La Commissione ha esaminato la mozione 22.3890 «Elaborare una legge quadro per l'utilizzo secondario dei dati». Con 14 voti contro 6 e 2 astensioni ha deciso di sostenerla sottolineando così l’importanza di una legge quadro per la ricerca accademica svizzera e per l’innovazione. La mozione mira a definire il quadro legale relativo al riutilizzo dei dati secondari.
La Commissione ritiene che i dati siano essenziali per l’attività di ricerca, sia essa fondamentale o applicata. La quantità di dati generata ogni giorno da imprese, amministrazioni, servizi pubblici e gruppi di ricerca è immensa. I dati vengono prodotti, gestiti e memorizzati in compartimenti stagni, in base a regole e prassi diverse. La loro interoperabilità non è garantita e questo ne impedisce un loro riutilizzo per acquisire nuove conoscenze. La Svizzera ha quindi l’opportunità di trarre maggiore profitto dai dati in settore quali la sanità, l’ambiente, la mobilità, l’economia o l’energia. La legge dovrebbe dunque tener conto delle buone pratiche scientifiche e degli interessi della ricerca accademica svizzera. La Commissione ha insistito affinché i criteri di accesso ai dati siano trasparenti e che la protezione dei dati sia garantita. Una minoranza propone di respingere la mozione.
Nel quadro di questa discussione la Commissione ha esaminato due iniziative cantonali presentate l’una dal Cantone di Basilea Città (22.313) e l’altra dal Cantone di Basilea Campagna (22.318), che chiedono la rapida digitalizzazione del sistema sanitario svizzero. La Commissione è favorevole al proseguimento e all’accelerazione dei lavori già avviati o pianificati dall’Amministrazione per la digitalizzazione del sistema sanitario. Ha quindi dato seguito alle iniziative con 18 voti contro 5. Vuole in tal modo salvaguardare la concorrenzialità a livello internazionale della piazza economia e del polo di ricerca svizzeri e ottenere una regolamentazione uniforme sui metadati e sull’interoperabilità dei dati, nell’interesse dei pazienti. Come in altri Paesi anche in Svizzera occorre istituire un quadro giuridico affinché i dati sanitari siano raccolti in modo omogeneo, rimangano di facile accesso e siano riutilizzabili. Con questa sua decisione favorevole la Commissione consente alla sua omologa del Consiglio degli Stati di iniziare i lavori per elaborare il quadro legale necessario.
La Commissione rinuncia al suo progetto per la promozione di una politica della prima infanzia
Dopo che il 9 settembre 2020 il Consiglio degli Stati ha deciso di non entrare in materia sul progetto volto ad attuare l’iniziativa parlamentare 17.412 (Eque opportunità per la prima infanzia), la Commissione è ora di nuovo chiamata a esprimersi su questo oggetto. Nel frattempo è stato però ultimato il progetto della Commissione relativo alla legge federale concernente il sostegno alla custodia di bambini complementare alla famiglia e ai Cantoni nella loro politica di sostegno alla prima infanzia (LSCus), con il quale viene attuata l’iniziativa di commissione 21.403 della CSEC-N (Sostituire il finanziamento iniziale con una soluzione moderna). Questo progetto riprende le richieste dell’iniziativa e le attua in maniera completa. Date queste premesse, la Commissione rinuncia a riaffermare la sua posizione in merito all’iniziativa 17.412. Si allinea al Consiglio degli Stati e propone all’unanimità alla sua Camera di non entrare in materia.
Il progetto di LSCus prevede inoltre di sostenere finanziariamente i Cantoni, mediante accordi di programma, nel potenziare e sviluppare ulteriormente l’offerta in ambito parascolastico. La Commissione considera pertanto attuate anche le richieste dell’iniziativa parlamentare Brenzikofer 21.412 (Dalle strutture diurne di accoglienza alle scuole a orario continuato) e propone, con 12 voti contro 9, di non darvi seguito. Una minoranza riafferma la decisione di darvi seguito poiché ritiene che la nuova legge adempia solo in parte alle richieste in essa contenute.
Formazione continua: nessun rafforzamento a livello federale
Per migliorare la situazione sul mercato del lavoro la consigliera nazionale Prelicz-Huber chiede, con la sua iniziativa parlamentare 22.472 (Contrastare efficacemente la mancanza di specialisti), di garantire ai Cantoni contributi della Confederazione supplementari affinché questi possano destinare i sussidi all’istruzione anche agli adulti al di fuori della formazione di livello terziario. La Commissione accoglie con favore l’intento di estendere la promozione della formazione continua e tenere così conto della mancanza di specialisti e delle pari opportunità. Tuttavia, alla luce dell’attuale ripartizione federalistica delle competenze, la maggioranza della Commissione non ritiene opportuno procedere mediante un’iniziativa parlamentare, motivo per cui con 13 voti contro 11 propone alla propria Camera di non dare seguito all’iniziativa. La minoranza sottolinea l’importanza dell’apprendimento permanente e ritiene che la Confederazione abbia un dovere a questo riguardo. La Commissione discuterà nuovamente di questo tema nel quadro delle deliberazioni sul messaggio ERI.
Linguaggio inclusivo nelle scuole universitarie e negli istituti di ricerca della Confederazione
La Commissione si è occupata dell’iniziativa parlamentare Schläpfer 22.475 (No al linguaggio inclusivo nelle scuole universitarie e negli istituti di ricerca della Confederazione). La maggioranza della Commissione accoglie con favore il principio stabilito all’articolo 7 della legge sulle lingue secondo cui le autorità federali, incluso il settore dei politecnici federali, si adoperano ad usare un linguaggio appropriato, chiaro e conforme alle esigenze dei destinatari e provvedono a un uso non sessista della lingua. Con 14 voti contro 9 la Commissione propone pertanto alla sua Camera di non dare seguito all’iniziativa parlamentare. Una minoranza ritiene che la formulazione neutrale rispetto al genere renda i testi più complessi e porti a discriminazioni. La Commissione, mediante una lettera, invita inoltre il consigliere federale Guy Parmelin, quale presidente della Conferenza svizzera delle scuole universitarie, ad adoperarsi – tenuto conto delle rispettive competenze – per un utilizzo uniforme del linguaggio inclusivo nel settore delle scuole universitarie svizzere.
Petizioni della sessione delle donne
Per quanto concerne le due petizioni della sessione delle donne 2021 Promuovere gli studi di genere nelle università e nelle scuole universitarie (21.2052) e Definire standard di pari trattamento a cui vincolare il finanziamento delle scuole universitarie e l’attribuzione di fondi di terzi (21.2050), la Commissione ha rinviato la decisione. Intende anzitutto ottenere informazioni approfondite dall’Amministrazione in vista del messaggio sulla promozione dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione (Messaggio ERI) negli anni 2025-2028, attualmente in corso di elaborazione.
Presieduta dal consigliere nazionale Fabien Fivaz (VERDI, NE), la Commissione si è riunita a Berna il 20 e 21 aprile 2023.