioni la Commissione raccomanda l’approvazione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa del 27 ottobre 2005 sul valore del patrimonio culturale per la società (Convenzione di Faro; 18.084). La Convenzione di Faro definisce il patrimonio culturale come importante risorsa per la promozione della diversità culturale e lo sviluppo sostenibile della società, dell’economia e dell’ambiente. La Convenzione quadro descrive in modo concreto come far sì che il patrimonio culturale vada a beneficio di tutte le fasce della popolazione.

Nella discussione la Commissione ha messo l’accento sull’importanza della promozione di una politica in materia di patrimonio culturale al passo coi tempi a livello cantonale, nazionale e internazionale. Entrambe le Convenzioni mettono in evidenza gli sforzi fatti dalla Confederazione nel settore della cultura e in particolare per la protezione del patrimonio archeologico e contro il traffico illecito. La ratifica è un segnale volto a promuovere una cooperazione internazionale stabile e pacifica. Essa corrisponde agli obiettivi ufficiali della politica estera del nostro Paese.

Commissione si esprime a favore della promozione dell’educazione civica

Con 14 voti contro 11 la Commissione ha deciso di dare seguito all’iniziativa parlamentare 17.516 L’educazione civica è di interesse pubblico diNadine Masshardt (PS, BE). Per la Commissione l’educazione civica è di grande interesse. Proprio in Svizzera è fondamentale preparare i giovani adulti ad usare i loro diritti politici, visti i nostri strumenti di democrazia diretta. La maggioranza della Commissione considera pertanto l’educazione civica a scuola un importante contributo per il funzionamento della democrazia.
L’iniziativa mira alla formazione nelle scuole professionali: la promozione da parte della Confederazione presuppone una modifica della legge sulla formazione professionale. Attualmente, sulla base dell’articolo 55 della legge sulla formazione professionale, la Confederazione può concedere contributi «per prestazioni particolari di interesse pubblico». L’iniziativa prevede che anche l’educazione civica sia definita come una di queste.
Alcuni membri della Commissione hanno osservato che nei Cantoni e nei Comuni esistono già molti progetti pubblici e privati nell’ambito dell’educazione civica. Il programma di insegnamento delle scuole professionali è inoltre già particolarmente denso.
L’iniziativa passa ora alla Commissione omologa.

No a una legge federale sull’inno nazionale

Con 14 voti contro 10 la Commissione propone di non dare seguito all’iniziativa parlamentare 17.478. L’autore dell’iniziativa, il consigliere agli Stati Thomas Minder (senza partito, SH), chiede di fissare nella legge il «Salmo svizzero» di Camillo Valsangiacomo e Alberich Zwyssig come inno nazionale. La maggioranza della Commissione considera però non sia necessario intervenire poiché il Consiglio federale assicura che non deciderà autonomamente e consulterà le Camere in merito.
Una minoranza chiede invece alla propria Camera di dare seguito alla richiesta. Essa sottolinea l’impatto identitario di beni culturali di primaria importanza come la nostra bandiera e l’inno e vuole risolvere l’attuale incertezza in merito alla relativa competenza decisionale.

Oggetti riguardanti il settore della protezione degli animali

La Commissione ha inoltre respinto quattro petizioni:

  • 15.2023 Pet. Märki Thomas, Partito svizzero per gli animali. Per un divieto di importazione degli articoli di pellicceria ottenuti con maltrattamenti di animali (14 voti contro 9; una minoranza sostiene la petizione)
  • 17.2006 Pet. Verein Oceancare. Trofei di caccia: no all’importazione e al transito in Svizzera (12 voti contro 7 e 1 astensione; una minoranza sostiene la petizione)
  • 18.2010 Pet. Aeberhard Simon. Per un divieto di importazione di pellicce in Svizzera (14 voti contro 8 e 1 astensione)
  • 18.2011 Pet. Vegane Gesellschaft Schweiz. I pulcini non sono prodotti di scarto (17 voti contro 0 e 4 astensioni)

Nel quadro dell’esame della petizione 18.2011 la Commissione ha depositato, con 13 voti contro 7 e 1 astensione, la mozione 19.3003: «Il Consiglio federale è invitato a vietare la triturazione di pulcini vivi modificando l’articolo 178a capoverso 3 dell’ordinanza sulla protezione degli animali (OPAn; RS 455.1)».

Presieduta dalla consigliera nazionale Christine Bulliard-Marbach (PPD, FR), la Commissione si è riunita a Berna il 31 gennaio e il 1 febbraio 2019. A parte della seduta erano presenti il consigliere federale Guy Parmelin, capo del DEFR, e il consigliere federale Alain Berset, capo del DFI.