Legge sulla formazione continua
La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale è entrata in materia sul disegno di legge sulla formazione continua. Darà inizio alla deliberazione di dettaglio dopo la pausa estiva.

Nella moderna società del sapere l’apprendimento permanente è diventato un fattore che influenza sempre di più il benessere individuale e collettivo. La legge sulla formazione continua (13.038 n), trasmessa dal Consiglio federale al Parlamento il 15 maggio 2013, persegue l’obiettivo di promuovere la formazione continua nel quadro del sistema educativo svizzero, in particolare la formazione non formale organizzata privatamente e gestita individualmente. Con questo disegno di legge si intende nel contempo attuare il mandato costituzionale del 2006 relativo al perfezionamento (art. 64a Cost.) e disciplinare l’acquisizione e il mantenimento delle competenze di base degli adulti. Nella fase introduttiva dei dibattiti la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) ha sentito rappresentanti di organizzazioni e istituzioni che saranno toccate dall’attuazione della legge sulla formazione continua.

La maggioranza della CSEC-N approva il disegno di legge. I principi sanciti nella legge, quali il carattere volontario o la responsabilità personale del singolo, la rinuncia a un ulteriore ampliamento dell’intervento statale, con l’eccezione della regolamentazione delle competenze di base degli adulti, hanno accolto i favori della maggioranza della Commissione. È stata accolta positivamente anche la possibilità di riconoscimento degli apprendimenti acquisiti durante attività di formazione continua e formazione informale, ciò che permette di stabilire dei nessi con la formazione formale. Una minoranza della Commissione ritiene invece che il disegno di legge sia caratterizzato da un’eccessiva densità normativa e non sia strettamente necessario. Le norme che la minoranza considera necessarie andrebbero inserite nelle leggi speciali vigenti.
La CSEC-N ha deciso con 17 voti contro 7 di entrare in materia; la deliberazione di dettaglio, tuttavia, inizierà soltanto il 30 agosto, poiché vi sono ancora diverse questioni che richiedono un chiarimento particolareggiato.

La Commissione ha inoltre esaminato due iniziative parlamentari della consigliera nazionale Leutenegger Oberholzer (12.468. Equa rappresentanza dei sessi nei consigli di amministrazione delle aziende vicine alla Confederazione e 12.469. Equa rappresentanza dei sessi nei consigli di amministrazione delle aziende quotate in borsa. Modifica della legge sulle borse). La CSEC-N ha proposto alla propria Camera di non dare seguito alle due iniziative, con 11 voti contro 11, 2 astensioni e il voto decisivo del suo presidente per la prima, e con 12 voti contro 10 e 2 astensioni per la seconda. Le due iniziative chiedono che nei consigli di amministrazione delle aziende svizzere, sia quelle vicine alla Confederazione (12.468) che quelle quotate in borsa (12.469), ciascuno dei due sessi sia rappresentato in ragione almeno del 40 per cento.

Pur ritenendo auspicabile una maggior rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione, la maggioranza della Commissione reputa che l’introduzione di una quota non rappresenti lo strumento adeguato per rispondere a questa istanza. Da un lato, un mandato all’interno di un consiglio di amministrazione non deve dipendere da caratteristiche sociodemografiche, bensì da qualifiche e competenze. Altrimenti potrebbero essere richieste quote anche per altre categorie sociali, quali ad esempio le minoranze linguistiche o gli invalidi. D’altro lato una quota fissata per legge, oltre a costituire una violazione dei diritti democratici degli azionisti, spesso non potrebbe essere rispettata a causa dell’impossibilità di trovare candidate idonee. Secondo la maggioranza della Commissione è pertanto più opportuno rafforzare la conciliabilità tra lavoro e famiglia.

Secondo la minoranza della Commissione, quanto richiesto dalle due iniziative potrebbe dare la spinta necessaria per iniziare veramente un processo di cambiamento dell’economia svizzera e stabilire una rappresentanza dei sessi equilibrata nelle posizioni dirigenziali. Essa rileva inoltre che numerosi Paesi europei hanno nel frattempo adottato normative che vanno nel senso indicato dalle due iniziative e cita diversi studi secondo cui la diversificazione della composizione degli organi dirigenziali contribuisce al successo di un’azienda.

Presieduta dal consigliere nazionale Christian Wasserfallen (RL/BE), la Commissione si è riunita a Berna il 27 e 28 giugno 2013. A parte della seduta era presente il consigliere federale Johann Schneider-Ammann.

Berna, 28 giugno 2013 Servizi del Parlamento