Nel quadro delle sue deliberazioni sulla
cosiddetta legge sull’eID, la Commissione ha condotto innanzitutto alcune
audizioni, a cui hanno partecipato rappresentanti del mondo economico, delle
corporazioni di diritto pubblico, dei possibili fornitori di soluzioni di eID e
delle cerchie interessate della società civile. Nella sua prima seduta la
Commissione ha esaminato in particolare l’orientamento generale della legge. In
linea di principio la Commissione è favorevole alla ripartizione dei compiti
tra Stato e privati prevista dalla legge, secondo la quale lo Stato avrà il
compito di verificare e confermare l’identità di una persona, mentre i supporti
tecnici richiesti per una tale identificazione saranno sviluppati e forniti dai
privati. Grazie alla verifica dell’identità delle persone e al riconoscimento
dei servizi d’identificazione elettronica da parte dello Stato, l’e-ID dovrebbe
imporsi come un strumento affidabile e sicuro della società digitalizzata,
senza tuttavia precludersi gli sviluppi dinamici della tecnologia. La proposta
di rinviare la legge al Consiglio federale affinché la rielabori è stata
respinta con 16 voti contro 7 e 2 astensioni. Una minoranza vuole che la legge
stabilisca che il rilascio di un’eID è un compito pubblico che può essere
trasferito ai privati mediante un mandato di prestazioni. La Commissione
avvierà la deliberazione di dettaglio sul disegno nella sua prossima seduta.
Nessun obbligo d’informazione prima della proroga automatica
del contratto
Con 12 voti contro 12, 1 astensione e il voto
decisivo del suo presidente, la Commissione ha deciso di proporre alla propria
Camera lo stralcio dal ruolo dell’iniziativa parlamentare Golay (Poggia) 13.426
(Rinnovo tacito dei contratti di servizi. Migliorare l’informazione e la
protezione dei consumatori). Tale iniziativa chiede che venga imposto l’obbligo
di informare per tempo i consumatori in merito al loro diritto di disdire un
contratto prima che venga rinnovato tacitamente. Al termine della procedura di
consultazione su un relativo progetto preliminare, la Commissione è giunta alla
conclusione che l’obbligo d’informazione proposto dall’iniziativa rappresenti
un’ingerenza nella libertà contrattuale e generi oneri burocratici inutili, che
non possono essere giustificati con la necessità dei consumatori di essere
informati. Una minoranza della Commissione intende invece portare avanti i
lavori relativi a una revisione della legge e propone di non togliere dal ruolo
tale iniziativa.
Essa ritiene che l’obbligo d’informazione sia
un mezzo semplice che consente di proteggere i consumatori dai legami
contrattuali che si protraggono involontariamente.
Revisione della legge sul Tribunale federale
Nella seduta odierna la Commissione si è
occupata per la prima volta del disegno concernente la modifica della legge sul
Tribunale federale (18.051). Dopo aver condotto un’audizione con alcuni
rappresentanti del mondo accademico e delle cerchie interessate, la Commissione
ha sentito il parere del Tribunale federale e del Tribunale federale
amministrativo in merito al capoverso 4 dell’articolo 162 LParl. La Commissione
avvierà la deliberazione di dettaglio su tale disegno nella sua prossima
seduta.
Altri oggetti:
- Con 21 voti contro 2, la Commissione propone alla propria Camera di non dare seguito all’iniziativa del Cantone di Neuchâtel (17.315 s Iv. Ct. NE. Condizioni dell’assistenza al suicidio) che chiede alla Confederazione di precisare le condizioni per l’assistenza al suicidio e le basi legali per le organizzazioni di aiuto al suicidio. La Commissione è dell’avviso che per impedire eventuali abusi è sufficiente applicare e imporre in modo coerente le disposizioni legislative esistenti. Essa condivide pertanto le riflessioni del Consiglio degli Stati, il quale ha respinto tale richiesta nella sessione estiva del 2018.
- Con 15 voti contro 7, la Commissione ha respinto un’iniziativa del Cantone di Ginevra (17.300 s Iv. Ct. GE. Riabilitazione dei sette manifestanti condannati a seguito della manifestazione del 9 novembre del 1932). Tale iniziativa chiede di riabilitare sette manifestanti condannati nel 1933 da un tribunale penale della Confederazione. Nel 1932 la città di Ginevra è stata teatro di scontri violenti fra movimenti di destra e sinistra che hanno portato a un intervento dell’esercito svizzero. Allineandosi al parere del Consiglio degli Stati, anche la CAG-N ritiene che i manifestanti siano stati condannati in conformità con le regole dello Stato di diritto. Una minoranza è invece dell’avviso che tali persone debbano essere riabilitate. In questo modo l’Assemblea federale terrebbe conto della valutazione odierna degli eventi del passato, come sottolineato in particolare anche dal Cantone di Ginevra.
- Con 15 voti contro 7 e 1 astensione, la Commissione propone di non dare seguito all’iniziativa parlamentare Hardegger (17.476) (Evitare gli impedimenti ai risanamenti delle proprietà per piani). Essa fa notare che il diritto in materia di proprietà per piani crea soltanto le condizioni quadro e che nell’80 per cento dei casi i comproprietari costituiscono già un fondo di rinnovazione. Tuttavia, una minoranza è favorevole a un obbligo legale che preveda la costituzione di un fondo di rinnovazione.
- Infine, la Commissione ha adottato un’iniziativa commissionale (18.464) che chiede di aumentare i posti a tempo pieno presso la Corte d’appello del Tribunale penale federale. Ora spetta alla Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati pronunciarsi su tale decisione.
- Non avendo ottenuto l’approvazione della Commissione omologa del Consiglio degli Stati, la CAG-N ha deciso di non mantenere la sua decisione di dare seguito all’iniziativa parlamentare (16.487) Sommaruga Carlo «Rafforzare e garantire l’indipendenza del Ministero pubblico della Confederazione». In seguito alla decisione chiara della CAG-N, l’autore aveva annunciato di ritirare la sua iniziativa.
Presieduta dal consigliere nazionale Pirmin
Schwander (UDC/SZ), la Commissione si è riunita a Berna il 15 e 16 novembre.