Trasmissione della formazione svizzera all’estero. Legge federale
​Nella sua seduta odierna, la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura (CSEC-S) ha concluso la deliberazione della legge sulla trasmissione della formazione svizzera all’estero. Il relativo disegno del Consiglio federale è stato trasmesso alla Camera senza sostanziali proposte di modifica. La Commissione si è dichiarata inoltre contraria a un’integrazione di questo progetto nella legge sugli Svizzeri all’estero.   

​L’elaborazione della legge federale sulla trasmissione della formazione svizzera all'estero (13.052 s) è finora costellata da successi. Il relativo disegno ha infatti raccolto ampi consensi tra le cerchie interessate, sia in fase di consultazione che nelle successive audizioni (cfr. comunicato stampa del 3 settembre 2013). Ora anche la CSEC-S si è dichiarata soddisfatta del testo normativo. La rinuncia a una quota minima di allievi svizzeri presso le scuole svizzere e il sostegno finanziario della trasmissione della formazione svizzera al di fuori delle scuole godono di un consenso generale. Accolta favorevolmente anche la nuova regolamentazione degli aiuti finanziari alle scuole svizzere, non fatti dipendere unicamente dal numero di allievi e docenti di cittadinanza svizzera ma anche dall’effettivo totale di allievi e dall’insegnamento in più lingue. È stato accolto positivamente anche il fatto che agli istituti elvetici sia garantito, mediante l’adozione di un decreto federale semplice, il versamento di sussidi per un periodo di quattro anni, assicurando così una certa sicurezza a livello di pianificazione. All’unanimità la Commissione ha inoltre approvato la possibilità di cedere immobili di proprietà della Confederazione, gratuitamente o a condizioni preferenziali, a scuole svizzere riconosciute o a fondazioni istituite a tal fine. Infine la CSEC-S ha sostenuto il progetto del Consiglio federale di fissare nella legge la trasmissione della formazione professionale di base. La Confederazione deve quindi, d’intesa con il Cantone patrocinante, riconoscere il diritto al sussidio alle offerte della formazione professionale di base presso una scuola svizzera riconosciuta con livello secondario II (art. 5). In questo modo, il modello federale di formazione duale è esportato anche all’estero.

La Commissione ha accolto il disegno all’unanimità e l’ha trasmesso al Consiglio degli Stati; la deliberazione nella Camera dei senatori è prevista durante la sessione invernale. La CSEC-S si è espressa inoltre in merito al progetto relativo alla legge sugli Svizzeri all’estero, attualmente in elaborazione presso la Commissione della politica estera della Camera alta (CPE-S). Su questo punto la Commissione si è allineata alla posizione del Consiglio federale bocciando all’unanimità la proposta della CPE-S di integrare questo progetto nella legge sugli Svizzeri all’estero.

In quanto Commissione della seconda Camera, la CSEC-S si è inoltre espressa, nel quadro dell’esame preliminare, su tre mozioni:

Abolire il numerus clausus per promuovere le nuove leve svizzere (11.3526 n): la Commissione ritiene che, dal deposito di questo intervento parlamentare, i Cantoni e la Confederazione abbiano intrapreso sforzi ragguardevoli per aumentare i posti di formazione nelle facoltà di medicina, i cui effetti si sono già fatti sentire. La CSEC-S ritiene anche che per poter aumentare i posti di formazione debbano essere tenuti in considerazione altri parametri, legati ad esempio alla densità di medici, ai posti di perfezionamento, alla specializzazione, al finanziamento ecc. Considerati i lavori attualmente in corso, ad esempio illustrati nel rapporto del Consiglio federale «Sanità 2020», e nel rispetto della competenza cantonale in materia di ammissioni ai cicli di studio nelle università e nelle università professionali, la Commissione si è espressa, con 9 voti e 2 astensioni, contro l’adozione della mozione. Con questa decisione la CSEC-S risponde anche alle richieste della petizione Soppressione del numerus clausus per gli studi di medicina (13.2047).       

Pacchetto di misure volte a proteggere le api (13.3367 n; CSEC-N): tutti i membri della CSEC-S sostengono la mozione depositata dall’omologa Commissione del Consiglio nazionale che chiede al Consiglio federale di varare un pacchetto di misure per un impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari al fine di ridurre, entro il 2023, i rischi per l’ambiente, le api e altri impollinatori causati dall’utilizzo di pesticidi. La CSEC-S è inoltre convinta che i risultati della ricerca svizzera sugli effetti dei prodotti fitosanitari sulle api e sul loro ambiente consentiranno di migliorare la situazione delle api da miele come chiesto dall’autrice della petizione Migliorare la situazione delle api in Svizzera (12.2069 n). Per questa ragione la CSEC-S propone, all’unanimità, di non dare seguito alla mozione.

Divieto di importazione di prodotti derivati dalle foche (11.3635 n). Nel novembre del 2012 la CSEC-S ha sospeso l’esame preliminare della mozione nell’attesa che l’organo dell’OMC preposto alla composizione delle controversie decidesse in maniera definitiva sull’argomento, esprimendosi su una serie di ricorsi relativi al divieto di importazione nell’UE di questi prodotti (cfr. comunicato stampa). Dato che la sospensione della mozione non è stata approvata né dalla CSEC-N né dal Consiglio nazionale, la CSEC-S si è nuovamente occupata di questo tema confermando però, con 6 voti contro 3 e 1 astensione, di voler mantenere la sospensione. Il rapporto dell’OMC, annunciato per ottobre 2013, non è infatti ancora disponibile e la sua data di pubblicazione resta per ora ignota. Una minoranza della Commissione propone invece di adottare la mozione.

Presieduta dalla consigliera agli Stati Géraldine Savary (PS/VD), la Commissione si è riunita a Berna il 21 ottobre 2013. A parte della seduta era presente il consigliere federale Alain Berset.

 

Berna, 22 ottobre 2013 Servizi del Parlamento